Razgatlıoğlu: “E pensare che nessuno credeva in me!”
Vincere il mondiale Superbike con la BMW pareva un’impresa impossibile e invece il turco ce l’ha fatta sovvertendo tutti i pronostici di inizio stagione
Sul podio dell’ultima gara della stagione Toprak Razgatlıoğlu è raggiante. È riuscito in quella che ad inizio anno pareva un’impresa impossibile: vincere il mondiale Superbike con la BMW, una moto che in mani diverse dalle sue era sembrata poco competitiva. Lui invece ha dominato, ed ha messo il sigillo alla stagione vincendo anche l’ultima gara.
“È stato un weekend eccezionale – esulta –. Siamo campioni del mondo con BMW. Sono molto felice di questo secondo titolo: il primo aveva un’importanza tutta particolare perché l’ho dedicato a mio padre. Questo è per me. È stata una stagione lunga e ricca di successi, sono riuscito a conquistare 13 vittorie di fila”.
L’ultima gara del round Spagna ha permesso alla BMW di centrare anche un altro obiettivo: mettere sul podio entrambi i piloti, Toprak e il suo compagno di box Michael van der Mark.
“Avevamo anche questo sogno e ci siamo riusciti proprio all’ultima gara. È bellissimo. Mickey è un ragazzo eccezionale e si è impegnato al massimo in ogni weekend. Era stato vittima di grossi infortuni, è tornato ed è ancora più forte. Spero che l’anno prossimo lotteremo insieme per il podio”
Titolo a rischio per la caduta a Magny-Cours
Sembra tutto facile, adesso. Ma ad inizio campionato pochi avrebbero scommesso sul turco.
“È stata una stagione lunga. Nessuno credeva in me o in BMW, ma alla fine siamo campioni del mondo. È meraviglioso, BMW non aveva mai vinto il titolo e alla fine io ho vinto il mio secondo Mondiale e loro il primo!”.
Con qualche brivido. Il pneumotorace riportato cadendo nelle FP2 del round Francia ha costretto Razgatlıoğlu a perdere due round, cioè sei gare, e non era sicuro di tornare in perfetta forma.
“Forse se non fossi caduto a Magny-Cours avrei chiuso la pratica a Cremona o a Estoril. Invece così ho riportato un serio infortunio e ho saltato due gare: Francia e Italia. Quando sono tornato, ad Aragón, ho continuato a lottare per il titolo mondiale. Se non fossi rientrato là, penso che avrei perso il titolo. Dopo l’infortunio ho vissuto tre o quattro settimane non facili. Sono andato in Austria, al Red Bull Athlete Performance Center, e ho continuato a lavorare per tornare velocemente. Da quella caduta in Francia ho imparato molto. Se l’anno prossimo lotterò per il titolo e avessi un grosso gap, nelle ultime gare dovrò stare più attento”.