North West 200, i segreti del piccolo TT
Questo è il fine settimana della North West 200, detta "il piccolo Tourist Trophy" per la lunghezza del giro: 8,9 miglia invece delle 37,73 del TT. È una delle più importanti corse su strada, dal 1929 attira spettatori da tutto il mondo, esalta coraggio e tecnica di guida e ha mille storie da raccontare
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All'ombra del Mito
La storia della North West 200 ricalca fedelmente quella dei grandi campioni all'ombra dei campionissimi: se non ci fossero i primi, i secondi non sarebbero nell'Olimpo degli immortali. L'unica pecca della corsa su strada che si disputa in Irlanda del Nord a partire dal 1929 è quella di essere una sorta di preparazione per il Tourist Trophy, la leggendaria road race che si svolge sull'Isola di Man. I numeri parlano chiaro: la NW 200 richiama 100.000 e più spettatori. Più delle gare di MotoGP, per capirci. O, per cambiare sport, più della finale di un campionato mondiale di calcio.
Il Triangolo della velocità
A partire dal 1964, il tracciato di gara è costituito da strade normalmente aperte al traffico che passano per le cittadine di Portrush, Portstewart e Coleraine. Il circuito viene detto The Triangle (il triangolo) per la caratteristica forma, ed è lungo 8,9 miglia, pari a 14,4 km. Un vero e proprio TT in scala ridotta, con gli stessi rischi, la stessa spettacolarità e lo stesso meteo instabile. Ma, soprattutto, la stessa velocità. Non sono rari i punti in cui si sfiorano le 210 miglia di punta massima: 335 km/h su stradeine di campagna o poco più...
Da 200 miglia a 90 scarse
Originariamente la gara si svolgeva sulla distanza delle 200 miglia: oggi, si percorrono dai 4 e i 6 giri, poco più di una manche del Mondiale Superbike. Le classi sono quattro: Supertwin, Supersport, Superstock e Superbike. Ognuna di esse prevede due gare. Alcune gare sono disputate il giovedì (quest'anno le prime tre classi), ma il piatto forte è il Racing Saturday, il sabato da corsa. Sempre che non vi sia la pioggia a scombinare i piani, ma il criterio di misurazione è quello anglosassone: si corre pressoché in qualsiasi condizione.
Pillole di gloria
Nel corso degli anni, i piloti hanno acquisito familiarità nel cambiare classe e moto al volo: leggendaria fu, nel 1961, una doppietta di Bob McIntyre (il primo uomo ad abbattere il muro delle 100 miglia orarie di media sul giro al Tourist Trophy), in 500 con una Matchless e in 350 con una AJS. Il 1964 fu la prima vittoria per una casa giapponese, la Honda con cui Ralph Bryans vinse in 250 e in 350. Nel 1972 la North West 200 non si disputò: nell'Irlanda del Nord c'era la guerra civile e ad oggi è l'unica edizione "saltata", tolte ovviamente quelle del periodo bellico. Nel 1979 la leggenda di Ballymoney, Joey Dunlop, vinse per la prima volta sul Triangle nell'edizione del Cinquantenario, ma non fu gioia a causa della morte, nella stessa edizione, di ben tre piloti: Tom Herron, Brian Hamilton e Frank Kennedy. Nel 1992, infine, Philip McCallen riuscì in un'impresa ancor oggi imbattuta: vinse cinque gare, e solo una scivolata in 250 gli negò un clamoroso en plein.
Robert Dunlop, gloria e destino
Il record di vittorie alla North West 200 è di Robert Dunlop, fratello minore di Joey, con 15 successi. Durante le prove dell'edizione 2008, a causa di un'uscita di pista alla velocissima curva denominata Mather's Cross determinata da un grippaggio della Honda 250, Robert cadde a terra e fu investito da Darren Burns, che lo seguiva a breve distanza. Per lui non ci fu nulla da fare. E per il figlio Michael, iscritto anch'egli a quella gara, la scelta fu tanto dolorosa quanto semplice: correre per onorare la memoria del padre. Vinse, stravinse. Vinse sul destino e sulla pista. Sul podio, a diciannove anni, abbracciato da 100.000 spettatori.
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