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Nico Rosberg si ritira da campione del mondo

Il neo campione del mondo ha annunciato a sorpresa durante il Gala Fia la sua decisione di ritirarsi dalla Formula 1, dopo aver conquistato il mondiale con la Mercedes vincendo la sfida col compagno di scuderia Lewis Hamilton all’ultima gara settimana scorsa. Un ritiro quando si è ancora ai vertici: come fece Casey Stoner, indimenticato campione pilota della MotoGp
Addio alle corse
Nico Rosberg ha deciso di lasciare la Formula 1. La notizia è giunta all’improvviso a gelare gli entusiasmi dei tifosi del pilota tedesco della Mercedes, ancora in festa dopo la vittoria del Mondiale. Un fulmine a ciel sereno, visto che il trentunenne tedesco era considerato come il volto nuovo della Formula 1, nonostante avesse già trascorso 10 stagioni. La decisione del ritiro è stata annunciata dallo stesso pilota al Gala della Fia di Vienna, evento nel quale vengono assegnati i premi di fine stagione. Su Facebook Rosberg ha dichiarato: “Dopo 25 anni di corse ho coronato il mio sogno. Credo che questo sia il momento migliore per chiudere. È difficile da spiegare, ma è da quando avevo sei anni che inseguo il sogno di diventare il campione del mondo di Formula 1, una cosa che ho sempre avuto chiara in mente e adesso che ho coronato questo sogno penso sia il momento di fermarsi”. Rosberg aggiunge poi: “In questi 25 anni ho messo tutto me stesso per centrare il mio obiettivo e finalmente, con l'aiuto di tutti, dei tifosi, del mio team, della famiglia e dei miei amici, ce l'ho fatta. È stata un'esperienza incredibile e non dimenticherò mai tutto questo, ma allo stesso tempo è stata durissima per me. Ho perso gli ultimi due Mondiali contro Hamilton e ho vissuto momenti molto difficili, ma che mi hanno dato una grande forza di combattere, non credevo di poter lottare in questo modo, ma finalmente ho realizzato il mio sogno”. Agli appassionati di due ruote, questa decisione fa pensare subito a un altro grande campione, Casey Stoner che a soli 27 anni si è ritirato dalle corse: l'annuncio risale all'11 novembre 2012, quando aveva già vinto due mondiali. In comune tra i due campioni il grande peso psicologico e fisico di una carriera breve ma vissuta in un ambiente in cui il minimo errore può avere conseguenze pesantissime.
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