MotoGP 2015 Sepang, Rossi-Marquez, le scorrettezze dei campioni
Ginocchiate, calci, morsi, sputi: quando il campione perde le staffe e il controllo, non c’è limite alle azioni scorrette realizzate da parte dei campioni di ogni sport, non solo quelli motoristici: dalle “scornate” tra Prost-Senna alla testata di Zidane a Materazzi, fino a quella gomitata di Max Biaggi a Valentino
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MotoGP
I colpi bassi dei campioni
Sono passati 14 anni da quell’azione scorretta da parte di Max Biaggi a Suzuka nel GP del Giappone del 2001, quando sul rettilineo spinse con il gomito la moto di Valentino Rossi sull’erba, a un paio di metri dal muretto di cemento. Altri tempi: allora un giovanissimo Valentino lo ripassò il giro successivo (tra l’altro con un’azione ai limiti del regolamento, sfiorando pericolosamente la leva del freno anteriore di Biaggi) e sfoderando il dito medio all’avversario. L’astio tra i due era palpabile, un po’ come quello tra Rossi e Marc Marquez a partire dalle dichiarazioni-accuse di Valentino verso lo spagnolo della settimana scorsa. Ma la storia dello sport è piena di scontri tra campioni che travalicano il limite della correttezza. Per esempio, tra Ayrton Senna e Alain Prost in Formula 1 nel 1989 e sempre - curiosamente - a Suzuka: erano compagni di scuderia alla McLaren, e Prost aveva 16 punti di vantaggio sul brasiliano a due gare dalla fine; per arginare la rimonta di Senna, Prost speronò Senna, senza però fermarlo, a 36 giri dal termine (Senna fu però squalificato per essersi fatto aiutare dai commissari di pista). L’anno dopo, nel 1990, tra Senna e Prost, ancora Suzuka, ci fu la resa dei conti: il primo ancora alla McLaren, con 9 punti di vantaggio sul francese, che era alla Ferrari; alla prima curva Senna speronò Prost, con gara finita per entrambi, incidente archiviato come normale contatto di gara. Uguale valutazione per lo scontro tra Michael Schumacher e Damon Hill, nel 1994, ad Adelaide in Australia: ul tedesco chiudeva la traiettoria a Hill, causando l’impatto che causò il ritiro di entrambi; Schumacher vinse poi il suo primo titolo mondiale con la Benetton. Sempre il tedesco, nel 1997, all’ultima gara e in testa al mondiale, a Jerez, chiudeva la traiettoria a Villeneuve. Fuori dal mondo dei motori, poi, le scorrettezze diventano più numerose, forse anche perché meno rischiose (su una moto, in fin dei conti, i piloti rischiano sempre la vita). Come la celebre testata di Zinedine Zidane a Marco Materazzi, nei Mondiali di calcio del 2006, poi vinti dall’Italia. Oppure lo sputo di Francesco Totti in faccia a Poulsen, nel 2004: l’azzurro fu punito dalla commissione Uefa con tre giornate di squalifica. Dagli sputi ai morsi: quello di Mike Tyson ai danni di Evander Holyfield, che perse un pezzo dell’orecchio, nel giugno del 1997 a Las Vegas, durante la sfida per il titolo dei pesi massimi. Oppure, più recente, il morso di Luis Suarez a Chiellini nel 2006, ai Mondiale del Brasile, nella partita tra Italia e Uruguay; per Suareza arrivarono quattro mesi di squalifica.
Sono passati 14 anni da quell’azione scorretta da parte di Max Biaggi a Suzuka nel GP del Giappone del 2001, quando sul rettilineo spinse con il gomito la moto di Valentino Rossi sull’erba, a un paio di metri dal muretto di cemento. Altri tempi: allora un giovanissimo Valentino lo ripassò il giro successivo (tra l’altro con un’azione ai limiti del regolamento, sfiorando pericolosamente la leva del freno anteriore di Biaggi) e sfoderando il dito medio all’avversario. L’astio tra i due era palpabile, un po’ come quello tra Rossi e Marc Marquez a partire dalle dichiarazioni-accuse di Valentino verso lo spagnolo della settimana scorsa. Ma la storia dello sport è piena di scontri tra campioni che travalicano il limite della correttezza. Per esempio, tra Ayrton Senna e Alain Prost in Formula 1 nel 1989 e sempre - curiosamente - a Suzuka: erano compagni di scuderia alla McLaren, e Prost aveva 16 punti di vantaggio sul brasiliano a due gare dalla fine; per arginare la rimonta di Senna, Prost speronò Senna, senza però fermarlo, a 36 giri dal termine (Senna fu però squalificato per essersi fatto aiutare dai commissari di pista). L’anno dopo, nel 1990, tra Senna e Prost, ancora Suzuka, ci fu la resa dei conti: il primo ancora alla McLaren, con 9 punti di vantaggio sul francese, che era alla Ferrari; alla prima curva Senna speronò Prost, con gara finita per entrambi, incidente archiviato come normale contatto di gara. Uguale valutazione per lo scontro tra Michael Schumacher e Damon Hill, nel 1994, ad Adelaide in Australia: ul tedesco chiudeva la traiettoria a Hill, causando l’impatto che causò il ritiro di entrambi; Schumacher vinse poi il suo primo titolo mondiale con la Benetton. Sempre il tedesco, nel 1997, all’ultima gara e in testa al mondiale, a Jerez, chiudeva la traiettoria a Villeneuve. Fuori dal mondo dei motori, poi, le scorrettezze diventano più numerose, forse anche perché meno rischiose (su una moto, in fin dei conti, i piloti rischiano sempre la vita). Come la celebre testata di Zinedine Zidane a Marco Materazzi, nei Mondiali di calcio del 2006, poi vinti dall’Italia. Oppure lo sputo di Francesco Totti in faccia a Poulsen, nel 2004: l’azzurro fu punito dalla commissione Uefa con tre giornate di squalifica. Dagli sputi ai morsi: quello di Mike Tyson ai danni di Evander Holyfield, che perse un pezzo dell’orecchio, nel giugno del 1997 a Las Vegas, durante la sfida per il titolo dei pesi massimi. Oppure, più recente, il morso di Luis Suarez a Chiellini nel 2006, ai Mondiale del Brasile, nella partita tra Italia e Uruguay; per Suareza arrivarono quattro mesi di squalifica.
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