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Morte Dean Vinales - Fabrizio si ritira: "Troppi ragazzini, non si pensa alla sicurezza"

Dopo la tragedia di Dean Berta Vinales, il romano non se la sente più di correre: "Troppe moto in pista, e i giovani fanno gare troppo tirate. Il modello è Marquez, ma Valentino aveva ragione: le sue manovre sono troppo al limite ed è diventato il riferimento per i nuovi piloti"
Per Michel Fabrizio la morte di Dean Berta Vinales è stata troppo difficile da sopportare e il pilota romano, tornato quest'anno a correre nel mondiale supersport, non solo si è rifiutato di scendere in pista oggi, ma ha comunicato la sua intenzione di ritirarsi via Instagram. Le motivazioni sono chiare: “Sono sdraiato da cinque ore sul mio letto guardando il soffitto, ripensando ai momenti belli che questo sport mi ha dato. Ma rientrando alle gare dopo sei anni mi sono reso conto di quanto sia cambiato l'ambiente. Ho visto indifferenza da parte della federazione internazionale: schierare 42 bambini nella Yamaha Cup (fortunatamente è filato tutto liscio, nel 2021) e altri 42 nel Mondiale 300. Troppi, troppi piloti con poca o addirittura pochissima esperienza - racconta il 37enne- e questo non succede solo nel Mondiale, ma anche in campionati nazionali, dove per fare cassa si prende tutto, fino all’ultimo posto disponibile”.

Le classi “formative”
Fabrizio scrive da pilota di esperienza e da istruttore, professione che ha praticato per diversi anni. “Il problema c’è nella Moto3, nella Talent Cup e nei campionati nazionali. Oltre a ciò vanno riviste anche le piste che devono prevedere spazi di fuga migliori. È ora che intervenga la politica di ogni nazione. Il primo che lanciò un messaggio forte fu Ayrton Senna, che disse come alcune piste fossero pericolose, e solo dopo la sua morte si intervenne. A oggi nella F1 ci sono meno morti, invece nel motociclismo ultimamente c’è un’ecatombe”.

Marquez: un riferimento sbagliato?
Michel crede che il clima che si respira oggi in pista non sia frutto del caso: “Valentino Rossi, anni fa, è stato criticato quando ha definito le manovre di Marquez “scorrette”. Credo che bisogna darlgi ragione. Marc è diventato un punto di riferimento: questi giovani emulano le sue gesta, facendo sorpassi troppo al limite, appoggiandosi al proprio avversario, rischiando ogni centimetro”. La sintesi del pensiero è nella decisione sul suo prossimo futuro: “Mi rifiuto di correre per rispetto della vita umana. E mi ritiro. È il momento di dire basta. Lo faccio per mandare un messaggio forte di protesta. Affinché le regole cambino per la salvaguardia delle vite umane”
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