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Jake Gagne in pista a Portimao nel WSBK: quale futuro per i piloti americani?

Il fresco vincitore del MotoAmerica prenderà parte al round portoghese, ma non è un gran periodo per i rappresentanti degli Stati Uniti: il momento magico di Gerloff sembra passato, nel motomondiale Beaubier e Roberts faticano. Sean Dylan Kelly è alle prime armi: negli USA mancano scuole e piste adatte
Jakob Gagne correrà il round del mondiale superbike a Portimao: la sua presenza era annunciata da tempo, ma sarà la prima volta che “Jake” si presenterà nel paddock delle derivate da due volte campione del MotoAmerica, titolo conquistato due settimane fa dopo un emozionante duello con Danilo Petrucci.

Wild card di livello
Gagne non è nuovo al mondiale, nel quale aveva disputato una stagione e mezza tra 2017 e 2018. Il californiano era stato chiamato per sostituire prima Nicky Hayden, e poi Stefan Bradl. Il secondo anno da pilota ufficiale lo aveva corso in squadra con Leon Camier, ma le prestazioni della vecchia Honda Fireblade non lo aiutarono certo a ben figurare. Non andò nemmeno malaccio, se pensiamo che il suo esperto compagno di squadra totalizzò un centinaio di punti e Jake solo una quarantina in meno, ma non ci furono mai acuti degni di nota. A questo giro Gagne correrà con la amata Yamaha R1, moto che ha ridato lustro a una carriera che sembrava avere preso una china decisamente discendente. Cameron Beaubier è convinto che l'amico – ex rivale nei campionati statunitensi- abbia buone possibilità di ben figurare. “Penso che il suo potenziale sia davvero alto. Il suo punto di forza maggiore è legato alla grande capacità che ha nel sapere essere molto veloce e molto rapidamente”. Wayne Rainey si sbilancia su un possibile risultato: “Realisticamente penso possa entrare in top ten e tutto quello che verrà di più sarà merito suo”.

Tempi duri
Se, rispetto a qualche anno fa, la presenza di piloti a stelle e strisce nel mondiale sbk e prototipi è decisamente aumentata, i risultati tardano invece ad arrivare. Garrett Gerloff (classe 1995) sembrava il nuovo astro nascente, ma da metà dell'anno scorso in poi il suo feeling con la R1 è calato decisamente. Dall'incidente con Razgatlioglu (Assen 2021) in poi, le prestazioni del texano sono calate parecchio, e la conquista del titolo indipendenti nel 2021 è arrivata in extremis. Quest'anno Garrett è andato anche peggio, e l'anno prossimo proverà a rilanciarsi con BMW.
È scomparso dai radar anche Joe Roberts (classe 1997), che in Moto2 quest'anno ha vinto la sua prima gara proprio nel rocambolesco gp del Portogallo, ha trovato un secondo posto al Mugello, ma poi ha girato sempre lontano dal podio. Non va meglio l'esperto Cameron Beaubier (classe 1992), che dopo avere dominato nel MotoAmerica per cinque anni, fatica in Moto2 a entrare in top ten, nonostante sia al suo secondo anno completo. C'è poi Sean Dylan Kelly (classe 2022), che ha decisamente dalla sua l'anagrafe, ma che nella sua stagione d'esordio in Europa sta ancora imparando i circuiti. Anche lui corre in Moto2 e dà qualche segnale incoraggiante, non ultimo l'undicesimo posto sotto l'acqua nell'ultimo gp di Thailandia.
La distanza tra il motociclismo nostrano e quello d'oltreoceano insomma non sembra essersi ridotta, e forse anzi sta aumentando. D'altronde negli USA mancano le scuole, i circuiti sono spesso obsoleti e la velocità non ha il fascino e la popolarità di altre specialità, a cominciare dal Supercross.
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