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Il papà di Luca Salvadori accusa: "Barriere fuori dalla curva predisposte in maniera criminale"

Maurizio Salvadori non cerca giustizia, ma pone l'accento sul tema della sicurezza. "La missione che porterò avanti avrà l'unico scopo di fare in modo che cose del genere in futuro si riducano"

Maurizio Salvadori, il padre di Luca, morto in un incidente in Germania durante una gara dell'International Road Racing Championship in Germania lo scorso 14 settembre, a quasi un mese di distanza ha pubblicato un video su YouTube, nel quale parla delle responsabilità degli organizzatori della tragica gara e del futuro del canale di suo figlio.

Fatalità e responsabilità

Il tema dell'attribuzione di responsabilità sull'incidente è centrale nel video di Salvadori. Il punto è quanto sia pesato il caso e quanto invece la mancanza di perizia abbia avuto un ruolo decisivo nel determinare le tragiche conseguenze. Sull'incidente in sé, Salvadori parla di fatalità. "Molti di voi mi hanno chiesto come sia stato possibile un incidente del genere, non abbiamo molte immagini a riguardo. Io ho visto anche quelle che sono al vaglio delle forze dell'ordine, che non sono al momento utilizzabili e sento di dovere parlare di un argomento, che è quello legato alla sicurezza. Luca era perfettamente cosciente dei rischi che comportava il correre queste gare e l'incidente con Didier Grams è una fatalità, il contatto tra due moto a quella velocità quando la moto che precede va in highside è una fatalità".

Oltre l'incidente

Salvadori prosegue nell'esposizione di quello che secondo lui è il punto centrale della questione. "Però mi sento di dire che le barriere di protezione che sono state predisposte fuori da quella curva sono state predisposte in una maniera criminale. Per cui questa sarà la mia missione. Non sono il papà che cerca a tutti i costi un colpevole per la morte del figlio, ma il tema della sicurezza è un tema che deve essere portato avanti. Ci sono rischi diversi sul correre in pista e il correre su strada, questo non toglie che chi organizza debba fare tutto il possibile secondo logica per garantire il massimo della sicurezza".

Cosa si può prevenire?

Il livello di sicurezza può essere aumentato anche nelle gare su strada? E in caso affermativo, fino a che punto? È una questione economica o di competenza? Sono interrogativi di difficile risposta, che sicuramente richiedono una valutazione precisa di caso in caso. Salvadori, che ha visto le immagini dell'incidente, si è fatto una sua idea e vuole comunque ragionare in un'ottica che vada al di là del singolo caso. "La sicurezza è una scienza e non si può improvvisare. Ripeto, questa sarà la missione che porterò avanti, ma con l'unico scopo di fare in modo che cose del genere in futuro si riducano e ripeto, si faccia il massimo su questo argomento, cosa che non è stata fatta in questa gara a cui Luca ha partecipato...tant'è che ho parlato con alcuni piloti che seguivano Luca e che dopo questo incidente mi hanno detto di essere intenzionati a smettere perché non si può giocare con la vita di piloti, che sono animati da un sacro e sano entusiasmo ma che si affidano a delle organizzazioni totalmente incompetenti". 

I video di Luca

Precedentemente, Maurizio aveva lanciato un sondaggio, per chiedere agli utenti del canale di Luca e più in generale agli appassionati di moto se sarebbero stati d'accordo nel pubblicare gli ultimi video del figlio youtuber. Compreso quello rimasto a metà, che sarà completato dai suoi collaboratori con la finale del National Trophy, gara che ha visto la rinuncia di Filippo Rovelli e l'assegnazione postuma del titolo a Salvadori.

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