Dakar 2021 - Intervista Franco Picco: "Questa Fantic mi piace già"
Il pilota vicentino porterà al debutto la moto veneta tra le dune dell'Arabia Saudita: "Vogliamo arrivare al traguardo, non pensiamo alla posizione". Il percorso è promosso: "Qua ci sono gli spazi giusti per un rally"
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Come si dice: fatto trenta, facciamo trentuno, e Franco Picco deve avere preso il detto alla lettera, perché il 2 gennaio da Ha'il partirà ancora una volta per la Dakar. E se vogliamo contare anche le tre edizioni dell'Africa Eco Race, a tutti gli effetti l'erede della mitica maratona africana con rotta sulla capitale del Senegal, si tratta proprio del 31esimo via (tra tutte le categorie).
L'inossidabile pilota vicentino ormai ha timbrato le 66 primavere, ma non smette di stupire per la passione che mette nel proprio lavoro. E visto che a pochi chilometri di distanza da casa sua c'è la sede di Fantic Motor, azienda in cerca di esperienza nei rally africani, il matrimonio è arrivato come la più logica delle conclusioni per entrambe le parti. “Cosa ci vuoi fare? È venuta fuori questa possibilità e mi piace l'idea di Fantic. Vogliono fare una moto a misura di privati, un mezzo con cui uno si può iscrivere senza impegnare la casa e puntare a un buon risultato”.
Debutto a metà
La Fantic XEF 450 Rally, si sa, ha una solida base Yamaha, ma si tratta pur sempre di una moto modificata rispetto alla cugina e necessita di un “collaudo” all'altezza delle ambizioni. Se tutto andrà come si spera, a Dosson di Casier potranno mettere una moto pronto gara in vetrina a cifre decisamente più abbordabili rispetto alla più blasonata concorrenza. “La prima cosa che mi viene da dire è che mi fa strano non avere la pedalina d'avviamento, ma si vede che sanno quello che fanno! Battute a parte – prosegue Picco- sono andato a girare a Montagnana e sono andato subito più forte che con la vecchia Husqvarna. L'ho sentita immediatamente più leggera e guidabile, grazie ai serbatoi che sono più centrali. Poi abbiamo migliorato rapportatura e sospensioni”.
Obiettivi
Picco è intenzionato a prendere la gara con il giusto passo. “Puntiamo ad arrivare, non conta la posizione. Chiaramente non vogliamo andare piano, anche perché se non hai un buon passo trovi la pista troppo rovinata e finisci in mezzo ad auto e camion”. L'ultima partecipazione di Franco è stata nella categoria Malle Moto: correre per una casa però ha tutto un altro sapore. “Avere chi si prende cura della moto è una bella comodità, e quest'anno avrò anche il massaggiatore. La squadra è ben composta, perché come meccanico avrò Fernando (Prades, ndr), che ha realizzato i serbatoi. Avremo anche un camion a cui appoggiarci: insomma, affrontiamo la gara ben equipaggiati. D'altro canto avrò un po' più di pressione rispetto a correrla da privato, ma sarà positivo”.
La gara
Si correrà sempre in Arabia Saudita, ma ci saranno diverse novità. “L'anno scorso siamo andati verso nord e poi siamo scesi, mentre quest'anno partiremo da Ha'il e ci dirigeremo direttamente verso sud. Le ultime tappe saranno al contrario rispetto all'anno scorso. Ho sentito parlare tanto di sabbia, ma non solo. Secondo me troveremo comunque condizioni piuttosto miste”. Picco promuove il nuovo format della Dakar: “Rispetto all'America Latina ci sono temperature migliori: di notte fa freddo, di giorno non arriviamo ai 50 gradi. E poi abbiamo spazi adeguati”.
Il regolamento
Tra le varie novità, Picco ne promuove una in particolare: “Il road book consegnato alla mattina ha livellato un po' le prestazioni tra ufficiali e privati, mentre sulle gomme si è agito per evitare nuovamente problemi con i top rider, che effettivamente hanno avuto un po' troppi problemi”. E il road elettronico? “Vedremo cosa succederà: diventerà obbligatorio solo l'anno prossimo, per ora riguarda solo gli Elite”. Picco è pronto, e con Fantic non si pone limiti. “Cosa farò dopo la Dakar? Se riesco ancora a fare il pilota a un certo livello è perché vado in moto tutto l'anno. Io non faccio allenamenti, mi tengo in movimento. Per cui potrebbe anche piacermi l'idea di fare l'Africa Eco Race a marzo, sempre con Fantic. Ma prima vogliamo vedere come andrà questa gara, poi ne parleremo”.
L'inossidabile pilota vicentino ormai ha timbrato le 66 primavere, ma non smette di stupire per la passione che mette nel proprio lavoro. E visto che a pochi chilometri di distanza da casa sua c'è la sede di Fantic Motor, azienda in cerca di esperienza nei rally africani, il matrimonio è arrivato come la più logica delle conclusioni per entrambe le parti. “Cosa ci vuoi fare? È venuta fuori questa possibilità e mi piace l'idea di Fantic. Vogliono fare una moto a misura di privati, un mezzo con cui uno si può iscrivere senza impegnare la casa e puntare a un buon risultato”.
Debutto a metà
La Fantic XEF 450 Rally, si sa, ha una solida base Yamaha, ma si tratta pur sempre di una moto modificata rispetto alla cugina e necessita di un “collaudo” all'altezza delle ambizioni. Se tutto andrà come si spera, a Dosson di Casier potranno mettere una moto pronto gara in vetrina a cifre decisamente più abbordabili rispetto alla più blasonata concorrenza. “La prima cosa che mi viene da dire è che mi fa strano non avere la pedalina d'avviamento, ma si vede che sanno quello che fanno! Battute a parte – prosegue Picco- sono andato a girare a Montagnana e sono andato subito più forte che con la vecchia Husqvarna. L'ho sentita immediatamente più leggera e guidabile, grazie ai serbatoi che sono più centrali. Poi abbiamo migliorato rapportatura e sospensioni”.
Obiettivi
Picco è intenzionato a prendere la gara con il giusto passo. “Puntiamo ad arrivare, non conta la posizione. Chiaramente non vogliamo andare piano, anche perché se non hai un buon passo trovi la pista troppo rovinata e finisci in mezzo ad auto e camion”. L'ultima partecipazione di Franco è stata nella categoria Malle Moto: correre per una casa però ha tutto un altro sapore. “Avere chi si prende cura della moto è una bella comodità, e quest'anno avrò anche il massaggiatore. La squadra è ben composta, perché come meccanico avrò Fernando (Prades, ndr), che ha realizzato i serbatoi. Avremo anche un camion a cui appoggiarci: insomma, affrontiamo la gara ben equipaggiati. D'altro canto avrò un po' più di pressione rispetto a correrla da privato, ma sarà positivo”.
La gara
Si correrà sempre in Arabia Saudita, ma ci saranno diverse novità. “L'anno scorso siamo andati verso nord e poi siamo scesi, mentre quest'anno partiremo da Ha'il e ci dirigeremo direttamente verso sud. Le ultime tappe saranno al contrario rispetto all'anno scorso. Ho sentito parlare tanto di sabbia, ma non solo. Secondo me troveremo comunque condizioni piuttosto miste”. Picco promuove il nuovo format della Dakar: “Rispetto all'America Latina ci sono temperature migliori: di notte fa freddo, di giorno non arriviamo ai 50 gradi. E poi abbiamo spazi adeguati”.
Il regolamento
Tra le varie novità, Picco ne promuove una in particolare: “Il road book consegnato alla mattina ha livellato un po' le prestazioni tra ufficiali e privati, mentre sulle gomme si è agito per evitare nuovamente problemi con i top rider, che effettivamente hanno avuto un po' troppi problemi”. E il road elettronico? “Vedremo cosa succederà: diventerà obbligatorio solo l'anno prossimo, per ora riguarda solo gli Elite”. Picco è pronto, e con Fantic non si pone limiti. “Cosa farò dopo la Dakar? Se riesco ancora a fare il pilota a un certo livello è perché vado in moto tutto l'anno. Io non faccio allenamenti, mi tengo in movimento. Per cui potrebbe anche piacermi l'idea di fare l'Africa Eco Race a marzo, sempre con Fantic. Ma prima vogliamo vedere come andrà questa gara, poi ne parleremo”.
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