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Botturi lancia la sfida all'Africa Eco Race: "Voglio fare il colpo grosso"

Il pilota di Lumezzane punta al successo nella prossima edizione, al via il 30 dicembre: "Vogliamo alzare l'asticella. La moto si è evoluta sotto tanti aspetti, io e Pol facciamo una bella squadra insieme. Avremo più avversari del solito, ma va bene così"

È cosa nota che Alessandro Botturi abbia un passato da rugbista – tra l'altro di ottimo livello – ed evidentemente il campione di Lumezzane ha conservato quello spirito di squadra che è patrimonio della palla ovale. Il Bottu è sempre più un uomo Yamaha, con un ruolo che, a giudicare da come si esprime, va al di là del semplice mestiere di pilota. A pochi giorni dal via dell'Africa Eco Race, i tempi sono maturi per un bilancio di fine anno.

 

Sei soddisfatto del tuo 2023?

È stata una bella stagione: ho fatto secondo al campionato italiano motorally, ci siamo giocati il titolo fino all'ultima gara. Ho fatto secondo di categoria, terzo assoluto all'ultima gara. Correre con i bicilindrici è qualcosa di particolare, ma li abbiamo portati davvero in alto. Al Transanatolia sono arrivato secondo assoluto, quindi bene. Le case ufficiali si stanno buttando tutte tra i bicilindrici, all'Africa Eco Race ci saranno Aprilia e Harley-Davidson, arriveranno altre marche in futuro. Noi però siamo stati quelli che hanno tracciato la linea per primi, un bravo va anche a tutte le persone di Yamaha Italia, che ci hanno creduto.

 

Come è cambiata la moto?

Si è sviluppata molto, abbiamo lavorato tanto. Abbiamo cambiato il forcellone, abbiamo cambiato le biellette, abbiamo cambiato i serbatoi posteriori, dove siamo passati alla plastica. Abbiamo portato dei miglioramenti al motore, all'airbox. Ci sono tante cose nuove sul T7, come è giusto che sia per una casa che vuole continuare a evolvere il proprio prodotto.

 

Nell'ultima AER dove sareste potuti arrivare, al netto degli imprevisti?

L'anno scorso era partita bene: ho vinto una tappa, ero competitivo, ma l'obiettivo reale era il quarto posto, sapevamo che in Mauritania avremmo sofferto tanto, ed è andata più o meno come ci aspettavamo.

E quest'anno, si può fare di più?

Quest'anno le cose cambiano un pochino, l'asticella sarà un pelo più alta e non nascondo che l'obiettivo è fare il colpo grosso.

 

Per vincere con una moto come la vostra bisognerà attaccare in Marocco e difendersi in Mauritania?

L'obiettivo è proprio questo: fare bene in Marocco, intanto uscire bene dalla prima settimana. E poi, in Mauritania, come dico sempre, bisognerà vivere giorno per giorno. Guarderemo dove potremo arrivare un passo alla volta. Però, secondo me, bisogna partire subito competitivi dalle prime tappe. Saremo io e Pol, abbiamo un obiettivo importante, sicuramente ci aiuteremo parecchio, siamo una bella squadra. Sappiamo che non siamo l'unica casa in forma ufficiale con il bicilindrico e l'obiettivo sarà innanzitutto stare davanti ai nostri competitor.

 

Il Ténéré, per quello che è diventato oggi, è una moto anche per chi inizia, o richiede un percorso di avvicinamento?

La forza di queste moto adventure è che non hanno un utilizzo solo specifico, non le usi solo in fuoristrada. Le puoi usare per fare tutto, per fare il giro con la fidanzata la domenica e usarle anche all'italiano motorally, o alle cavalcate... e andarci addirittura in Africa. La moto di serie parte con una base già molto alta e avvicina tanta gente proprio per quello. Ci vai con la moglie, ci vai con gli amici.

 

È la moto per gli uomini sposati?

Dai sì (ride, ndr). Diciamo che è la moto per gente già matura: hai una sola moto nel box e ci fai un po' di tutto!

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