In fin di vita Anthony Gobert, il talento maledetto del Down Under
Come un fulmine a ciel sereno, la notizia è stata diffusa via social direttamente da Aaron e Alex, fratelli del talento australiano classe ‘75, il quale ha confermato che The Go Show è ormai sottoposto a cure palliative a seguito di una malattia che l’ha recentemente colpito
Arriva come un fulmine a ciel sereno il post Facebook pubblicato dai fratelli Aaron e Alex, per avvertire amici e appassionati di tutto il mondo delle condizioni di Anthony Gobert: “È con tristezza che dobbiamo annunciare che Anthony è attualmente ricoverato in cure palliative e si trova nelle fasi finali della sua vita a seguito di una breve malattia. Daremo tutti gli aggiornamenti a tempo debito”.
Un cielo che sereno non è mai stato, per il fenomeno del Down Under, infatti l'ex campione in questi ultimi anni ci aveva “abituato” a notizie preoccupanti, però mai di questo calibro, mai così vicine all’ineluttabile. Questo sembra invece essere l’ultimo giro di una vita condotta al limite, che ha fatto innamorare tanti appassionati dello stile “The Go Show”, ma che altrettanto ha fatto preoccupare per la dimensione umana - e tragica - dell’uomo Anthony. È stato definito in ogni modo: rockstar, meteora o scapestrato. Ha condensando in sé quell’impasto di talento e sregolatezza che tratteggia i contorni di una leggenda quasi romantica; celando ai più quella che è in realtà un’autentica dannazione personale.
Ci sembra giusto comunque rendere omaggio all’uomo e al pilota ricordando le sue imprese migliori: quelle della pista.
Gli acuti di un talento unico
Gobert fece la sua prima folgorante apparizione nel 1994 - a soli 19 anni - partecipando come Wild Card all’ultima tappa del Mondiale SBK, tenutasi proprio in “casa sua”, a Philip Island. Già laureatosi Campione Australiano SBK, il futuro The Go Show centrò subito una pole position, un terzo posto e una vittoria in Gara-2. Biglietto da visita pesante che lo portò a firmare per il biennio successivo con il team Kawasaki Muzzy, correndo una prima intera stagione mondiale in sella a una ZXR 750, per passare poi alla più evoluta ZX7 RR. Otterrà in totale 5 vittorie, spuntando un 4° posto come miglior piazzamento finale (1995).
Nel 1997 arrivò così il grande salto verso la classe prototipi, con l’ingaggio del team ufficiale Suzuki Lucky Strike. Con la RGV Γ 500 Gobert partecipò a 9 GP in totale, prima dell’estromissione per doping avvenuta a seguito dei controlli richiesti dallo stesso produttore giapponese. Il biennio 1998/199 l’ha visto tornare in sella, con Ducati, nella serie AMA Superbike; dove gli ottimi risultati ottenuti non sono sufficienti a “salvarlo” dall’ennesimo travaglio con la giustizia sportiva.
The Go Show, ormai noto al mondo per il suo stile spericolato, funambolico e al contempo efficace, in grado di mettersi alle spalle con apparente semplicità anche i nomi più blasonati, fa ritorno nel Mondiale SBK solamente nel 2000, rendendosi protagonista del ritorno alla vittoria del marchio Bimota dopo 11 anni, alla guida di una SB8R, sul circuito di Philip Island (ovvio, no?). In questa occasione ad essere problematico fu però lo stato economico del team MVR Bimota Exp, che chiuse i battenti anzitempo lasciandolo nuovamente a piedi. La stagione venne dunque chiusa da Anthony con la partecipazione al GP di Donington Park in classe 500, con la Modenas KR3 del Team Proton, più ulteriori tre gare del Campionato SBK britannico, questa volta con Yamaha. Proseguì negli anni successivi intervallando apparizioni sporadiche in campionati nazionali, senza trovare una nuova continuità per il proprio impegno agonistico.
Raccontare fedelmente la figura di Anthony “The Go Show” Gobert prescindendo da eccessi, temperamento e inquietudini, è un esercizio complicato. Per quanto possibile, abbiamo scelto di lasciare tutto ciò ai margini, volutamente; poiché troviamo che sia questo il giusto modo per farlo, specialmente ora. Omaggiando ciò che in fin dei conti sta più a cuore a noi appassionati: il talento purissimo di un pilota.