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8 ore di Suzuka, Sahara (Suzuki): il motorsport può essere sostenibile

Nei paddock del circuito di Suzuka abbiamo potuto intervistare Shinichi Sahara, Project Leader del Team Suzuki CN Challenge che porterà in gara una GSX-R 1000 "ecosostenibile"

Una sfida presente, che guarda al futuro

Può il motorsport diventare sostenibile? È possibile coniugare la ricerca della prestazione assoluta con il rispetto per l'ambiente? In Suzuki sono convinti di sì, tanto da raddoppiare gli sforzi alla 8 ore di Suzuka schierando, oltre al team ufficiale Sert, anche il Team CN Challenge che porterà in gara una Gixxer alimentata con uno speciale biocarburante realizzato con il 40% di materiale biologico (a tal proposito è stata creata appositamente la classe Experimental, che da quest'anno va ad affiancare la Open EWC e la Stock). La moto, oltre a questo, adotterà anche gomme Bridgestone realizzate con una percentuale maggiore (rispetto alle altre in gara) di materiale di riciclo, carene e parafanghi in fibra di recupero, dischi freno privi di trattamento termico e pastiglie realizzate per disperdere una minore quantità di polveri. Non si tratta  di un esperimento fine a se stesso (Suzuki è un colosso, ogni sua mossa è studiata nei dettagli e scalabile in ogni ramo del gruppo) ma di un progetto partito ufficialmente qualche mese fa e già in grado di reggere il colpo di una delle gare più provanti al mondo. Per conoscere meglio il progetto, abbiamo potuto fare quattro chiacchiere con Shinichi Sahara,  Project Leader del Team Suzuki CN Challenge, uomo esperto, non a caso già a capo del team Sert.

Quanto è rilevante il progetto CN Challenge? È di grande importanza. Dopo il nostro ritiro dalla MotoGP, ci siamo concentrati sulla mobilità sostenibile e questo progetto ne è una chiara espressione. Siamo alla 8 Ore di Suzuka con una moto alimentata da biocarburante e dotata di varie soluzioni a basso impatto ambientale. Crediamo fermamente che questa sia la direzione giusta per il futuro degli sport motoristici e siamo orgogliosi di essere i pionieri in questa sfida.

La vostra partecipazione nella classe Experimental può incoraggiare altri marchi a investire in progetti sostenibili o alternativi? Ne sono convinto. Sarebbe fantastico avere concorrenti nella classe Experimental, perché questo porterebbe a una competizione diretta tra diverse case e le loro tecnologie, rendendo tutto ancora più stimolante.

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Ci saranno applicazioni anche nella produzione di serie? Le tecnologie sviluppate per la sostenibilità, come il biocarburante e i pneumatici sperimentali, potranno essere applicate anche alla produzione di serie. Tuttavia, è difficile prevedere esattamente quando vedremo una GSX-R stradale con tutte le soluzioni eco-sostenibili che stiamo sviluppando in pista.

Siete soddisfatti del potenziale mostrato finora, nonostante siate solo all'inizio di questo percorso? C'è ancora molto margine di miglioramento. Abbiamo iniziato a lavorarci solo pochi mesi fa e questo è un progetto a lungo termine. Ma l'obiettivo finale è uno solo: avere una moto vincente e 'carbon neutral' che dimostri come velocità e sostenibilità possano coesistere nelle corse.

 

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