Yamaha registra il marchio R9. Sta pensando a una nuova supersportiva?
Da pochi giorni la Casa di Iwata ha registrato il marchio R9 in Europa e in Australia, e, all’inizio dell’anno, aveva registrato in Giappone un’intera gamma di marchi “R” con tutti i numeri da 1 a 9 più R15 ,R20 e R25. Ci sono quindi diversi motivi per aspettarsi una Yamaha supersportiva derivata dalla MT-09
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Quanti indizi servono per fare una prova? Perché non c’è nulla di ufficiale ma ci sono diversi motivi per aspettarsi una Yamaha supersportiva derivata dalla MT-09 e chiamata R9. La considerazione nasce dal fatto che da pochi giorni la Casa di Iwata ha registrato il marchio R9 in Europa e in Australia, e all’inizio dell’anno aveva registrato in Giappone un’intera gamma di marchi “R” con tutti i numeri da 1 a 9 più R15 ,R20 e R25.
Vuoto da riempire
A questo punto bisogna osservare che nella gamma delle supersportive Yamaha è rimasto un vuoto: ci sono la R125 da 15 cavalli per i neofiti, la R3 da 42 cavalli per le patenti A2, la nuova R7 da 73 cavalli (qui tutte le informazioni) e dopo il lungo salto verso i 200 cavalli della R1, senza uno step intermedio. C’è un buco creatosi con la cessazione della produzione della YZF-R6 come modello stradale: oggi l’unica versione disponibile è la R6 Race da pista, che non può venire immatricolata per la circolazione su strada pubblica.
Considerando che le famiglie ”R” e “MT” sono sempre più vicine tra loro e ci sono diversi modelli carenati “R” e naked “MT” basati sugli stessi telai e sugli stessi motori; considerando anche che la MT-09 ha più o meno la stessa potenza della R6, 119 cavalli, viene spontaneo fare 2 + 2. Tanto più che sul mercato le alternative a tre cilindri non sono molte, e nel mercato delle supersportive di media cilindrata c’è spazio per inserirsi.
Marchi difensivi
Resta la curiosità per la quantità di marchi “R” registrati in Giappone. In buona parte potrebbe essere semplicemente un’operazione di “protezione”, visto che numerosi di quei modelli esistono già e altri come R5 o R8 non avrebbe molto senso; però in India viene già commercializzata la R150, una versione maggiorata della R 125 destinata ai mercati orientali, e di recente ne è stata sorpresa una nuova versione in fase di collaudo. Il nome R2 le starebbe a pennello…
Vuoto da riempire
A questo punto bisogna osservare che nella gamma delle supersportive Yamaha è rimasto un vuoto: ci sono la R125 da 15 cavalli per i neofiti, la R3 da 42 cavalli per le patenti A2, la nuova R7 da 73 cavalli (qui tutte le informazioni) e dopo il lungo salto verso i 200 cavalli della R1, senza uno step intermedio. C’è un buco creatosi con la cessazione della produzione della YZF-R6 come modello stradale: oggi l’unica versione disponibile è la R6 Race da pista, che non può venire immatricolata per la circolazione su strada pubblica.
Considerando che le famiglie ”R” e “MT” sono sempre più vicine tra loro e ci sono diversi modelli carenati “R” e naked “MT” basati sugli stessi telai e sugli stessi motori; considerando anche che la MT-09 ha più o meno la stessa potenza della R6, 119 cavalli, viene spontaneo fare 2 + 2. Tanto più che sul mercato le alternative a tre cilindri non sono molte, e nel mercato delle supersportive di media cilindrata c’è spazio per inserirsi.
Marchi difensivi
Resta la curiosità per la quantità di marchi “R” registrati in Giappone. In buona parte potrebbe essere semplicemente un’operazione di “protezione”, visto che numerosi di quei modelli esistono già e altri come R5 o R8 non avrebbe molto senso; però in India viene già commercializzata la R150, una versione maggiorata della R 125 destinata ai mercati orientali, e di recente ne è stata sorpresa una nuova versione in fase di collaudo. Il nome R2 le starebbe a pennello…
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