Ducati in vendita? VW: "Serve nuova via per la crescita"
In casa Volkswagen si torna a parlare di Ducati e del suo futuro nel gruppo tedesco. Il CEO Herbert Deiss ha spiegato a Bloomberg TV che le ipotesi potrebbero essere due: o le si trova un’altra “collocazione”, oppure si valuterà se venderla al miglior offerente
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Che ne sarà di Ducati
Del destino di Ducati in casa Volkswagen se n’è parlato più volte. A riaprire il dossier ora il nuovo CEO Herbert Deiss che, dopo il recente annuncio riguardante l’intenzione di procedere ad una importante ristrutturazione del Gruppo voluta per ottimizzare costi e risorse con la divisione dei marchi in tre macro aree, aveva anche ventilato l’ipotesi di uno scorporo. Tradotto significava la possibile messa in vendita del marchio controllato da Audi o, in alternativa, una quotazione in borsa della nuova società. Strategia simile quest’ultima a quella recentemente attuata dal gruppo FCA con lo scorporo di Iveco prima e di Ferrari poi. Intervistato da BloombergTV a pochi mesi di distanza, Deiss torna sull’argomento, chiarendo che le ipotesi potrebbero a questo punto essere due: “o troviamo una nuova via utile alla crescita di Ducati, oppure - ha detto Deiss - dovremo cercare un nuovo acquirente”. Nonostate l'elevato valore di Ducati, la seconda ipotesi è certamente la meno “gradita”, essendo il marchio italiano, con una crescita media dell’8,2% sulle vendite del primo semestre 2018, tra i migliori del Gruppo insieme a Porsche, che è cresciuta rispetto allo scorso anno del 18%. In tal senso, Skoda, Bentley e persino Audi sono, rispetto a Ducati, in netto ritardo. Tra le due ipotesi, la più allettante sarebbe quindi proprio la prima: l’idea potrebbe essere quella di formare una sorta di Gruppo Ducati all’interno del quale raggruppare altri brand motociclistici. Una strategia non dissimile, anzi, da quanto fatto da Harley-Davidson con Buell, da Ktm con Husqvarna e, esempio questo ancor più calzante, dal Gruppo Piaggio con le sue Aprilia, Vespa e Moto Guzzi. Difficile però, o quantomeno rischioso, spingersi troppo in là con le ipotesi: staremo a vedere nei prossimi mesi.
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