Dieselgate: Volkswagen taglia di 30mila posti e punta sull'elettrico
Tagli per 30.000 posti di lavoro e un risparmio di 4 miliardi di euro nei prossimi 4 anni, è l’accordo chiuso da Volkswagen con i suoi stessi lavoratori, per i quali sono previste uscite morbide, prepensionamenti e l’inserimento di 9.000 persone nel progetto di rilancio che punta tutto sull'elettrico
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Industria e finanza
Accordo con i lavoratori
“Taglio agli investimenti e a 30mila posti di lavoro”. Queste, almeno stando a quanto riportato dal quotidiano tedesco Handelsblatt, le intenzioni di Volkswagen per uscre dala crisi innescata dal dieselgate. L’obbiettivo dovrebbe essere quello di ridurre i costi di quasi 4 miliardi nei prossimi quattro anni. Attualmente sono oltre 610mila i dipendenti del colosso tedesco: i tagli riguarderebbero un 5% dell’organico totale e su quei 30.000 tagli decisi, 23.000 sarebbero nella sola Germania. Indiscrezioni riportate da Bloomberg riferiscono inoltre di un accordo con i rappresentanti dei lavoratori preso con l'intesa di non procedere ai licenziamenti fino al 2025 e, al contrario, di “uscite morbide”, pensionamenti anticipati e il coinvolgimento di 9.000 persone nei progetti riguardanti il futuro, vale a dire l’elettrico. Reduce dallo scandalo Dieselgate e oggi alle prese con la nuova inchiesta riguardante i cambi automatici Audi, Volkswagen si attrezza così per una transizione in realtà già annunciata, ma delle cui tempistiche si sa - ovviamente - ancora molto poco. I tagli decisi dal colosso tedesco, e quindi gli obiettivi di risparmio, riguardano per 3 miliardi gli stabilimenti tedeschi e per 700 milioni quelli nel resto del mondo, con America del Nord e Brasile in prima posizione. L’accordo è stato preso con il capo del consiglio di fabbrica Bern Osterloh, il quale in cambio ha ottenuto - citiamo ancora l’Handelsblatt - la garanzia della "sopravvivenza di tutti gli stabilimenti" e "garanzie sociali come i prepensionamenti”.
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