Vespa d'epoca: tutte le iniziative per salvarle dall'Europa
Recentemente è stata depositata una proposta di legge per inserire la Vespa tra i veicoli di interesse nazionale. Una delle tante “soluzioni” pensate per salvare lo scooter di Pontedera dalla scure UE
Salvare Vespa
Definita lo scorso anno “unica e inimitabile” dal Tribunale UE in occasione della causa avviata da Piaggio contro il colosso cinese Zhejiang Zhongneng Industry Group Co, la Vespa dovrebbe essere inserita tra i veicoli di interesse nazionale. Questo, almeno, secondo la Lega di Matteo Salvini, preoccupata dalle politiche del Grean deal europeo, che potrebbero portare a un blocco definitivo per il mitico scooter di Pontedera spinto, nelle versioni d'epoca, da un inquinante motore 2 tempi.
“Dopo il Salva-Casa, vogliamo salvare quest’icona rivoluzionaria degli anni ‘50 e ‘60 che ha rappresentato uno spaccato dell’Italia e degli italiani e che, tutt’oggi, con oltre 20 milioni di modelli venduti e circolanti nel mondo, oltre 140 evoluzioni delle varie versioni e 615 Vespa club sul solo territorio nazionale con 90 mila iscritti, è uno dei nostri simboli più riconosciuti”, scrive in una nota il partito di Matteo Salvini. “Un’espressione storica, culturale, artistica del nostro Paese - si legge ancora - che non può fermarsi ma che deve essere tutelata a tutti gli effetti anche dalle politiche europee del green deal”.
La proposta di legge, che appunto mira a riconoscere la Vespa Piaggio come patrimonio culturale nazionale in Italia, è stata depositata: l’intento, è quello di “aggirare” le future e sempre più stringenti normative in fatto di emissioni e, quindi, a cascata di circolazione.
Le Vespa storiche possono circolare?
A onor di cronaca, dobbiamo però ricordare che, in alcuni casi, o meglio, nella maggior parte dei comuni, anche le Vespa più “attempate”, cioè le due tempi euro zero, possono comunque circolare senza limitazioni per ciò che riguarda le emissioni di inquinanti, godendo inoltre di agevolazioni fiscali quali ad esempio l’esenzione del bollo (o il pagamento in misura ridotta). Requisito fondamentale è l’iscrizioni ad un registro: con certificato di rilevanza storica riportato a libretto, i mezzi più anziani hanno tendenzialmente il via libera, pur con qualche variabile restrizione. Come accennato, a decidere sono però i singoli comuni ma, coi tempi che tirano, per citare ancora la Lega, la scure del Green Deal europeo potrebbe presto o tardi abbattersi anche sulla Vespa.
Altre iniziative a favore di Vespa
Quella che la vorrebbe iscritta tra i veicoli di interesse nazionale non è di certo la prima iniziativa presa per salvaguardare la Vespa: lo scorso 23 aprile (data non casuale ma, anzi, coincidente con il primo brevetto Vespa depositato lo stesso giorno del 1946), il Consiglio regionale della Toscana aveva infatti approvato, sempre su proposta della Lega, una mozione per riconoscerla come patrimonio Unesco per una adeguata valorizzazione come patrimonio culturale italiano. Stesso discorso per ciò che riguarda il consiglio regionale della Lombardia che, sempre su spinta della Lega, ha approvato una simile mozione trovando per di più sponda nel Pd: “Un riconoscimento- spiegava il consigliere Pd Matteo Piloni - senz’altro doveroso, un omaggio al genio industriale del nostro Paese. Lo scooter inconfondibile e iconico è tra i prodotti industriali italiani che hanno fatto la storia del design e del made in Italy”. Ultima, ma solo dal punti di vista cronologico, l’iniziativa portata avanti dal consiglio regionale della Calabria che, il 1 agosto di quest’anno, ha fatto pressioni sul governo per “ottenere la tutela della Vespa del ‘900 dalle limitazioni della circolazione dei mezzi a benzina, previste dalle misure contenute nel Green Deal europeo affinché non vada disperso un patrimonio culturale simbolo della tecnologia e dello stile del nostro Paese attraverso il riconoscimento di Patrimonio Culturale Italiano”.