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USA, dopo Harley-Davidson anche Indian se ne va

Per sfuggire ai dazi di Bruxelles, come Harley-Davidson anche Indian avrebbe preso in seria considerazione l’idea di spostare parte della produzione in Europa. Furioso, Donald Trump minaccia di essere in trattative (non meglio specificate, va da sé) per portare negli USA nuove aziende che rubino il posto ai “traditori”
Tra bluff e minacce
Intanto che si aspetta una risposta di Harley-Davidson alla dura minaccia di Donald Trump - che sui social continua tra l’altro a punzecchiare la Casa di Milwaukee con “offese” del tipo “non siete veri americani” - dagli States arriva notizia di un nuovo possibile "traditore". Parliamo di Polaris e dalla su americanissima Indian che, nonostante la pubblicità super patriottica pubblicata sui social fino pochi giorni fa, avrebbe anche lei preso in seria considerazione l’idea di trasferire parte della produzione in Europa. Anche in questo caso, ovviamente, la motivazione è da cercare nei dazi imposti da Bruxelles in risposta a quelli decisi da Trump su acciaio e alluminio. Contromisure che costerebbero all’azienda una cifra vicina ai 15 milioni di dollari, sicuramente meno rispetto ai 200 preventivati da H-D, ma capaci comunque di creare serie difficoltà all’espansione del marchio al di fuori degli USA.  Con una mail inviata al quotidiano Minneapolis/St. Paul Business Journal, Jess Rogers dell'ufficio stampa di Polaris ha spiegato: “Le recenti tariffe imposte dalla UE ci hanno richiesto tempo, energia e denaro per valutare i piani di lavoro per il futuro. Questi includono la possibilità di spostare parte della produzione dei modelli Indian destinati all'Europa dalla Iowa alla nostra struttura posta in Polonia”.
A quanto pare la strategia di Trump per mantenere ed anzi aumentare i posti di lavoro negli Stati Uniti sta ottenendo l’effetto contrario a quello desiderato: furioso, il Tycoon, oltre alla minaccia di una “big tax” da imporre ai “traditori”, ha dato notizia, senza però specificare assolutamente nulla, di altre aziende nel settore delle due ruote intenzionate ad approdare negli Sates per “rubare” ad Harley l’onorevole status di “proudly made in the US”. Minacce a vuoto, bluff o verità?  Ciò che è certo è che la “guerra” è solo all’inizio…
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