Un piano europeo per la mobilità a pedali
Il Comitato delle Regioni dell'Unione Europea ha elaborato un progetto per favorire l’uso della bicicletta per gli spostamenti urbani. L’obiettivo è raddoppiare la presenza di ciclisti sulle strade del Vecchio Continente nei prossimi dieci anni con la realizzazione di piste ciclabili, politiche per migliorare la sicurezza di chi pedala e altri interventi di natura strutturale e informativa
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Green Planet
L’economia del ciclo vale 513 miliardi
Il Comitato delle Regioni dell'Unione Europea ha elaborato “Una tabella di marcia dell'UE per la mobilità ciclistica”, documento con proposte organiche per favorire la diffusione delle biciclette nelle città del Vecchio Continente. L’obiettivo è includere la “tabella” nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2018 per arrivare a raddoppiare gli spostamenti a pedali nel corso del prossimo decennio. Per raggiungere il proposito il Comitato elenca diverse disposizioni, quali la l’introduzione di una metodologia comune ai tutti i Paesi per la raccolta dei dati in modo da armonizzare le statistiche nazionali e di criteri minimi di qualità delle infrastrutture ciclistiche per i progetti pertinenti cofinanziati con i fondi dell'UE. Si richiede, inoltre, una migliore gestione della velocità in città e il varo di misure per rallentare il traffico come l’adozione di strade con limite di 30 km/h e attrezzate con ciclabili per rendere possibile gli spostamenti in sicurezza di pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti e altri utenti della strada. Tra le altre proposte di interesse citiamo pure la creazione di centro di informazione dove reperire buone pratiche, studi di casi, relazioni, possibilità di finanziamento e altri utili strumenti in materia di ciclabilità, nonché il sollecito di inserire tra le infrastrutture di trasporto trans-europee (Ten-T) la rete di piste ciclabili EuroVelo. Si tratta di 15 percorsi a pedali in fase di realizzazione che, di fatto, consentono di spostarsi per tutto il Vecchio Continenti in sella a una bici, meglio se elettrica. Le ragioni indotte dal Comitato delle Regioni per favorire i cicli sono i suoi benefici in termini di salute, ambiente ed economia. Un tema, quest’ultimo, supportato da studi che prevedono un incremento di 400.000 posti di lavoro con il raddoppio delle bici in circolazione e che definiscono la realizzazione delle infrastrutture ciclabili quelle con il migliore rapporto costo/benefici: ogni euro investito ne genera 5 di guadagni. A confermare gli effetti positivi dei cicli per i bilanci europei è il recente report Economic Benefits of Cycling dell’European Cyclists’ Federation (ECF), l’organizzazione continentale delle associazioni nazionali impegnate nel diffondere la cultura delle due ruote a pedali. Secondo lo studio l’industria dei cicli genere benefici esterni per 513,19 miliardi di euro l’anno, equivalenti a circa 1.000 euro annui per ogni cittadino europeo. La cifra non si riferisce alle entrate generate dai costruttori di bici e componenti, ma al risparmio ottenuto in termini di spese sanitarie (da sola vale 193 miliardi di euro), riduzione dello smog, vivibilità nei centri urbani, incremento del commercio locale e altri parametri.
Il Comitato delle Regioni dell'Unione Europea ha elaborato “Una tabella di marcia dell'UE per la mobilità ciclistica”, documento con proposte organiche per favorire la diffusione delle biciclette nelle città del Vecchio Continente. L’obiettivo è includere la “tabella” nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2018 per arrivare a raddoppiare gli spostamenti a pedali nel corso del prossimo decennio. Per raggiungere il proposito il Comitato elenca diverse disposizioni, quali la l’introduzione di una metodologia comune ai tutti i Paesi per la raccolta dei dati in modo da armonizzare le statistiche nazionali e di criteri minimi di qualità delle infrastrutture ciclistiche per i progetti pertinenti cofinanziati con i fondi dell'UE. Si richiede, inoltre, una migliore gestione della velocità in città e il varo di misure per rallentare il traffico come l’adozione di strade con limite di 30 km/h e attrezzate con ciclabili per rendere possibile gli spostamenti in sicurezza di pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti e altri utenti della strada. Tra le altre proposte di interesse citiamo pure la creazione di centro di informazione dove reperire buone pratiche, studi di casi, relazioni, possibilità di finanziamento e altri utili strumenti in materia di ciclabilità, nonché il sollecito di inserire tra le infrastrutture di trasporto trans-europee (Ten-T) la rete di piste ciclabili EuroVelo. Si tratta di 15 percorsi a pedali in fase di realizzazione che, di fatto, consentono di spostarsi per tutto il Vecchio Continenti in sella a una bici, meglio se elettrica. Le ragioni indotte dal Comitato delle Regioni per favorire i cicli sono i suoi benefici in termini di salute, ambiente ed economia. Un tema, quest’ultimo, supportato da studi che prevedono un incremento di 400.000 posti di lavoro con il raddoppio delle bici in circolazione e che definiscono la realizzazione delle infrastrutture ciclabili quelle con il migliore rapporto costo/benefici: ogni euro investito ne genera 5 di guadagni. A confermare gli effetti positivi dei cicli per i bilanci europei è il recente report Economic Benefits of Cycling dell’European Cyclists’ Federation (ECF), l’organizzazione continentale delle associazioni nazionali impegnate nel diffondere la cultura delle due ruote a pedali. Secondo lo studio l’industria dei cicli genere benefici esterni per 513,19 miliardi di euro l’anno, equivalenti a circa 1.000 euro annui per ogni cittadino europeo. La cifra non si riferisce alle entrate generate dai costruttori di bici e componenti, ma al risparmio ottenuto in termini di spese sanitarie (da sola vale 193 miliardi di euro), riduzione dello smog, vivibilità nei centri urbani, incremento del commercio locale e altri parametri.
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