Trump: se H-D lascia gli USA la boicotteremo
Trump torna all’attacco di Harley-Davidson, a qualche settimana dall'annuncio dello spostamento di parte della produzione fuori dagli USA. Il Presidente americano si è detto dalla parte dei consumatori che vorrebbero boicottare la casa di Milwaukee. Ma è solo l’ennesima scaramuccia nella guerra commerciale iniziata a giugno
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Trump vs. Harley-Davidson
Continua il braccio di ferro tra Donal Trump e Harley-Davidson. Dopo aver incontrato un gruppo di biker suoi sostenitori in New Jersey (dove ha trascorso alcuni giorni nel Golf Club di sua proprietà a Bedminster), con un tweet il Presidente USA si è congratulato con i consumatori decisi a boicottare la Casa di Milwaukee. “Molti proprietari di @harleydavidson - ha scritto sul social network - intendono boicottare l'azienda se la produzione si sposterà all'estero. Ottimo! Gran parte delle altre aziende stanno venendo nella nostra direzione, compresi i concorrenti di Harley. Una mossa sbagliata! Gli Stati Uniti avranno presto condizioni di parità, o anche migliori”.
Le tensioni tra il Tycoon e l’azienda motociclistica si sono intensificate a fine giugno, quando, lamentando una perdita di fatturato vicina ai 100 milioni di dollari, Harley-Davidson aveva accennato allo spostamento di parte della produzione all’estero. Il quell’occasione, Trump aveva reagito con la minaccia di una super-tassazione: “Se si trasferiscono - aveva twittato lo scorso 28 giugno - per loro sarà l'inizio della fine. Si arrendono, abbandonano la lotta. L'aura di H-D sparirà per sempre e l'Azienda verrà tassata come non mai”.
La decisione presa da Harley è conseguente ai dazi imposti da Bruxelles in risposta a quelli americani su acciaio e alluminio: stando alle dichiarazione fatte dalla Casa americana, la perdita di fatturato avrebbe infatti imposto un dislocamento in Asia della produzione di moto destinate all’Europa. Una decisione che, tuttavia, è stata interpretata dal Presidente USA come un'occasione colta con abile tempismo per realizzare una strategia decisa da tempo. “Harley-Davidson - diceva Trump - aveva già detto che avrebbe spostato le operazioni dal suo impianto a Kansas City verso la Thailandia. Molto prima dell'annuncio dei dazi. Quindi usano le barriere tariffarie/guerre commerciali semplicemente come una scusa”.
Le tensioni tra il Tycoon e l’azienda motociclistica si sono intensificate a fine giugno, quando, lamentando una perdita di fatturato vicina ai 100 milioni di dollari, Harley-Davidson aveva accennato allo spostamento di parte della produzione all’estero. Il quell’occasione, Trump aveva reagito con la minaccia di una super-tassazione: “Se si trasferiscono - aveva twittato lo scorso 28 giugno - per loro sarà l'inizio della fine. Si arrendono, abbandonano la lotta. L'aura di H-D sparirà per sempre e l'Azienda verrà tassata come non mai”.
La decisione presa da Harley è conseguente ai dazi imposti da Bruxelles in risposta a quelli americani su acciaio e alluminio: stando alle dichiarazione fatte dalla Casa americana, la perdita di fatturato avrebbe infatti imposto un dislocamento in Asia della produzione di moto destinate all’Europa. Una decisione che, tuttavia, è stata interpretata dal Presidente USA come un'occasione colta con abile tempismo per realizzare una strategia decisa da tempo. “Harley-Davidson - diceva Trump - aveva già detto che avrebbe spostato le operazioni dal suo impianto a Kansas City verso la Thailandia. Molto prima dell'annuncio dei dazi. Quindi usano le barriere tariffarie/guerre commerciali semplicemente come una scusa”.
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