Bergamo, la FMI denuncia: cavi d'acciaio per decapitare gli enduristi!
Tornano i cavi d'acciaio tesi sui sentieri per "fermare", o meglio uccidere i fuoristradisti. Ma stavolta l'episodio gravissimo è accaduto in provincia di Bergamo, la capitale del fuoristrada italiano: un giovane endurista ha evitato per un pelo tre cavi d’acciaio ad altezza collo, busto e gomme. La vicenda è stata denunciata dalla Federazione Motociclistica Italiana
Image
News
Cavi d'accaio come lame ad altezza uomo
“Durante un’uscita tra i sentieri in località Crocetta abbiamo trovato in tre punti cavi d’acciaio ad altezza collo, busto e gomme”: lo ho denunciato su Facebook il giovane Daniele Consonni, endurista di Terno d’Isola, ma nativo di Dossena (Bergamo). Consonni stava percorrendo una mulattiera in sella alla propria moto quando, fortunatamente, s’è accorto dei cavi d’acciaio: “Stavo per fare un grandino di roccia con la moto, in quel punto andavo molto piano. Ho notato un cavo che passava sulla mascherina, sopra il faro, e sono riuscito a fermarmi. Poi ho perlustrato il sentiero con l'amico che era con me. In 100 metri circa abbiamo trovato cavi in tre punti diversi”. Non è la prima volta che si verificano episodi di questa gravità. Nell’aprile del 2007 un motociclista 48enne era rimasto vittima di un cavo nel Modenese: la vicenda aveva portato all'incriminazione di un contadino della zona. Nel 2011 era invece morto un ragazzo di 19 anni a Frosolone (Isernia), anch'egli decapitato da un cavo d'acciaio. La gravità della situazione è stata denunciata e sottolineata dal Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Paolo Sesti, che ha dichiarato: “Un altro vergognoso episodio che fa tornare alla mente altri delitti compiuti nel passato con la stessa metodologia e che purtroppo hanno fatto due vittime. È inaccettabile! Solo per fortuna questa volta non si sono avuti esiti disastrosi. Faremo il massimo per fare luce sulle responsabilità, sensibilizzando le Autorità locali e nazionali a trovare i colpevoli e ad assicurarli alla giustizia. Daremo il massimo risalto possibile a questo gravissimo atto attraverso gli organi di informazione ma questo ci motiva ancora di più a proseguire sulla strada per far riconoscere i nostri diritti”.
Facciamo nostro l'invito del presidente Sesti: denunciate subito e segnalate anche a inSella.it eventuali altri tentativi di uccidere chi va in moto. Noi daremo il massimo risalto a queste segnalazioni, per aiutare i lettori a evitare simili pericoli durante le uscite fuoristrada.
“Durante un’uscita tra i sentieri in località Crocetta abbiamo trovato in tre punti cavi d’acciaio ad altezza collo, busto e gomme”: lo ho denunciato su Facebook il giovane Daniele Consonni, endurista di Terno d’Isola, ma nativo di Dossena (Bergamo). Consonni stava percorrendo una mulattiera in sella alla propria moto quando, fortunatamente, s’è accorto dei cavi d’acciaio: “Stavo per fare un grandino di roccia con la moto, in quel punto andavo molto piano. Ho notato un cavo che passava sulla mascherina, sopra il faro, e sono riuscito a fermarmi. Poi ho perlustrato il sentiero con l'amico che era con me. In 100 metri circa abbiamo trovato cavi in tre punti diversi”. Non è la prima volta che si verificano episodi di questa gravità. Nell’aprile del 2007 un motociclista 48enne era rimasto vittima di un cavo nel Modenese: la vicenda aveva portato all'incriminazione di un contadino della zona. Nel 2011 era invece morto un ragazzo di 19 anni a Frosolone (Isernia), anch'egli decapitato da un cavo d'acciaio. La gravità della situazione è stata denunciata e sottolineata dal Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Paolo Sesti, che ha dichiarato: “Un altro vergognoso episodio che fa tornare alla mente altri delitti compiuti nel passato con la stessa metodologia e che purtroppo hanno fatto due vittime. È inaccettabile! Solo per fortuna questa volta non si sono avuti esiti disastrosi. Faremo il massimo per fare luce sulle responsabilità, sensibilizzando le Autorità locali e nazionali a trovare i colpevoli e ad assicurarli alla giustizia. Daremo il massimo risalto possibile a questo gravissimo atto attraverso gli organi di informazione ma questo ci motiva ancora di più a proseguire sulla strada per far riconoscere i nostri diritti”.
Facciamo nostro l'invito del presidente Sesti: denunciate subito e segnalate anche a inSella.it eventuali altri tentativi di uccidere chi va in moto. Noi daremo il massimo risalto a queste segnalazioni, per aiutare i lettori a evitare simili pericoli durante le uscite fuoristrada.
Aggiungi un commento
Stupisce e sconforta che esistano persone capaci di una tale crudeltà... speriamo si scopra presto l'identità di questi potenziali assassini...
- Accedi o registrati per commentare