Moto usate - Suzuki V-Strom 650: meglio la prima o la seconda serie? Pregi, difetti e prezzi
Le vecchie V-Strom 650 prima e seconda serie sono galline vecchie che fanno buon brodo: si trovano a quotazioni basse e sono ancora valide. Quale scegliere? Scopriamolo insieme
Meglio la nuova o la “vecchia”?
La prima V-Strom arrivò sul mercato nel 2003, mentre per vedere la seconda serie dotata dell'ABS bisognò aspettare il my 2011. Si tratta di un modello che ha avuto un ottimo successo e l'offerta dell'usato è abbondate e ormai con quotazioni molto basse.
Per una prima serie non si va oltre i 2.000 euro, per una seconda serie prodotta fino al 2016 si pagano al massimo 3.500 euro.
Ma a cosa si rinuncia, scegliendo la prima V-Strom invece della seconda? Per scoprirlo abbiamo messo a confronto una Suzuki V-Strom 650 my ‘10 con una Suzuki V-Strom 650 ABS my ’11 .
Gran motore per entrambe
La Suzuki V-Strom 650 è arrivata sul mercato nel 2003: da allora al 2011 in Italia ne sono state vendute ben 18.000 unità, ovviamente appartenenti alla vecchia versione. Il suo segreto? È una moto che bada molto alla sostanza e poco alle apparenze (e infatti l’estetica non è mai stata il suo punto di forza… ). Al centro di tutto c'è il motore bicilindrico di 645 cm3 a V di 90° davvero ben riuscito, potente il giusto (62,4 a 9.000 giri i cavalli rilevati alla ruota dal nostro centro prove sulla “vecchia versione), dalle vibrazioni contenute, ma soprattutto parco nei consumi (mediamente si sfiorano i 18 km/l), dote molto apprezzata di questi tempi. La versione successiva propone il bicilindrico a V di 645 cm3 a prima vista immutato, ma in realtà ampiamente rivisto nelle parti interne: infatti è in grado di erogare 64,4 CV a 9.000 giri (rilevati dal centro prove) grazie a nuovi pistoni, nuovi cilindri e un nuovo albero motore; anche il gruppo termico è stato rivisto. Sempre su ottimi livelli i consumi (siamo attorno ai 17,5 km/l), nonostante l’aumento delle prestazioni.
Ecco il terminale di scarico della seconda serie molto più aggraziato e piacevole da vedere rispetto a quello della versione precedente
Ciclistica ben fatta
Equilibrata la ciclistica, immutata dalla vecchia alla nuova versione. Il merito è soprattutto del valido telaio a doppio trave in alluminio che conferisce alle V-Strom una stabilità e una precisione in curva quasi da naked, nonostante la ruota anteriore da 19”. Ben dotato l'impianto frenante, dotato anteriormente di due grossi dischi da 310 mm di diametro. Sulla seconda serie l'ABS è di serie, anche se in certe situazioni resta ancora un po' troppo "invasivo": peccato non sia disinseribile, sarebbe utilissimo per chi in moto a volte affronta qualche "strada bianca".
La seconda è più snella
Sopratutto nelle sovrastrutture si notano le differenze principali tra le due versioni. La Suzuki V-Strom 650 ABS my ‘11 è più snella nella zona del serbatoio, ha un cupolino più piccolo e una posizione di guida più "aggressiva”, più moderna e meno “infossata” rispetto alla precedente versione. Anche la parte posteriore appare più riuscita, grazie al nuovo terminale di scarico e al codino più filante. Ma su strada chi va meglio?
Come vanno su strada
Nonostante l’aspetto “avventuroso”, tutte le V-Strom su strada si guidano quasi come delle naked: hanno un telaio che assicura tanta precisione in curva, una frenata potente e modulabile, un motore vigoroso e ricco di coppia. Tuttavia nel misto la seconda serie sfodera un’indole più sportiva, grazie alla posizione di guida “d’attacco” e alle dimensioni più contenute che permettono rapidi cambi di direzione e una maneggevolezza notevole. La "prima" tuttavia nel misto rimane sempre una moto efficace, anche se nella guida sportiva vengono fuori gli ingombri del serbatoio più grosso e della posizione di guida meno caricata sulla ruota anteriore.
In autostrada
La V-Strom 650 è sempre stata una gran viaggiatrice e anche la seconda serie non è da meno. Ma in autostrada la “vecchia” si prende una bella rivincita: il parabrezza e il cupolino più ampi riparano meglio; il grosso sellone, poi, è più confortevole nelle lunghe distanze. Inoltre il voluminoso serbatoio in metallo (22 litri di capienza) permette di fissare una borsa a magneti, cosa impossibile su quello della 2011 in materiale plastico (e dalla capacità ridotta a 19,5 litri). Peccato però per le vibrazioni della prima serie fastidiose sopra i 6.000 giri (poco oltre i 130 km/h indicati a tachimetro). Va meglio la nuova, grazie al motore più a punto: in questo caso bisogna aspettare i 7500 giri perché diventino avvertibili su manubrio e pedane. Entrambe comunque sfoderano un’ottima stabilità anche in velocità quando si viaggia a pieno carico.
In città
Sicuramente entrambe offrono tanto comfort, grazie a una posizione di guida comoda e alle sospensioni che “digeriscono” di tutto. Invidiabile la rumorosità meccanica, davvero minima su entrambi i modelli. Il motore, poi, particolarmente elastico, permette di ridurre al minimo l’uso del cambio. Tuttavia in mezzo al traffico, la seconda serie è senz’altro più scattante e maneggevole, grazie al motore più corposo e agli ingombri inferiori. La vecchia versione, dal canto suo, nelle afose giornate estive si prende la sua bella rivincita grazie al motore che scalda meno.
Quale comprare?
Difficile dare un giudizio definitivo, comunque se volete spendere poco e cercate una moto "di sostanza", in grado di macinare chilometri in tutta comodità con bagagli e passeggero, ma allo stesso tempo "efficace” su strada, allora la "vecchia" V-Strom 650 my '10 va benissimo. Se invece cercate una moto scattante, leggera e magari anche più bella, allora la V-Strom 650 ABS my '11 rappresenta sicuramente la scelta giusta.
Foto e immagini
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