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Stop ai motori a benzina: c'è ancora speranza?

In molti ritengono la decisione dell’UE sullo stop dei motori termici entro il 2035 sua un “errore da riconsiderare”. C’è ancora speranza?

Stop ai termici

La questione dello stop ai motori a benzina continua a destare preoccupazione, specialmente riguardo l'inadeguatezza delle infrastrutture di ricarica e l'inclusione di carburanti alternativi nel mix energetico. Nonostante la ratifica del regolamento dello scorso marzo, con l’avvicinarsi della Riunione Plenaria del Parlamento Europeo  sono in molti ad essere tornati sull’argomento, sollevando non poche perplessità. Ma andiamo con ordine.

Il regolamento UE

Con 340 voti favorevoli e 279 contrari, a marzo dello scorso anno il Consiglio europeo aveva adottato un regolamento per la riduzione delle emissioni di CO2, fissando il divieto di vendita per i nuovi veicoli a combustione interna dal 2035. Un divieto  che comprende tutti i veicoli privati con motori a benzina e diesel - ibridi compresi -  aprendo di fatto la strada all'elettrificazione del parco auto europeo. Unica “deroga” quella concessa agli e-fuels grazie al successo del negoziato intrapreso dalla Germania, che seguendo l’Italia sul fronte del no allo stop dei motori termici, era alla fine riuscita a spuntarla. Moto e scooter invece, lo ricordiamo, non sono presi in considerazione, anche se è inevitabile aspettarsi prima o poi un “contraccolpo” anche per ciò che riguarda il settore delle due ruote. 

La discussione si riaccende

Nonostante l’ok del Parlamento, il dibattito si direbbe però tutt'altro che chiuso, anzi. Con l'approssimarsi della revisione prevista per il 2026, data in cui l'Unione Europea dovrà valutare se le tecnologie emergenti, come i motori elettrici, resteranno le più adeguate per ridurre le emissioni di CO2 ed altri inquinanti, in molti, citiamo tra i tanti il leader del PPE Manfred Weber, che ha definito il divieto “un errore da riconsiderare”, sono tornati sulla questione, sottolinenando i non pochi problemi ad essa connessi. Le pressioni per rivedere la strategia messa in atto dall’Unione si intensificano soprattutto alla luce delle preoccupazioni sull'adeguatezza delle infrastrutture di ricarica e sull'inclusione di carburanti alternativi nel mix energetico, come ad esempio i biocarburanti (da non confondere con gli e-fuels). Le case automobilistiche, da parte loro, si preparano a una transizione, ma le divergenze di opinioni tra gli attori del settore potrebbero influenzare le decisioni future dell’UE: è pertanto probabile che, in vista della plenaria e a seguito del successo riscorso alle ultimi elezioni dai “detrattori” della strategia anti petrolio, i decisori a Bruxells trovino strategie più morbide o consentano, per lo meno, maggiori deroghe. Ovviamente, vi terremo informati. 

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