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Sentenza Cassazione: motocicletta circola di notte a fari spenti, è “imprevedibile” e l'automobilista la fa franca

Una motocicletta circolava, in orario notturno, a fari spenti, a una velocità più che doppia rispetto a quella consentita. Inoltre l'illuminazione pubblica e la visibilità della strada erano scarse. Questi elementi possono portare l’impunità dell’automobilista, se verrà dimostrato che non era possibile “prevedere” il sopraggiungere della moto.
Se imprevedibile si non è responsabili
Un principio ormai pacifico per la nostra giurisprudenza è che automobilisti e motociclisti siano responabili nonostante la condotta imprudente tenuta da altri, purché questa sia in concreto prevedibile ed evitabile. Una valutazione che va fatta caso per caso. Questo quanto ribadito dalla IV Sezione Penale della Corte di Cassazione, nella sentenza n. 21581 del 24 maggio 2016. La vicenda ha visto come protagonisti due conducenti, l’uno a bordo di un’auto, l’altro a bordo di una motocicletta. Il conducente dell’autoveicolo, non avendo visto il motociclista, effettuava una svolta a sinistra senza dargli la precedenza. Il motociclista, in conseguenza dell’impatto, perdeva la vita. L'automobilista veniva quindi condannato per il reato di omicidio colposo, aggravato dalla violazione delle norme sulla circolazione stradale. Gli veniva contestata, in particolare, l’infrazione delle regole contenute agli articoli 145 e 154 C.d.S., per non aver effettuato la svolta con la dovuta prudenza e senza non aver dato la precedenza alla moto. La Cassazione, con la sentenza succitata, ha annullato con rinvio la decisione, rimettendo alla Corte d’Appello di valutare, con maggiore adeguatezza, alcuni elementi determinanti per dare prova della “non prevedibilità” e della “evitabilità” dell'incidente da parte dell'automobilista. Dai primi due gradi del processo emergeva, infatti, che: 1) la motocicletta correva in orario notturno a una velocità più che doppia rispetto a quella consentita 2) l'illuminazione pubblica e la visibilità della strada erano scarse 3) un testimone ha riferito che la moto circolava, nonostante fosse buio, a fari spenti. Tutte circostanze che, rendrebbero imprevedibile, per l’automobilista, il sopraggiungere della moto e che quindi potranno fargli ottenere l’impunità per lo scontro mortale.
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