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Scrambler by Bryan Fuller

Una Ducati Scrambler completamente modificata: l’idea è del popolare conduttore americano Bryan Fuller. La moto, acquistata per soli 1.200 dollari è stata sottoposta a un lungo lavoro di restyling sia nelle sue parti meccaniche che in quelle estetiche. Il risultato? una “Dirty Duc” adatta a ogni terreno
The Dirty Duc
Famoso per essere co-conduttore di Naked Speed di Velocity, show incentrato sul mondo delle cafè racer, Bryan Fuller vanta anche un portfolio di tutto rispetto tra Hot-rods e moto special; quella in foto, per esempio, è l’ultima delle sue creazioni. Si chiama “Dirty-Duc” e, sotto la patina ruvida e aggressiva che Bryan ha scelto di darle, si nasconde il cuore di una Ducati Scrambler degli anni 60. "L’idea della Dirty Duc mi è venuta quando ho iniziato a cercare una dirt-bike da guidare sugli sterrati Atlanta - spiega Bryan - avrei potuto acquistarne una nuova o vintage, ma il fatto di non costruirla con le mie mani, mi sarebbe sembrato un po’ come barare”.  Al Festival Vintage Barber, Bryan, cercando la basE da cui partire, si è imbattuto in una vecchia e logora Scrambler bisognosa non solo di una bella pulizia, ma anche di un (quasi) totale restyling: con i 1200$ ricavati dalla vendita di qualche t-shirt durante il Festival, Bryan ha concluso l’affare portandosi a casa la Ducati.
In suo aiuto sono arrivati Rich Lambrechts e i pezzi di ricambio della sua scorta personale: esperto di Ducati, Rich ha revisionato il motore con certosina precisione, servendosi della sua lunga esperienza maturata in anni di lavoro. “Il mio ruolo -ha scherzosamente detto Bryan - era quello di portare entusiasmo nel lavoro, lucidare i pezzi, fare il caffè e preparare da mangiare…”.
Dopo sei giorni il motore era a posto, la priorità ora erano le sospensioni, delle quali era necessario aumentare la corsa: per ottenere il massimo dalla zona posteriore, i forcelloni sono stati allungati e modificati per accettare una configurazione side-by-side Dual Shock. Prendendo spunto dalle moderne moto da cross, Bryan ha poi realizzato su misura la guida della catena così da mantenerne  la tensione al minimo, servendosi anche di pedane ricavate da una vecchia BMX:  “L’idea era di ottenere una posizione moderna delle sospensioni in armonia con le parti d’epoca della Ducati”, ha spiegato Bryan. Le forcelle in magnesio firmate Marzocchi sono tenute in posizione da piastre Ceriani, mentre le ruote, dotate di cerchi Borrani, montano Dunlop D606s, perfette per la moto e per i sentieri che deve affrontare. Lo scarico, realizzato su misura in acciaio inox, dona alla (ex) scrambler un aspetto decisamente vintage e insieme “aggressivo”, codino e supporto faro, anch'essi realizzati su misura sono invece in alluminio, mentre i parafanghi sono originali Ducati. L’aspetto “incompleto” della Dirty Duc è solo in parte voluto: l’intenzione di Bryan è infatti quella di verniciare a polvere alcune parti della moto, ma solo “quando il tempo lo permetterà”…
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