Sciopero benzinai autostrada: stop ai rifornimenti il 28 febbraio
Le stazioni di servizio pagano ai concessionari autostradali ingenti tasse sia sui rifornimenti che sui beni di ristoro. La situazione è diventata insostenibile e, inviata apposita lettera ai ministri competenti, le Federazioni che rappresentano i gestori dei servizi di rifornimento di carburanti in autostrada annunciano lo sciopero il 28 febbraio
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Politica e trasporti
Sciopero distributori in autostrada
Con la verde che ha ormai superato i due euro al litro ed il diesel vicino all’1,8, la situazione carburanti s’è fatta in Italia insostenibile. Complici le accise - altro problema che i nostri governanti sembrerebbero nei fatti ignorare - , fare un pieno al distributore è diventata ormai “cosa da ricchi”. Gli aumenti pesano sì sui sui cittadini, ma anche e sopratutto su autotrasportatori e camionisti che, pochi giorni fa, hanno tentato attraverso una protesta diffusa di far sentire la propria voce e denunciare l’insostenibilità della situazione. Una protesta che, seppur per altri motivi, potrebbero molto presto allargarsi fino alle fila delle Federazioni Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, quelle cioè che rappresentano i gestori dei servizi di rifornimento di carburanti in autostrada, che nelle scorse ore hanno annunciano lo stato di agitazione della categoria. Si parla, in particolare, di un possibile, se non probabile, sciopero dei distributori in autostrada per l’intera giornata di lunedì 28 febbraio.
Il motivo non è in questo caso legato all’aumento del prezzo carburanti in se, bensì al piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio sulle autostrade. Il problema sono qui le ingenti tasse pagate dalle stazioni di servizio e ristori ai gestori delle autostrade (fino a 15 centesimi al litro sui carburanti e fino al 40% su beni di ristoro), che stanno com’è chiaro causando gravi problemi ai distributori delle pompe di benzina già duramente colpiti dal caro carburante e dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Lettera ai ministri
Attraverso una lettere congiunta inviata ai ministri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla Transizione ecologica Roberto Cingolani, le tre federazioni hanno chiesto “una riforma sostanziale al settore attraverso lo strumento proprio del Decreto Interministeriale”, rimarcando inoltre le proprie “preoccupazione per gli sviluppi che hanno preso e ancor più rischiano di prendere le vicende collegate alle concessioni dei servizi presso le aree autostradali”. La questione non è semplice ed anzi assai confusa: motivo per cui nella nella stessa lettera viene sollecitato “un intervento in grado di ripristinare un quadro regolatorio certo, capace almeno di contenere il più sfrenato sfruttamento privatistico ventennale, arbitrario e discriminatorio, di cui è stato fatto oggetto un bene di proprietà pubblica che, "messo a (significativo) reddito dai concessionari” senza alcun controllo, lascia che allo Stato rimangano le molte responsabilità e i notevoli costi necessari a sanare i danni causati”.
Con la verde che ha ormai superato i due euro al litro ed il diesel vicino all’1,8, la situazione carburanti s’è fatta in Italia insostenibile. Complici le accise - altro problema che i nostri governanti sembrerebbero nei fatti ignorare - , fare un pieno al distributore è diventata ormai “cosa da ricchi”. Gli aumenti pesano sì sui sui cittadini, ma anche e sopratutto su autotrasportatori e camionisti che, pochi giorni fa, hanno tentato attraverso una protesta diffusa di far sentire la propria voce e denunciare l’insostenibilità della situazione. Una protesta che, seppur per altri motivi, potrebbero molto presto allargarsi fino alle fila delle Federazioni Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, quelle cioè che rappresentano i gestori dei servizi di rifornimento di carburanti in autostrada, che nelle scorse ore hanno annunciano lo stato di agitazione della categoria. Si parla, in particolare, di un possibile, se non probabile, sciopero dei distributori in autostrada per l’intera giornata di lunedì 28 febbraio.
Il motivo non è in questo caso legato all’aumento del prezzo carburanti in se, bensì al piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio sulle autostrade. Il problema sono qui le ingenti tasse pagate dalle stazioni di servizio e ristori ai gestori delle autostrade (fino a 15 centesimi al litro sui carburanti e fino al 40% su beni di ristoro), che stanno com’è chiaro causando gravi problemi ai distributori delle pompe di benzina già duramente colpiti dal caro carburante e dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Lettera ai ministri
Attraverso una lettere congiunta inviata ai ministri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla Transizione ecologica Roberto Cingolani, le tre federazioni hanno chiesto “una riforma sostanziale al settore attraverso lo strumento proprio del Decreto Interministeriale”, rimarcando inoltre le proprie “preoccupazione per gli sviluppi che hanno preso e ancor più rischiano di prendere le vicende collegate alle concessioni dei servizi presso le aree autostradali”. La questione non è semplice ed anzi assai confusa: motivo per cui nella nella stessa lettera viene sollecitato “un intervento in grado di ripristinare un quadro regolatorio certo, capace almeno di contenere il più sfrenato sfruttamento privatistico ventennale, arbitrario e discriminatorio, di cui è stato fatto oggetto un bene di proprietà pubblica che, "messo a (significativo) reddito dai concessionari” senza alcun controllo, lascia che allo Stato rimangano le molte responsabilità e i notevoli costi necessari a sanare i danni causati”.
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