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SBK 2014, intervista esclusiva a Niccolò Canepa: “In Ducati non lasciamo nulla al caso”

SBK 2014 – Il pilota genovese ha già molta esperienza alle spalle e nella sua carriera è sempre rimasto alla guida della Ducati. Quest'anno è uno tra i migliori piloti EVO e ci ha raccontato del suo rapporto con la casa di Borgo Panigale, dei suoi studi di Ingegneria Meccanica e della sua regione, la Liguria, che in questo sport non è molto presente...
Talento ligure
Nella nuova classe EVO, il ventiseienne Niccolò Canepa è l'unico pilota italiano che tiene alta la bandiera del tricolore. Il genovese, da sempre alla guida di una Ducati, si è ritagliato un ruolo molto importante nell'azienda, dove ha svolto anche un lavoro di collaudatore e si è meritato la fiducia di tutti. Niccolò lo abbiamo potuto intervistare a Misano, e ha parlato a ruota libera di vari argomenti, dalla rossa di Borgo Panigale alla classe EVO, dal suo rapporto con i social media ai suoi studi di Ingegneria Meccanica, alla città dove vive, Genova.

Sei tornato in Superbike, sei contento del progetto EVO?
É molto bello perché corro nella nuova classe e probabilmente l'anno prossimo tutte le moto saranno molto simili a questa configurazione, questo è molto importante. Inoltre corro in un top team, il team Althea, che ha vinto il mondiale Superbike tre anni fa, quindi sono in una delle squadre migliori che ci sono, se non la migliore privata. Questo per me è uno stimolo  importante a fare bene ed è una garanzia di performance ottimo. È molto bello anche vedere che sono l'unico pilota, tutto il team lavora per me e danno il 110%, qui ce la giochiamo sui millesimi e sapere che hai tutta la squadra a tua disposizione ti da quella spinta in più che può fare la differenza.

Qual è il punto forte della tua moto?
Sicuramente si guida molto molto bene e io la conosco già da tempo anche se poi in configurazione EVO, Stock e Superbike è diversa, ma è una moto sulla quale ho già fatto tanti chilometri. Fa un po' fatica in accelerazione e sul dritto rispetto alle quattro cilindri e nell'elettronica, perché nel regolamento non c'è permesso di fare molto. Per l'anno prossimo sono proprio questi gli step che Ducati migliorerà, soprattutto nell'elettronica, lì vedremo un salto in avanti importante.

Sei uno dei pochi che ha sempre avuto un gran feeling con la Ducati, quali sono i tuoi segreti?
Non ho mai guidato le altre (ride). Con Ducati ho un rapporto speciale, a partire dal 2006 quando ho finito secondo all'Europeo e poi l'anno dopo ha vinto il Mondiale in MotoGP, con me collaudatore. Sono andato avanti sia in Superbike che in Stock, dopo tanti anni da collaudatore e quando sei così tanto tempo dentro una casa inizi a conoscere tutti, dal meccanico ai "grandi capi" come Domenicali, Paolo Ciabatti. Questo è molto importante perché sai già a chi ti devi rivolgere quando hai un problema, velocizzi tutto il processo, rispetto a quando devi iniziare tutto da capo in un team nuovo. La moto mi piace tanto, ha bisogno di uno stile di guida molto particolare, aggressivo e penso che il mio renda abbastanza. Poi correre per una casa italiana, seguita molto da tanti appassionati è una cosa gratificante.

Ipotesi: dovessi ricevere un'offerta dal team Ducati in MotoGP in questo momento della tua carriera, cosa faresti?
Al momento sono più per puntare sul Mondiale Superbike, stiamo facendo un lavoro con Genesio Bevilacqua e con Ducati a lungo termine, non dall'oggi al domani. Il progetto EVO è più in previsione del 2015 e non del 2014, per me è interessante continuare in questa direzione perché posso fare bene. Riguardo alla MotoGP se non ho una squadra giusta, come è successo nel 2009, sinceramente preferisco stare a casa.

Come vedi il campionato EVO?
Abbiamo avuto tanta sfortuna, ci siamo dovuti ritirare quattro volte in gare che alla peggio avrei fatto secondo, è stato un peccato perché molti punti li abbiamo persi così. David Salom è un pilota molto forte e competitivo, corre per il team ufficiale Kawasaki ed è supportato molto bene anche lui come me. Io comunque continuo a crederci, la squadra più che mai, il campionato è lungo. Le sfighe per ora sono capitate a me ma possono anche girare. Noi ce la mettiamo tutta e non lasciamo niente al caso.

Sei iscritto alla Facoltà di Ingegneria meccanica, come proseguono gli studi?
È in stand by perché è veramente difficile fare entrambe le cose. Mi sono trovato nella condizione di non riuscire a fare bene le due cose e quindi, nel momento in cui ho visto che potevo realmente credere in questo sport, ho deciso di mettere da parte l'università, che in futuro mi sono messo in testa di finire. Adesso però mi devo dedicare al 110% allo sport, l'allenamento porta via tanto tempo e non posso pensare di arrivare alle gare stanco perché durante la settimana sono impegnato a studiare.

Qual è il tuo rapporto con i social media?
Mi piacciono molto. Devo ringraziare le mie manager perché mi hanno un po' sbloccato su questo punto di vista, ero molto chiuso e timido. Quando inizi a vedere che hai tanti tifosi e tanta gente che ti segue, che parla di te e che crede in te è bello e gratificante. Li usiamo tanto, da Facebook a Twitter e Instagram proprio perché è bello avere un rapporto più da vicino con le persone che amano questo sport.

A parte Marco Lucchinelli sei l'unico pilota ligure protagonista nel mondo delle moto...
Prendere il posto di Lucchinelli non è facile (ride), è un personaggione incredibile. La Liguria non è una regione per i motori, anche se poi Genova è una città dove penso che ci sia il più alto numero di scooter in Italia, ed è un po' assurdo. All'inizio mi guardavano un po' storto quando ero piccolo e dicevo che correvo in moto, non era facile. Adesso pian piano cerchiamo anche di far appassionare tutti i genovesi e tutti i liguri a questo sport. Lucchinelli ha già dato, ora tocca a me!
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