RC Auto: il prezzo medio continua a scendere. Perché?
Negli ultimi 6 anni, il prezzo medio dell’RC auto si è abbassato un po’ in tutta Italia. Il “merito” va alla crescente competitività del mercato assicurativo, certamente favorita dall’affermarsi dei compratori on-line. In media, s’è passati dai 475 euro del 2014 a 360 nel 2021
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Industria e finanza
RC auto e moto
Nonostante la maggior frequenza ed il crescente costo dei sinistri, la riduzione dei prezzi medi dell’RC auto in Italia prosegue anche ad aprile 2022 con un -5,3% rispetto allo stesso mese del 2021. Una tendenza che, a ben guardare, prosegue praticamente ininterrotta dal 2014: l’ultima edizione dell’Iper, cioè l’indagine statistica sui prezzi effettivi per la garanzia RC Auto pubblicata dall’IVASS, fotografa infatti una riduzione del premio medio RC Auto del 24,2%, con prezzi passati dai 475 euro del quarto trimestre 2014 ai 360 euro del quarto trimestre 2021.
Questo netto calo dei premi, come suggerisce la stessa IVASS, è determinato solo marginalmente dal variare delle caratteristiche tecniche della tariffa RC Auto, ossia costo medio e frequenza dei sinistri, ma prevalentemente dagli effetti della competitività di mercato. A sua volta, la maggior competizione tra imprese assicurative è stata determinata principalmente da due fattori: l’introduzione di numerosi interventi normativi pro-consumatore (quali ad esempio l’abolizione del tacito rinnovo e l’introduzione dell’RC Familiare) e l’affermarsi in Italia della comparazione assicurativa.
Comparatori on-line: crescita in Italia
Riguardo a quest’ultimo punto, secondo uno studio di McKinsey, l’Italia ha registrato tra il 2015 e il 2020 il maggior tasso annuo di crescita degli aggregatori assicurativi in Europa (21% contro una media del 6% per gli altri Paesi), portandoli ad una quota di mercato sul mercato assicurativo diretto del 54%, pari a quella del Regno Unito. Una crescita che, a sua volta, ha determinato in Italia un forte sviluppo del canale diretto, in particolare abbattendo le barriere all’ingresso per nuovi operatori del mercato. I dati mostrano infatti come il numero di contratti stipulati attraverso il canale diretto sia passato dai 5 ai 7 milioni tra il 2018 al 2021. Non solo: l’avvento dei comparatori ha spinto anche il canale tradizionale ad applicare maggiori sconti di tariffa, con “tagli”passati da una media del 19,3% nel quarto trimestre 2014 al 36,1% del quarto trimestre 2021.
Nonostante la maggior frequenza ed il crescente costo dei sinistri, la riduzione dei prezzi medi dell’RC auto in Italia prosegue anche ad aprile 2022 con un -5,3% rispetto allo stesso mese del 2021. Una tendenza che, a ben guardare, prosegue praticamente ininterrotta dal 2014: l’ultima edizione dell’Iper, cioè l’indagine statistica sui prezzi effettivi per la garanzia RC Auto pubblicata dall’IVASS, fotografa infatti una riduzione del premio medio RC Auto del 24,2%, con prezzi passati dai 475 euro del quarto trimestre 2014 ai 360 euro del quarto trimestre 2021.
Questo netto calo dei premi, come suggerisce la stessa IVASS, è determinato solo marginalmente dal variare delle caratteristiche tecniche della tariffa RC Auto, ossia costo medio e frequenza dei sinistri, ma prevalentemente dagli effetti della competitività di mercato. A sua volta, la maggior competizione tra imprese assicurative è stata determinata principalmente da due fattori: l’introduzione di numerosi interventi normativi pro-consumatore (quali ad esempio l’abolizione del tacito rinnovo e l’introduzione dell’RC Familiare) e l’affermarsi in Italia della comparazione assicurativa.
Comparatori on-line: crescita in Italia
Riguardo a quest’ultimo punto, secondo uno studio di McKinsey, l’Italia ha registrato tra il 2015 e il 2020 il maggior tasso annuo di crescita degli aggregatori assicurativi in Europa (21% contro una media del 6% per gli altri Paesi), portandoli ad una quota di mercato sul mercato assicurativo diretto del 54%, pari a quella del Regno Unito. Una crescita che, a sua volta, ha determinato in Italia un forte sviluppo del canale diretto, in particolare abbattendo le barriere all’ingresso per nuovi operatori del mercato. I dati mostrano infatti come il numero di contratti stipulati attraverso il canale diretto sia passato dai 5 ai 7 milioni tra il 2018 al 2021. Non solo: l’avvento dei comparatori ha spinto anche il canale tradizionale ad applicare maggiori sconti di tariffa, con “tagli”passati da una media del 19,3% nel quarto trimestre 2014 al 36,1% del quarto trimestre 2021.
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