RC Auto: con l'inflazione cresce anche il premio medio. Come risparmiare?
L’inflazione ha portato ad un aumento dei premi RC Auto, mediamente cresciuti rispetto al 2021 di oltre il 5%. A livello regionale, va peggio a Valle d’Aosta, Sardegna, Basilicata e Veneto, mentre si “salvano” le già tartassate Marche e Campania. Esiste un modo per risparmiare (o quantomeno mitigare l’effetto dell’inflazione)? Sì, anche molti assicurati lo ignorano…
RC Auto: crescono i premi
Come se il caro benzina non fosse stato di per sè sufficiente, con l’inflazione galoppante aumentano - era ovvio - anche i costi dell’RC. Mantenere un mezzo, auto o moto che sia, diventa sempre più costoso. Ma di quanto? Per ciò che riguarda l’assicurazione, il dato sommario ce lo fornisce direttamente l’Istat: a ottobre 2022, il mercato assicurativo è stato testimone di una crescita dei premi RC Auto del 6,9%. Ma approfondiamo.Qui ci viene in aiuto l’Osservatorio Assicurativo di Segugio.it elaborato a novembre 2022 che, per quanto riguarda ottobre, evidenzia un premio medio Rc Auto di 362,4 euro (era di 339,1 euro nel 2021). Più nel dettaglio, a livello regionale, si registrano aumenti sopra il 5%: il primato, negativo, spetta a Valle d’Aosta (+11,7%), Sardegna (+9,9%), Basilicata (+9,8%) e Veneto (+9%), mentre si salvano la Campania e le Marche con aumenti contenuti all’ 1,5 e al 1,7%.
Soluzioni?
Non c’è molto da fare: gli aumenti sono legati all’inflazione ed il (povero) consumatore, di suo, ha poco margine di manovra. Qualcosa per “mitigare” gli aumenti è però possibile. Importante in tal senso “comparare” i prezzi offerti dalle varie agenzie, servendosi magari degli appositi portali on-line di cui più volte vi abbiamo parlato. Una pratica, strano a dirsi, decisamente ignorata dalla stragrande maggioranza degli italiani: in base ai dati Ania del primo semestre 2022, la bellezza di circa 30 milioni di assicurati, in Italia, preferisce ancora passare attraverso l’agenzia e rinnovare il contratto con il proprio assicuratore senza prima cercare offerte più convenienti. Un peccato, considerando che, secondo i dati mostrati da Ivass, passando dal canale tradizionale a quello diretto, quest’ultimi potrebbero mediamente risparmiare il 13,7%, “annullando” così l’effetto dell’inflazione.