Salta al contenuto principale

Prezzi benzina – Crolla il petrolio ma la verde non scende

Aumento prezzi benzina - Nonostante il crollo del prezzo al barile, il costo della verde non accenna a diminuire. La colpa è delle tasse che gravano sul prezzo al litro, circa il 60% sul costo totale. E se alcune norme previste dalla finanziaria non dovessero dare i risultati previsti...
I prezzi non calano, anzi: se Renzi...
In Italia la benzina costerà sempre cara, non c'è nulla da fare. Neppure il crollo del prezzo del petrolio (che adesso costa 71 dollari al barile, contro i 115 dello scorso giugno) è servito per fare calare il carburante alla pompa: in Italia la "verde" e il gasolio continuano a costare cari. Il motivo è sempre lo stesso: troppe tasse e accise che gravano sul costo al litro, una percentuale che in Italia sfiora il 60%. Con questo peso fiscale, anche una riduzione della materia prima pari al 30% rischia di essere "diluita" e quindi farsi sentire pochissimo sul prezzo finale. Un ulteriore motivo per cui i carburanti “non scendono” è dovuto ai  cosiddetti i prezzi Platt’s dei prodotti, così definiti dal nome dell'agenzia Platts (con sede a Londra) che studia e indica i prezzi di scambio dei vari prodotti ottenuti dall’incrocio tra domanda ed offerta sulle piazze in quel dato giorno. Su questi prezzi Platt's si basano quelli dei carburanti, ma essi scendono sempre un po’ meno del greggio (del 20% da giugno a novembre secondo i dati Mise) e i prezzi industriali meno ancora (sotto il 20%). Insomma, il petrolio costa meno ma nelle tasche dei consumatori questo calo non si sente. Anzi, potrebbe accadere il contrario: se alcune delle misure previste nella  Legge di Stabilità, attualmente in via d'approvazione, non producessero gli effetti previsti, scatterebbero le "clausole di garanzia", non solo non vedremmo sconti sul prezzo benzina nei prossimi mesi, ma potremmo addirittura assistere a un aumento considerevole della tassazione sui carburanti. Peggio di così...
Aggiungi un commento