Pirelli verso la cessione a soci cinesi?
Secondo rumors di Borsa sempre più insistenti, la società milanese starebbe trattando l’ingresso di un socio cinese nel capitale. Pirelli potrebbe così passare di mano, ma il managment sarebbero confermato per altri quattro, cinque anni. Siamo in vista di un'altra importante cessione del made in Italy?
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Industria e finanza
Ristruttuazione in vista per Pirelli
Da giorni a Piazza Affari si parla di un possibile ingresso di nuovi soci nel capitale Pirelli: il titolo ha visto passare di mano il 9% del capitale con il suo valore che è salito parecchio arrivando vicino ai massimi degli ultimi 5 anni. Oggi la società milanese è guidata da un patto di sindacato che vede insieme Marco Tronchetti Provera, i russi della Rosneft, le banche Unicredit e Intesa, la famiglia Rovati e Diaz Sigieri. E proprio i russi appaiono oggi in difficoltà e propensi a cedere il posto al tavolo Pirelli ai cinesi della China Chemical, che sembrano aver superato la concorrenza di Yokoama e di Zhongce Rubber Company. Lunedì scorso un team di esperti è volato a Mosca per vincere gli ultimi dubbi del patron di Rosneft sull’allargamento dell’alleanza a un partner asiatico. A questo punto potrebbe scattare un’Opa (Offerta pubblica di acquisto) sull'intera Pirelli che porterebbe la proprietà del titolo Pirelli a cambiare di mano e a lasciare Piazza Affari (il cosiddetto delisting); i cinesi dovrebbero conservare Tronchetti Provera e il suo management alla guida dell’azienda per altri 4-5 anni. Si parla di sviluppi anche sul piano industriale:l’azienda milanese di recente avrebbe sondato il mercato in cerca di un partner per le gomme per veicoli industriali, che consentirebbe a Pirelli di concentrarsi ancora di più sul segmento premium, la parte economicamente più rilevante. Per Pirelli sarebbe il quarto riassetto in cinque anni; per gli italiani, invece, si tratterebbe della cessione a investitori stranieri di un’altra grande azienda del Belpaese valutata oggi 7,2 miliardi di euro (tanto vale la sua capitalizzazione in Borsa).
Da giorni a Piazza Affari si parla di un possibile ingresso di nuovi soci nel capitale Pirelli: il titolo ha visto passare di mano il 9% del capitale con il suo valore che è salito parecchio arrivando vicino ai massimi degli ultimi 5 anni. Oggi la società milanese è guidata da un patto di sindacato che vede insieme Marco Tronchetti Provera, i russi della Rosneft, le banche Unicredit e Intesa, la famiglia Rovati e Diaz Sigieri. E proprio i russi appaiono oggi in difficoltà e propensi a cedere il posto al tavolo Pirelli ai cinesi della China Chemical, che sembrano aver superato la concorrenza di Yokoama e di Zhongce Rubber Company. Lunedì scorso un team di esperti è volato a Mosca per vincere gli ultimi dubbi del patron di Rosneft sull’allargamento dell’alleanza a un partner asiatico. A questo punto potrebbe scattare un’Opa (Offerta pubblica di acquisto) sull'intera Pirelli che porterebbe la proprietà del titolo Pirelli a cambiare di mano e a lasciare Piazza Affari (il cosiddetto delisting); i cinesi dovrebbero conservare Tronchetti Provera e il suo management alla guida dell’azienda per altri 4-5 anni. Si parla di sviluppi anche sul piano industriale:l’azienda milanese di recente avrebbe sondato il mercato in cerca di un partner per le gomme per veicoli industriali, che consentirebbe a Pirelli di concentrarsi ancora di più sul segmento premium, la parte economicamente più rilevante. Per Pirelli sarebbe il quarto riassetto in cinque anni; per gli italiani, invece, si tratterebbe della cessione a investitori stranieri di un’altra grande azienda del Belpaese valutata oggi 7,2 miliardi di euro (tanto vale la sua capitalizzazione in Borsa).
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