Pedaggi autostradali, a Capodanno scatta l'aumento del 1,5%
Da oggi 1 gennaio aumentano i pedaggi autostradali per compensare l'inflazione annua programmata e gli investimenti effettuati dalle società concessionarie. L'aumento è "contenuto” all'1,5%, ben lontano dal terribile 3,9% dello scorso anno
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Politica e trasporti
Aumento annuale
Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha assicurato che quest'anno l'aumento dei pedaggi autostradali non supererà l'1,5%, cifra in parte già ammortizzata (almeno psicologicamente) dal forte ribasso del carburante di queste ultime settimane. Un braccio di ferro, quello tra il ministero e le società concessionarie, che sta per definirsi in queste ore ma che non dovrebbe portare ulteriori brutte sorprese. Gli aumenti annuali sono diventati ormai una costante fissa del primo giorno dell'anno degli italiani e rappresentano il frutto di un vecchio accordo tra le istituzioni e l'Anas: una specie di "patto" che garantisce adeguamenti delle tariffe su base annua secondo la formula del "price cap", uno speciale parametro che tiene conto del rapporto tra l'inflazione programmata e gli investimenti effettuati. Per il 2015, le società concessionarie avevano chiesto un aumento con picchi del 9% un dato “monstre” che sarebbe andato a seguire la stangata del 2014, quando il ritocco al rialzo ha toccato una quota media del 3,9% ma con dei picchi in alcune tratte molto più alti, come ad esempio il pedaggio tra Venezia e Padova aumentato del 400% (da 0,70 a 3 euro). Insomma, ogni anno le autostrade diventano sempre più care eppure, il valore dei servizi resta sempre quello. L'elenco di “brutture” sulle nostre arterie principali resta lungo e tuttora irrisolto, a partire dalla qualità scadente del manto stradale, la presenza di guardrail obsoleti e pericolosi fino alla annosa questione del costo dei pedaggi identici tra motociclisti e automobilisti, con i primi costretti a pagare tariffa “piena” nonostante l'usura del manto stradale causata da una moto sia nettamente inferiore a qualsiasi auto (due ruote strette a contatto con l'asfalto invece di quattro). Ecco le società che praticheranno gli aumenti: ATIVA 1,50%; Autostrade per l'Italia 1,46%; Autovie Venete 1,50%; Brescia-Padova 1,50%; Autocamionale della Cisa 1,50%; Autostrada dei Fiori 1,50%; Milano Serravalle Milano Tangenziali 1,50%; Tangenziale di Napoli 1,50%; RAV 1,50%; SALT 1,50%; SAT 1,50%; SATAP Tronco A4 1,50%; SATAP Tronco A21 1,50%; SAV 1,50%; SITAF 1,50%; Torino - Savona 1,50%; Strada dei Parchi 1,50%
Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha assicurato che quest'anno l'aumento dei pedaggi autostradali non supererà l'1,5%, cifra in parte già ammortizzata (almeno psicologicamente) dal forte ribasso del carburante di queste ultime settimane. Un braccio di ferro, quello tra il ministero e le società concessionarie, che sta per definirsi in queste ore ma che non dovrebbe portare ulteriori brutte sorprese. Gli aumenti annuali sono diventati ormai una costante fissa del primo giorno dell'anno degli italiani e rappresentano il frutto di un vecchio accordo tra le istituzioni e l'Anas: una specie di "patto" che garantisce adeguamenti delle tariffe su base annua secondo la formula del "price cap", uno speciale parametro che tiene conto del rapporto tra l'inflazione programmata e gli investimenti effettuati. Per il 2015, le società concessionarie avevano chiesto un aumento con picchi del 9% un dato “monstre” che sarebbe andato a seguire la stangata del 2014, quando il ritocco al rialzo ha toccato una quota media del 3,9% ma con dei picchi in alcune tratte molto più alti, come ad esempio il pedaggio tra Venezia e Padova aumentato del 400% (da 0,70 a 3 euro). Insomma, ogni anno le autostrade diventano sempre più care eppure, il valore dei servizi resta sempre quello. L'elenco di “brutture” sulle nostre arterie principali resta lungo e tuttora irrisolto, a partire dalla qualità scadente del manto stradale, la presenza di guardrail obsoleti e pericolosi fino alla annosa questione del costo dei pedaggi identici tra motociclisti e automobilisti, con i primi costretti a pagare tariffa “piena” nonostante l'usura del manto stradale causata da una moto sia nettamente inferiore a qualsiasi auto (due ruote strette a contatto con l'asfalto invece di quattro). Ecco le società che praticheranno gli aumenti: ATIVA 1,50%; Autostrade per l'Italia 1,46%; Autovie Venete 1,50%; Brescia-Padova 1,50%; Autocamionale della Cisa 1,50%; Autostrada dei Fiori 1,50%; Milano Serravalle Milano Tangenziali 1,50%; Tangenziale di Napoli 1,50%; RAV 1,50%; SALT 1,50%; SAT 1,50%; SATAP Tronco A4 1,50%; SATAP Tronco A21 1,50%; SAV 1,50%; SITAF 1,50%; Torino - Savona 1,50%; Strada dei Parchi 1,50%
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