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Omologazione Autovelox, il Governo promette un "tavolo tecnico" per chiarire le regole

La vicenda degli autovelox non omologati potrebbe essere definitivamente chiarita, il ministro Salvini ha promesso un tavolo tecnico per risolvere la questione

Regole autovelox

Ripreso il lavoro in Aula dopo la pausa estiva, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini in occasione di un question time ha annunciato l’istituzione di un tavolo tecnico di settore per dare delle regole di base per l'omologazione di tutti i dispositivi strumentali, compresi gli autovelox".
La questione, lo ricordiamo, nasce a seguito della sentenza emessa lo scorso aprile dalla corte di cassazione in merito agli autovelox approvati ma non omologati e, quindi, inutilizzabili per l’emissioni delle multe (ve ne parlavamo approfonditamente qui). 
"Il tavolo coinvolgerà tutti gli attori a vario titolo competenti", ha spiegato Salvini, tornando a sottolineare che il suo obiettivo sarà quello di "garantire che gli autovelox siano autorizzati per la sicurezza stradale, in chiave di prevenzione e deterrenza, e non come ulteriore tassa, magari su strade a due, tre, quattro corsie a basso tasso di incidentalità”.
Come vi spiegavamo qui, il nuovo codice della strada, che lo stesso vicepremier ha “promesso” entro la fine di settembre, dovrebbe infatti introdurre nuove regole proprio in riferimento al funzionamento e, sopratutto, all’istallazione dei dispositivi, non più nelle mani dei singoli comuni, ma di competenza del prefetto. Novità che dovrebbe far sì che gli autovelox vengano effettivamente utilizzati, ha detto ancora Salvini, ”in chiave di prevenzione e deterrenza e non invece come una gabella”. 

Limite dei 30

Altra questione ad essa connessa riguarda inoltre il già a lungo discusso limite dei 30 all'ora che alcuni sindaci stanno applicando (celebre il caso di Bologna). “La direttiva che ho firmato - ha concluso il vicepremier - prevede che questa fissazione generalizzata dei limiti di velocità venga determinata per le strade dove ci sono pericoli o alti tassi di incidentalità e non sul 60, 70, 80% della superficie cittadina, come è avvenuto a Bologna".

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