Non buttate via la vita in un secondo, il progetto DiDi raggiunge oltre 3 ragazzi
Sfruttando la didattica a distanza, i ragazzi di Di.Di Diversamente Disabili hanno raggiunto con il loro progetto “Non buttate via la vita in un secondo” oltre 3mila studenti di scuole medie e superiori di 60 città in tutta Italia. L’obiettivo? Sensibilizzare i più giovani sull’importanza della sicurezza in strada
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Non buttate via la vita in un secondo
Coinvolto, come tutto, nel caos derivante dall’emergenza sanitaria, il progetto di educazione stradale promosso da Di.Di Diversamente Disabili in collaborazione OCTO Telematics (ve lo raccontavamo qui) si è in questi mesi “adeguato” alla DAD raggiungendo oltre 3mila studenti di scuole medie e superiori di 60 città in tutta Italia. Organizzato per sensibilizzare i più giovani sull’importanza dell’educazione e della sicurezza stradale al fine di prevenire gli incidenti ma anche per far conoscere loro il mondo della disabilità in una prospettiva diversa e spingerli a reagire con forza alle difficoltà della vita, il programma si è sviluppato in un ciclo di incontri virtuali gratuiti - 7 video-lezioni più un incontro live -, tenuti dai tre grandi “protagonisti” del progetto: Emiliano Malagoli, presidente e fondatore della ONLUS, amputato alla gamba destra per un incidente in moto e tuttora pilota praticante; Chiara Valentini, vincitrice del titolo europeo femminile 2006 e fondatrice assieme a Malagoli della ONLUS, della quale oggi è segretario; Omar Bortolacelli, da nove anni in carrozzina a causa di un incidente sul lavoro procurato da un collega alla guida dell’ambulanza, pratica sport Paralimpici e va a portare la sua esperienza nelle scuole dove ha incontrato più di 5000 ragazzi. Agli “incontri”, seppur virtuali, è seguita la proposta di elaborare un progetto sul tema, che verrà poi selezionato e premiato il prossimo 31 maggio.
"A causa dell'emergenza sanitaria – ha spiegato Emiliano Malagoli, Presidente Onlus Di.Di. - non siamo più potuti andare in presenza nelle Scuole per condividere il nostro progetto di educazione stradale. Così lo abbiamo fatto diventare digitale e questo ci ha permesso di confrontarci con tantissime scuole che probabilmente non avremmo mai potuto raggiungere. Durante i live i ragazzi ci hanno sommerso di domande, significa che c'è interesse su questi temi: ci auguriamo che vengano inseriti presto nel programma didattico obbligatorio".
Coinvolto, come tutto, nel caos derivante dall’emergenza sanitaria, il progetto di educazione stradale promosso da Di.Di Diversamente Disabili in collaborazione OCTO Telematics (ve lo raccontavamo qui) si è in questi mesi “adeguato” alla DAD raggiungendo oltre 3mila studenti di scuole medie e superiori di 60 città in tutta Italia. Organizzato per sensibilizzare i più giovani sull’importanza dell’educazione e della sicurezza stradale al fine di prevenire gli incidenti ma anche per far conoscere loro il mondo della disabilità in una prospettiva diversa e spingerli a reagire con forza alle difficoltà della vita, il programma si è sviluppato in un ciclo di incontri virtuali gratuiti - 7 video-lezioni più un incontro live -, tenuti dai tre grandi “protagonisti” del progetto: Emiliano Malagoli, presidente e fondatore della ONLUS, amputato alla gamba destra per un incidente in moto e tuttora pilota praticante; Chiara Valentini, vincitrice del titolo europeo femminile 2006 e fondatrice assieme a Malagoli della ONLUS, della quale oggi è segretario; Omar Bortolacelli, da nove anni in carrozzina a causa di un incidente sul lavoro procurato da un collega alla guida dell’ambulanza, pratica sport Paralimpici e va a portare la sua esperienza nelle scuole dove ha incontrato più di 5000 ragazzi. Agli “incontri”, seppur virtuali, è seguita la proposta di elaborare un progetto sul tema, che verrà poi selezionato e premiato il prossimo 31 maggio.
"A causa dell'emergenza sanitaria – ha spiegato Emiliano Malagoli, Presidente Onlus Di.Di. - non siamo più potuti andare in presenza nelle Scuole per condividere il nostro progetto di educazione stradale. Così lo abbiamo fatto diventare digitale e questo ci ha permesso di confrontarci con tantissime scuole che probabilmente non avremmo mai potuto raggiungere. Durante i live i ragazzi ci hanno sommerso di domande, significa che c'è interesse su questi temi: ci auguriamo che vengano inseriti presto nel programma didattico obbligatorio".
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