MV Agusta pronta alla Fase 2
Predisposti i controlli della temperatura per i dipendenti e ridisegnati gli spazi di lavoro per il distanziamento, MV Agusta è pronta a tornare in pista. Coronavirus o no, i piani dell’azienda varesina sono molto ambiziosi
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MV Agusta torna in moto
Ferme dal 26 marzo, le attività produttive degli stabilimenti MV Agusta sono pronte a rimettersi in moto per la Fase 2. La riapertura avverrà ovviamente nel pieno rispetto di tutti i protocolli di sicurezza imposti dal Governo: a Schiranna sono già stati predisposti il controllo della temperatura all'ingresso per dipendenti e visitatori e la fornitura di dispositivi di protezione individuali come mascherine e guanti; le linee produttive e gli spazi di lavoro sono stati modificati per garantire il distanziamento e tutte le nuove regole già comunicate ai lavoratori pronti a tornare in fabbrica.
D’altra parte, l’ambizioso piano d’espansione annunciato da MV già prima dell’epidemia deve cominciare. "Questo non è il momento per essere timidi, dobbiamo abbracciare il cambiamento e concentrare tutte le forze nel costruire un nuovo futuro per il nostro settore e per questo territorio, mantenendo, e addirittura incrementando, i livelli occupazionali”, ha detto ha detto il ceo di Mv Agusta Timur Sardarov. “Se è vero che dovremo fare i conti con una realtà completamente mutata in ogni aspetto della nostra società, non dobbiamo avere paura di credere nel nostro potenziale. Siamo pronti a raccogliere la sfida”.
In MV si guarda ala futuro: l'intenzione è quella di portare in pochi anni la produzione dalle attuali 5.000 unità l'anno ad oltre 25.000 grazie ad ingenti investimenti in produzione e ricerca, oltre che al lancio di nuovi modelli rivolti ad un pubblico più vasto e all'espansione della rete di concessionari nel mondo. "Stiamo già facendo gli investimenti necessari per entrare in nuovi mercati e conquistare nuovi segmenti, come stabilito dal nostro piano strategico”, ha spiegato Sardarov. “Il posizionamento di altissima gamma della nostra produzione tradizionale probabilmente risentirà meno della crisi rispetto ad altri settori, più ampi, meno stabili e meno flessibili. Le moto rappresentano inoltre per definizione la quintessenza della mobilità individuale. Sono simbolo di libertà ed una naturale, agile alternativa al trasporto di massa. Un aspetto da non sottovalutare in questi tempi difficili”.
Ferme dal 26 marzo, le attività produttive degli stabilimenti MV Agusta sono pronte a rimettersi in moto per la Fase 2. La riapertura avverrà ovviamente nel pieno rispetto di tutti i protocolli di sicurezza imposti dal Governo: a Schiranna sono già stati predisposti il controllo della temperatura all'ingresso per dipendenti e visitatori e la fornitura di dispositivi di protezione individuali come mascherine e guanti; le linee produttive e gli spazi di lavoro sono stati modificati per garantire il distanziamento e tutte le nuove regole già comunicate ai lavoratori pronti a tornare in fabbrica.
D’altra parte, l’ambizioso piano d’espansione annunciato da MV già prima dell’epidemia deve cominciare. "Questo non è il momento per essere timidi, dobbiamo abbracciare il cambiamento e concentrare tutte le forze nel costruire un nuovo futuro per il nostro settore e per questo territorio, mantenendo, e addirittura incrementando, i livelli occupazionali”, ha detto ha detto il ceo di Mv Agusta Timur Sardarov. “Se è vero che dovremo fare i conti con una realtà completamente mutata in ogni aspetto della nostra società, non dobbiamo avere paura di credere nel nostro potenziale. Siamo pronti a raccogliere la sfida”.
In MV si guarda ala futuro: l'intenzione è quella di portare in pochi anni la produzione dalle attuali 5.000 unità l'anno ad oltre 25.000 grazie ad ingenti investimenti in produzione e ricerca, oltre che al lancio di nuovi modelli rivolti ad un pubblico più vasto e all'espansione della rete di concessionari nel mondo. "Stiamo già facendo gli investimenti necessari per entrare in nuovi mercati e conquistare nuovi segmenti, come stabilito dal nostro piano strategico”, ha spiegato Sardarov. “Il posizionamento di altissima gamma della nostra produzione tradizionale probabilmente risentirà meno della crisi rispetto ad altri settori, più ampi, meno stabili e meno flessibili. Le moto rappresentano inoltre per definizione la quintessenza della mobilità individuale. Sono simbolo di libertà ed una naturale, agile alternativa al trasporto di massa. Un aspetto da non sottovalutare in questi tempi difficili”.
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