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MotoGP Rewind, Rio 2000: il trionfo di Roberts jr., l'esplosione di Rossi

L'erede del grande Kenny si laurea campione con un sesto posto, corona un biennio magico con la Suzuki. Spesso poco considerato, il figlio d'arte ha battuto in carriera piloti di valore come Biaggi, Capirossi, Criville, Gibernau. Sul gradino più alto del podio al gp del Brasile sale Valentino, alla sua seconda vittoria di 89 in classe regina
L'unico titolo del nuovo millennio vinto da Suzuki risale al 2000, sostanzialmente il penultimo anno delle 500. Le due tempi correranno infatti anche nel 2002, ma saranno letteralmente spazzate via dalla nuova Honda Rc211V e più in generale dalla nuova classe MotoGP. L' appuntamento con MotoGP Rewind di questa settimana ci porta con il nostro Guido Sassi alla gara del Brasile di 20 anni fa (disponibile in libero accesso su motogp.com), il terzultimo gp della stagione.

Il trionfo di Junior
A Rio de Janeiro Kenny Roberts jr corona la sua carriera con la conquista del campionato del mondo, un trionfo che arriva dopo 7 successi in due anni nella classe regina con Suzuki, 16 podi conquistati con quell'ingombrante cognome sul groppone. Sul circuito intitolato a Nelson Piquet, il pilota Suzuki parte solo settimo, ma la conquista del titolo è solo questione di aritmetica: in pole c'è Max Biaggi, in prima fila insieme all'idolo di casa Alex Barros – già vincente due volte in stagione- a Valentino Rossi e a Carlos Checa.
Al semaforo verde praticamente tutta la prima fila e buona parte della seconda avanzano in anticipo, quando i piloti davanti mollano la frizione Rossi parte a rilento, davanti si fiondano i giapponesi Okada e Abe. Al termine del primo giro Barros è in testa e la folla esplode in delirio. Roberts jr è solo nono, ma con Valentino sesto ha già virtualmente il titolo in tasca. Rossi però rimonta, in breve se ne vanno via in quattro: il 46, Abe, McCoy e Barros. Quando al tredicesimo giro Vale supera McCoy con una bella staccata in fondo al rettilineo, per la matematica il campionato torna ad aprirsi, perché Roberts è solo ottavo e gli manca un punto per festeggiare. Rossi si invola e va a vincere il suo secondo gp in 500, Roberts però chiude sesto e si guadagna la vittoria nel campionato del mondo.

Un destino ingombrante
Non sono pochi quelle che ritengono Roberts jr. pilota non di primissimo livello, ma nei suoi anni migliori Kenny ha vinto un titolo, è stato vicecampione un'altra volta, ha battuto gente del calibro di Criville, Biaggi, Capirossi, Checa, Gibernau, Abe.
Certo, Junior ha avuto una buona scuola: è cresciuto nel ranch di un mito come papà, imparando il mestiere nel dirt track, i suoi insegnanti sono stati tra gli altri Merkel, Lawson, Chandler, Mamola, solo per ricordarne alcuni. Ma ha anche “sprecato” alcuni anni correndo per la Modenas, la tre cilindri voluta da suo padre, creata dalla struttura di Tom Walkinshaw. Una moto senza troppo successo. Solo a debita distanza dall'influenza paterna Roberts jr. è riuscito a far fruttare il suo talento. Alcuni sostengono che metà delle sue vittorie sono arrivate sul bagnato, ma è forse una colpa?
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