MotoGP Promossi&Bocciati: Marquez corre da solo, Lorenzo sempre più in fondo
Il 93 vince ancora e inizia a salutare il pubblico ancora prima del via. Il 99 soffre e combatte, ma non mostra nessun passo in avanti e chiude penultimo. Le Yamaha di Quartararo e Vinales occupano il podio virtuale, ma a fine gara sono le Ducati di Dovizioso e Miller a festeggiare su quello vero
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Promossi&Bocciati rivive con il nostro Guido Sassi il gp d'Aragona: il sospetto è che ormai ci siano tre categorie nel motomondiale più la classe riservata a Marc Marquez. Un gran premio a parte, finito ancora prima di iniziare, vissuto con la serenità di chi ormai passeggia comodamente nella storia del motociclismo.
Chi piange, chi ride
Marquez non ha sostanzialmente nemmeno preso parte al warm up del mattino; il 93 ha fatto solo un giro per andare a salutare i suoi tifosi, tribuna per tribuna. Poi Magic Marc ha vinto la gara con 5 secondi di vantaggio su Dovizioso; ha condotto il gran premio dal via fino alla bandiera a scacchi, ha firmato il giro veloce anche senza avere mai dato l'impressione di volere spingere davvero. Bisogna aggiungere qualcosa? Solo che Lorenzo al contrario ha terminato penultimo, staccato di 46 secondi all'estremità opposta della classifica. Jorge ci sta mettendo decisamente la faccia in questo momento complicato: ha spiegato di avere avuto problemi di gomme fin dal terzo giro, con il posteriore che “spinnava”. Per stessa ammissione del maiorchino le difficoltà non stanno tanto nel chiudere il periodo di convalescenza post infortunio, ormai superato. La questione è trovare soluzioni tecniche valide, per affrontare di volta in volta il weekend con un set up sufficiente a sentire la moto. Il tempo perso prima in inverno e poi questa estate non aiutano, ma a questo punto riesce difficile anche solo immaginare di vedere un Lorenzo da top ten entro fine anno. E il prossimo? La distanza da Marquez è siderale e sembra impensabile che Jorge la possa ridurre sostanzialmente: già portarsi al livello di Crutchlow e Nakagami sarebbe un successo, ma può essere considerato un punto d'arrivo per un pilota con il curriculum di Jorge?
Oscar del sorpasso
Ad Aragon non è poi così facile vedere sorpassi e gare combattute, ma Dovizioso si è prodigato in numero e qualità delle manovre mostrate. Con la pazienza che lo contraddistingue Andrea ha rimontato dalla decima posizione in griglia per tagliare il traguardo secondo, “primo” degli altri. Il forlivese ha dovuto passare tra gli altri Rossi, Aleix Espargaro, Quartararo. Il difficile è arrivato con Miller e Vinales a una manciata di giri dal termine, ma DesmoDovi non si è minimamente scomposto e ha completato la rimonta. Andrea non ha prodotto un sorpasso fuori posto, un lungo o un passaggio forzato. Dovi ha fatto la gara “quasi” perfetta: ha risollevato un weekend che per Ducati si era messo molto in salita e ha anche riportato la Pramac di Jack alle sue spalle. Giusto per ribadire che - in attesa dell'arrivo di un improbabile Messia- è ancora lui l'uomo da seguire a Borgo Panigale.
Data check
Detto che la Honda di Marquez è stata la seconda moto più lenta come velocità di punta ad Aragon, il peggiore in assoluto è stato Fabio Quartararo. Il francesino ha pagato 4.3 chilometri orari a Rossi e 6.3 a Vinales. Da mesi ormai il dibattito sul motore in dotazione al Diablo è aperto: i presunti 500 giri motore in meno sono probabilmente un handicap meno pesante di quel che si possa pensare, eppure la guerra degli aggiornamenti in Yamaha è più accesa che mai. Per il secondo gp su tre Vinales ha ribadito che “sono contento perché era importante essere la prima delle Yamaha al traguardo” una missione che non gli era riuscita a Misano e che cela un futuro tecnico tutto da scrivere. Quanti decimi in più vale la moto factory rispetto alla seconda M1 di Petronas? L'anno prossimo Quartararo avrà lo stesso mezzo di Valentino e Maverick? E se il francese avesse davvero il prototipo più evoluto, il passo in avanti che potrebbe fare sarebbe netto o invece peserebbe maggiormente avere un rapporto diretto con i tecnici di Iwata?
Meditate gente
L'anno prossimo il motomondiale aggiungerà la Finlandia al calendario, arrivando a quota 20. Ma Carmelo Ezpeleta ha già indicato il numero di appuntamenti a cui Dorna punta nel breve: 22, con l'ingresso del Portogallo. Singapore vorrebbe un appuntamento, il Messico è alla finestra. Le gare in Spagna scenderebbero a tre, ruotando i vari circuiti – Jerez a parte - tra loro di anno in anno, mantenendo così il numero di gare nella penisola iberica stabile. La direzione presa sembra inevitabile, le ragioni della scelta meno condivisibili. Ovviamente il promoter sarebbe contento di aumentare le entrate, i team invece sono già al limite con le giornate di lavoro richieste al personale. Anche i piloti non sono entusiasti di passare un weekend sì e uno no lontano da casa. Fino a pochi anni fa Formula1 e motomondiale occupavano complessivamente 32 settimane sul calendario, con sporadiche sovrapposizioni. Ora si va verso un modello con 44 weekend di gara. Aumentare i gran premi non significa poi automaticamente far crescere lo spettacolo. Su 22 gare un pilota come Marquez è capace di portarne a casa tranquillamente una dozzina e c'è il rischio che anche il pubblico televisivo possa mostrare segnali di stanchezza.
Chi piange, chi ride
Marquez non ha sostanzialmente nemmeno preso parte al warm up del mattino; il 93 ha fatto solo un giro per andare a salutare i suoi tifosi, tribuna per tribuna. Poi Magic Marc ha vinto la gara con 5 secondi di vantaggio su Dovizioso; ha condotto il gran premio dal via fino alla bandiera a scacchi, ha firmato il giro veloce anche senza avere mai dato l'impressione di volere spingere davvero. Bisogna aggiungere qualcosa? Solo che Lorenzo al contrario ha terminato penultimo, staccato di 46 secondi all'estremità opposta della classifica. Jorge ci sta mettendo decisamente la faccia in questo momento complicato: ha spiegato di avere avuto problemi di gomme fin dal terzo giro, con il posteriore che “spinnava”. Per stessa ammissione del maiorchino le difficoltà non stanno tanto nel chiudere il periodo di convalescenza post infortunio, ormai superato. La questione è trovare soluzioni tecniche valide, per affrontare di volta in volta il weekend con un set up sufficiente a sentire la moto. Il tempo perso prima in inverno e poi questa estate non aiutano, ma a questo punto riesce difficile anche solo immaginare di vedere un Lorenzo da top ten entro fine anno. E il prossimo? La distanza da Marquez è siderale e sembra impensabile che Jorge la possa ridurre sostanzialmente: già portarsi al livello di Crutchlow e Nakagami sarebbe un successo, ma può essere considerato un punto d'arrivo per un pilota con il curriculum di Jorge?
Oscar del sorpasso
Ad Aragon non è poi così facile vedere sorpassi e gare combattute, ma Dovizioso si è prodigato in numero e qualità delle manovre mostrate. Con la pazienza che lo contraddistingue Andrea ha rimontato dalla decima posizione in griglia per tagliare il traguardo secondo, “primo” degli altri. Il forlivese ha dovuto passare tra gli altri Rossi, Aleix Espargaro, Quartararo. Il difficile è arrivato con Miller e Vinales a una manciata di giri dal termine, ma DesmoDovi non si è minimamente scomposto e ha completato la rimonta. Andrea non ha prodotto un sorpasso fuori posto, un lungo o un passaggio forzato. Dovi ha fatto la gara “quasi” perfetta: ha risollevato un weekend che per Ducati si era messo molto in salita e ha anche riportato la Pramac di Jack alle sue spalle. Giusto per ribadire che - in attesa dell'arrivo di un improbabile Messia- è ancora lui l'uomo da seguire a Borgo Panigale.
Data check
Detto che la Honda di Marquez è stata la seconda moto più lenta come velocità di punta ad Aragon, il peggiore in assoluto è stato Fabio Quartararo. Il francesino ha pagato 4.3 chilometri orari a Rossi e 6.3 a Vinales. Da mesi ormai il dibattito sul motore in dotazione al Diablo è aperto: i presunti 500 giri motore in meno sono probabilmente un handicap meno pesante di quel che si possa pensare, eppure la guerra degli aggiornamenti in Yamaha è più accesa che mai. Per il secondo gp su tre Vinales ha ribadito che “sono contento perché era importante essere la prima delle Yamaha al traguardo” una missione che non gli era riuscita a Misano e che cela un futuro tecnico tutto da scrivere. Quanti decimi in più vale la moto factory rispetto alla seconda M1 di Petronas? L'anno prossimo Quartararo avrà lo stesso mezzo di Valentino e Maverick? E se il francese avesse davvero il prototipo più evoluto, il passo in avanti che potrebbe fare sarebbe netto o invece peserebbe maggiormente avere un rapporto diretto con i tecnici di Iwata?
Meditate gente
L'anno prossimo il motomondiale aggiungerà la Finlandia al calendario, arrivando a quota 20. Ma Carmelo Ezpeleta ha già indicato il numero di appuntamenti a cui Dorna punta nel breve: 22, con l'ingresso del Portogallo. Singapore vorrebbe un appuntamento, il Messico è alla finestra. Le gare in Spagna scenderebbero a tre, ruotando i vari circuiti – Jerez a parte - tra loro di anno in anno, mantenendo così il numero di gare nella penisola iberica stabile. La direzione presa sembra inevitabile, le ragioni della scelta meno condivisibili. Ovviamente il promoter sarebbe contento di aumentare le entrate, i team invece sono già al limite con le giornate di lavoro richieste al personale. Anche i piloti non sono entusiasti di passare un weekend sì e uno no lontano da casa. Fino a pochi anni fa Formula1 e motomondiale occupavano complessivamente 32 settimane sul calendario, con sporadiche sovrapposizioni. Ora si va verso un modello con 44 weekend di gara. Aumentare i gran premi non significa poi automaticamente far crescere lo spettacolo. Su 22 gare un pilota come Marquez è capace di portarne a casa tranquillamente una dozzina e c'è il rischio che anche il pubblico televisivo possa mostrare segnali di stanchezza.
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