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MotoGP - Jorge Lorenzo: "Sono prigioniero a Dubai, difficile gareggiare nel 2020"

Jorge è a Dubai e non è ottimista sulla stagione in corso. "Ma la M1 è ancora una moto facile da guidare e competitiva. Yamaha ha tre piloti vincenti e Quartararo ha mostrato talento nel momento più importante". Rossi? "Fa bene a continuare anche l'anno prossimo se si sente felice, ma per me vincere è un'ossessione"
Jorge Lorenzo è residente a Lugano, ma ha deciso di iniziare il lockdown a Dubai e così ora è da un mese e mezzo in quarantena nella città del piccolo emirato, sostanzialmente confinato in una stanza d'albergo. Il pilota maiorchino si è confidato nel corso di una chat con la Gazzetta dello sport, parlando della situazione attuale e delle prospettive future della MotoGP.

Forti limitazioni
Jorge in questo momento si trova a rimpiangere la propria villa di Lugano. “Il giorno dopo che sono arrivato hanno chiuso la palestra, toccando gli attrezzi c’era una grande possibilità di contrarre il coronavirus. Da ieri anche la piscina. Così passo il tempo in camera, guardo Netflix, sto su Instagram con amici virtuali, mangio in camera. È vietato anche uscire dall’albergo, devi chiedere il permesso. Come a mamma e papà quando ero bambino”.

Le moto sono una chimera
Lorenzo sarebbe dovuto tornare in sella ad aprile per i test Yamaha a Motegi, ma le prove sono saltate e non è detto che se ne facciano delle altre in questa stagione, visto che lo sviluppo di motore ed aerodinamica è comunque congelato. Non va meglio sul fronte gare: la wild card di Jorge, prevista per il Gp di Catalunya è perlomeno rimandata, ma non è detto che a Barcellona si corra nel 2020: “Sono pessimista, probabilmente non si corre quest’anno. Io ho firmato un anno con Yamaha, vediamo se entrambi collaboreremo ancora”.

Un vero spartano
Jorge dimostra di non avere perso il proprio animus pugnandi, almeno a parole. D'altronde in questo momento si può fare poco di più e così Lorenzo chiarisce la situazione che si era venuta a creare in Honda: “Non solo Marc Marquez, ma molta gente pensava che avessi paura, ma non è così. Semplicemente non mi sono adattato a quella moto, dovevo guidarla diversamente dal mio stile di guida, non avevo feeling. Ma avere paura è un'altra cosa e mi è successa poche volte nella vita, in altre occasioni”.

Che M1 è?
Nei test invernali Yamaha sembrava uno dei team più in palla e Jorge è potuto finalmente salire di nuovo sulla moto che gli ha regalato tre titoli MotoGP. Già a gennaio aveva affermato che la M1 è ancora un'ottima moto, e Jorge garantisce anche per il parco piloti: “Yamaha è l’unico team che ha tre rider potenzialmente vincenti. Inoltre può contare su un giovane promettente come Fabio Quartararo”. Tra Jorge e il francese sembra esserci un bel feeling. “Fabio è molto simpatico, sempre solare e sorridente. In pista si trasforma. Ha tanto talento, fino a un anno fa non riusciva a tradurlo, ma l’ha dimostrato al momento opportuno, in MotoGP”.

Il rapporto con Vale
Il ruolo di collaudatore Yamaha sembra avere anche smussato il rapporto con Rossi. Correrà anche l'anno prossimo? La benedizione di Jorge c'è. “Io sono più ossessivo, non potevo accettare di proseguire senza essere al limite. Se lui invece è felice e motivato e fisicamente si sente bene, perché non continuare? Ha una moto agile e non troppo fisica, può migliorare tanto rispetto all’anno scorso”.
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