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MotoGP Lorenzo: “Marquez ha la mia stessa determinazione"

MotoGP news – Jorge Lorenzo torna a parlare del campionato 2013. È stato un anno speciale per lui, ha ricevuto tanti complimenti quanti Marc Marquez, ha tenuto acceso il campionato fino all'ultimo, non c'era migliore maniera di arrivare secondo, ma ovviamente non è soddisfatto
Rivalità spagnola
Non è stato il mio anno migliore”, su questo non ha alcun dubbio Jorge Lorenzo, nonostante le imprese che ci ha regalato in pista. Il pilota della Yamaha ha continuato: “Per uno come me quello che conta è vincere e lo dico come lo sento: il campione è il principale favorito e io ho perso. Però se penso alla mia guida, grazie al sacrificio, alla costanza e all'aiuto di mio padre, da questo punto di vista sì, è stato il mio migliore anno”. Nonostante tutto quello che ha fatto in pista, da vicecampione non può essere felice al cento per cento, infatti ha ammesso: “Mi da fastidio essere arrivato secondo, sì. Mi considero l'uomo più fortunato del mondo e ogni giorno ringrazio per questo. Il nostro, oltre ad essere uno sport, è un gioco, e come tale vinci e perdi. Non avrei mai sognato di avere quello che ho, di vincere quello che ho vinto e di sentire così tanti elogi sulla mia guida. L'unico che mi ha battuto è stato il migliore rookie della storia, Marc Marquez, che ha fatto una stagione eccellente. Non posso togliere del merito a Marc, è un giusto vincitore”. Stuzzicato dal giornalista spagnolo su come Marquez ha vinto il titolo, scorrettezze incluse, Lorenzo ha risposto a tono: “No, scusi, non è stato così. Io ho parlato con i membri della Direzione Gara perché credo, e continuo a pensarlo, che nel nostro sport ci sono delle regole che non si possono scavalcare e se qualcuno non le segue, come Marc ha fatto qualche volta, bisogna che venga estratto il cartellino giallo o rosso come nel calcio. E come è successo a me nel 2005, quando non ho potuto correre un Gran Premio per la squalifica. Me lo ero meritato, come credo Marquez quest'anno, e mi era servito per imparare”. C'è chi dice che l'arrivo di Marquez nella categoria regina abbia dato una spinta in più allo spettacolo, assopito negli ultimi anni. Il maiorchino ha risposto: “Prima del suo arrivo eravamo più “conservatori” se così si può dire quando vai a 340 km/h, guidando una moto di 180 kg e 250 cavalli di potenza. Diciamo piuttosto che le gare erano senza troppe sorprese. Casey Stoner, Dani Pedrosa e io dominavamo e preferivamo arrivare in seconda o terza posizione piuttosto che rischiare tutto per cercare la vittoria. Adesso Marquez ha l'ambizione di vincere su tutti i tracciati. Marc non si conforma mai, in questo senso il suo arrivo ha agitato un po' la griglia della MotoGP e soprattutto ha fatto sì che io e Dani Pedrosa siamo cresciuti come piloti. Quel 2% che nel 2012 ci siamo risparmiati, adesso lo dobbiamo usare per lottare per la vittoria. Questa ambizione quasi esagerata che ha Marc mi ricorda quella che avevo io nel 2008 quando sono arrivato in MotoGP e quella di Valentino Rossi nel 2000". Marc Marquez  è il ritratto del campione: "Grande ambizione, zero complessi e poco rispetto ai campioni consacrati. Iniziando senza paure, senza complessi e con una determinazione incredibile, è quello che poi ti fa andare forte. L'unica cosa che gli mancava era l'esperienza, questo vuol dire che la prossima stagione sarà un rivale ancora più duro”.
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