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MotoGP, la proposta di Dall'Igna: "Una sola moto a pilota"

Il direttore generale di Ducati pensa a soluzioni nuove per garantire la continuità del mondiale: "Avere un prototipo in meno come in Moto3 e Moto2 significa meno ricambi e permetterebbe di ridurre significativamente i costi". Sulla doppia gara nel weekend: "Non aiuta, meglio correre a porte chiuse"
Dorna, la società che gestisce il motomondiale, è un’azienda che fattura più di 300 milioni di euro all’anno: al momento però le entrate sono a zero e anzi, Ezpeleta ha messo a disposizione - con l'avvallo dei due fondi che detengono la maggioranza delle quote- un capitale di 13,5 milioni di euro a disposizione dei team privati per fronteggiare l'emergenza. Se le squadre più piccole sentono la crisi nell'immediato, le Case ufficiali stanno cercando di capire come riorganizzarsi in un'ottica di medio periodo. Quando si potrà ripartire bisognerà farlo spendendo meno, perché i budget dei costruttori saranno inevitabilmente rivisti al ribasso. In questo senso Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki hanno già concordato il congelamento delle sviluppo fino a fine 2021, ma è opinione condivisa che sia necessario fare di più.

Il generale in campo
“Siamo di fronte a un disastro di grandi proporzioni” ha dichiarato a La Stampa Luigi Dall’Igna. Il direttore generale della Rossa di Borgo Panigale avanza perciò una proposta nuova, che potrebbe contribuire a ridurre sensibilmente i costi delle squadre. “Si potrebbe correre con una moto per ogni pilota anche in MotoGP, così come fanno in Moto3 e Moto2”. Questa misura, abbinata al congelamento dello sviluppo, permetterebbe in buona sostanza di utilizzare i mezzi preparati per questa stagione anche l'anno prossimo, oltre che a ridurre il numero di componenti di ricambio. Su quest'ultimo aspetto però bisognerà lavorare nel dettaglio, per evitare che il risultato sia proprio quello opposto, cioè che i costruttori si vedano costretti a portare più pezzi per sostituire elementi in caso di caduta. Ma sotto questo specifico punto di vista si potrebbe (o forse si dovrà comunque) ragionare sulla quantità di materiale da trasportare con le casse in aereo. Mentre per quanto riguarda  il numero di motori da realizzare, l'economia sarà evidente.

Altre soluzioni
Dall'Igna è molto diretto nel guardare in faccia la realtà e prosegue nel delineare le prospettive: “Correre a porte chiuse può comunque salvare l'80% del nostro business, quindi è un'opzione che mi trova favorevole, perché permette di soddisfare in gran parte i nostri sponsor. L'unica possibilità che non mi sembra funzionale è correre due gare nello stesso weekend”. Il pensiero di Dall'Igna non è una caso isolato: raddoppiare le gare nello stesso fine settimana non darebbe maggiore visibilità agli sponsor, renderebbe complicato lo svolgimento delle prove e avrebbe l'unico “vantaggio” di distribuire più punti in classifica. Sarebbe molto più funzionale garantire la validità del campionato anche solo con 10 appuntamenti, rimettendo mano alle regole che al momento prevedono 13 gran premi come numero minimo per assegnare il titolo.
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