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MotoGP 2015, intervista esclusiva a Pol Espargaro: “La MotoGP è la mia vita"

MotoGP news – La sindrome compartimentale è uno dei malanni più frequenti nei piloti e uno degli ultimi a esserne stati colpiti è Pol Espargaro, alfiere del team Yamaha Tech 3, recentemente operato. Al Mugello abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui, sulla sua situazione attuale, sulla 8 Ore di Suzuka che disputerà a luglio, sul fratello Aleix e sui suoi progetti futuri
"Voglio arrivare sulla moto azzurra"
Pol Espargaro è il fratello minore degli Espargaro, campione iridato di Moto2 nel 2013 e al secondo anno in MotoGP. La stagione attuale non è iniziata come avrebbe sperato a causa della sindrome compartimentale che lo ha infastidito fin dal Qatar, motivo per cui Polyccio si è fatto operare tra il Gran Premio di Le Mans e quello d'Italia per recuperare al più presto e tornare ad essere competitivo. Lo spagnolo lo abbiamo intervistato al Mugello e ci ha raccontato di questo suo problema, ci ha parlato della 8 ore di Suzuka a cui prenderà parte, della stagione del fratello Aleix, al primo anno pilota ufficiale in Suzuki, e di tante altre cose...

Quando hai scoperto di soffrire di sindrome compartimentale?
Era già qualche gara che sentivo problemi, fin da quella inaugurale in Qatar. È una malattia in cui non senti dolore, ma non senti la forza nel braccio e nelle dita. Apri il gas ma la mano non risponde al comando che le dai. Arrivi a un punto in cui il tuo cervello dice una cosa e la mano ne fa un'altra. Vorresti dare il 100% in staccata, ma la mano fa il 60 e allora vai lungo. Non puoi accelerare bene e non puoi tenere bene la moto. È un peccato perché questo succede all'inizio della gara e poi ti resta da fare tutta la corsa, è pazzesco.

Come mai hai deciso di operarti adesso e non nella pausa estiva?
Perché ora che arriva luglio avremo già fatto troppe gare e questo problema influisce sulle mie corse. Abbiamo avuto problemi a Jerez, per quello non ho neanche potuto difendere la posizione da Cal Crutchlow e la cosa, confesso, mi ha infastidito. Quando non puoi andare più veloce, fai quello che puoi, ma quando c'è qualcosa che ti limita è un casino.

Cosa pensi della situazione di Dani Pedrosa recentemente operato anche lui?
Quello che ha avuto lui è più diverso e difficile rispetto al mio, perché quando ti succede per la prima volta l'operazione è facile, si apre il braccio e si libera il muscolo, se te lo fa un buon dottore te lo fa bene e poi non hai più problemi. Il suo problema invece è che la prima operazione non è stata fatta bene e quando poi quello che c'è intorno al muscolo, si rigenera, ti crea il doppio dei problemi. A quel punto si complica tutto.

Parteciperai quest'anno alla 8 ore di Suzuka, cosa ti aspetti?
Eh non lo so... Una gara dura, perché principalmente bisogna cambiare tanto la mentalità. Pensare che non si vince tutto in 40 minuti, ma in molto di più. Normalmente siamo abituati a fare uno sport  individuale. Siamo una squadra, ma in pista poi ci sono solo io. Lì invece bisognerà pensare anche agli altri compagni di squadra, se cadi tu questo influisce sul risultato della squadra. È un po' più diverso. Saremo tre piloti in tutto e lottiamo per lo stesso risultato.

Era una cosa a cui aspiravi?
No, è stata una cosa che mi ha chiesto Yamaha e a me è piaciuta tanto come idea. Non ci avevo mai pensato sinceramente e ancora non la sento come cosa. Non sono ancora entrato nell'ottica, sarà che non sono mai salito sulla R1, ho sempre guidato la mia moto qui. Quello sarà molto diverso e mi piace molto. Appena me l'hanno detto ho accettato subito! Ho guardato nel calendario le date delle prove e coincidono con le nostre vacanze, non avrò tempo per rilassarmi in vacanza, ma in compenso andrò a Suzuka anche per divertirmi. È una gara, è vero, ma è diversa e non ho la stessa pressione. Alla fine lì bisogna essere regolari, stare tranquilli e quello mi piace.

In che rapporti sei con Bradley Smith?
La nostra relazione è molto buona. Alla fine sono tanti anni che corriamo insieme, partendo dalla 125 alla Moto2, ma anche nel campionato spagnolo. Siamo amici e abitiamo anche vicini ad Andorra. Abbiamo molte cose in comune.

Sei al tuo secondo anno di MotoGP, che sensazioni hai adesso in sella alla tua moto?
Ci è mancato un po' qualcosa ad inizio stagione, un po' per il problema al braccio, poi per la caduta ad Austin. Abbiamo fatto un buon risultato a Jerez, ma non era quello ottimo che ci aspettavamo. Non è stato un inizio come mi aspettavo, ma la stagione è ancora lunga, ci sono tante gare e vediamo come andranno le braccia. Sono molto importanti per l'inizio e la fine della gara. Se tutto va bene possiamo migliorare. La moto non è cambiata molto, secondo me quello che doveva cambiare era il mio stile di guida.

Cosa pensi di Aleix in Suzuki?
Sono molto felice per lui, lo vedo rilassato e tranquillo. Normalmente nelle altre squadre lo vedevo teso, rischiando tanto e non se la godeva. Adesso è diverso, crede molto nella sua moto, nella sua squadra, nella sua evoluzione. Sa che può fare molto, è felice perché vede un risultato. È in un team ufficiale, c'è tanta gente che lavora per lui e si sente importante, per un pilota questo è molto buono.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Questo è un anno in cui scadranno i contratti con il team, con le aziende del casco e della tuta, quindi bisognerà vedere tutto a fine anno. Bisognerà vedere le offerte che ci saranno. Io spero di restare qui per poi arrivare sulla "moto blu" (la Yamaha ufficiale, ndr), quello è il mio sogno. Però alla fine non dipende da me al 100%, ci sono due piloti che vanno molto forte. Tutto dipende anche da loro, da quando vorranno andare via. Bisogna aspettare...

E se ti arrivasse qualche proposta dalla Superbike?
Non so. Adesso voglio restare legato alla MotoGP, è la mia vita, è dove ho iniziato e dove mi sento forte. Capisco come funzionano le moto, le squadre. Conosco tutti, è come una grande famiglia. Andare in un mondo nuovo, per me non è il momento, adesso mi piace dove sto, vedremo.

L'anno scorso mi avevi detto che il dream team sarebbe con tuo fratello, lo pensi ancora?
No, non più! La tensione che si vive in un box con il tuo compagno di squadra è grande, è il tuo primo rivale. Averla con mio fratello, non mi piacerebbe. Meglio stare separati in quel caso...

Tu e tuo fratello siete stati operati nello stesso giorno e avete postato una foto sui social con due grandi sorrisi, sembrava quasi non foste in ospedale!
Faccio lo sport che mi piace e posso guadagnare soldi con questo, che oggi è difficile per via della crisi in Europa. Mi diverto, ho una bella famiglia, un fratello a cui voglio molto bene, una sorella magnifica. Ho tutto quello che una persona può desiderare. Se io non sono felice, cosa ci vuole allora per esserlo? La mia vita è bella e provo a godermela tutti i giorni, perché questo sicuramente non durerà per tutta la vita. Ho parlato con qualche ex pilota e mi han detto: "Questi anni che stai vivendo adesso, sono i più belli della tua vita. Goditeli al massimo che non tornano più".
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