MotoGP 2014 Motegi, Lorenzo: “Con Rossi siamo un grande team”. Orari diretta tv
MotoGP news – Questa settimana nella trasmissione di Sky “I Signori della MotoGP” l'intervista è toccata a Jorge Lorenzo, vincitore dello scorso appuntamento sul circuito di Aragon. Il maiorchino ha parlato del suo rapporto con il compagno di squadra Valentino Rossi, ha fatto un confronto tra i piloti più forti da battere e ha dichiarato nuovamente amore eterno alla Yamaha
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La nuova rubrica di Sky “I Signori della MotoGP” ha mandato in onda una lunga intervista a Jorge Lorenzo. Il maiorchino, che è tornato a fare coppia fissa con Valentino Rossi in Yamaha dal 2013, ha parlato del loro rapporto che migliorato rispetto a quello che avevano negli anni 2009 e 2010: “Ho sempre pensato che siamo lì per fare risultati e per vincere. Non è un “Grande fratello” dove vince chi ha più relazioni con gli altri, non credo che abbiamo tempo per avere una vita sociale e cercare amici nel paddock. Nel paddock si viene per correre, per cercare di migliorarsi per vincere. Però è anche importante comportarsi bene con i piloti che sono della tua stessa squadra e che dividono con te la moto, perché una buona relazione e un buon dialogo ti permette di crescere e migliorare, e qualche volta ti permette di confrontare le tue sensazioni con quelle del tuo compagno. Penso che io e Vale formiamo un grande team non solo per talento e per come corriamo in pista, ma anche per l’esperienza che ci permette di dire alla Yamaha dove migliorare per fare una moto migliore”. Guardando alla sua carriera in MotoGP gli avversari più forti che ha avuto in pista sono stati Pedrosa, Stoner, Marquez e Valentino, e ha commentato: “Tutti e quattro sono molto forti, ma sicuramente i più difficili da battere sono Vale e Marquez perché non danno mai nulla per perso e tutte le gare provano sempre a vincere, anche se non sono ben posizionati e la pista non è la loro favorita. Pedrosa e Stoner, che sono estremamente veloci, se hanno difficoltà durante il weekend o durante la gara, preferiscono rimanere secondi o terzi per prendere punti. Mentre Marquez e Vale sono molto bravi a superare, non mollano mai e cercano sempre di vincere la gara. Sono piloti differenti ma in una gara, quando lotti uno contro uno, i più difficili da battere rimangono sempre Vale e Marc”. Finora Lorenzo può vantare quattro titoli mondiali, due nella categoria 250 e due nella MotoGP, di questi due sono speciali: “Tutti sono importanti ma credo che i primi lo siano di più. Quindi quelli del 2006 con la 250cc, e del 2010 con la MotoGp sono molto più significativi perché così ne avevo già uno: sei campione del mondo per la prima volta in tutte le classi, in 250cc e poi in MotoGp. Poi i secondi Mondiali vinti in entrambe le categorie sono la conferma del tuo valore, ma i primi sono i più importanti per me. Specialmente quello vinto nel 2010 in MotoGp, che è la massima delle categorie, è stato il campionato più desiderato degli altri”. Nella top class Jorge ha sempre guidato una Yamaha, e forse sarà anche l'unica moto che guiderà: “Credo che sia normale per qualsiasi pilota avere la curiosità di provare altre moto, specialmente se queste sono più veloci e competitive della tua. Però, nella vita, credo molto nella fiducia e quando ti dimostrano fiducia anche nei momenti difficili tu devi ricambiare. Ho avuto la possibilità di cambiare moto sia nel 2009 che nel 2012, ma alla fine ho deciso di rimanere: per la fiducia in me stesso, per l’offerta economica e per la moto molto competitiva, che è la cosa più importante perché tutti siamo qui per vincere, sia io che la Yamaha. Oltre a questi aspetti, c’è anche quello umano, quindi trovarsi bene con il team, e questa fiducia di cui parlavamo prima è stata molto importante e mi ha fatto scegliere sempre la Yamaha. Spero di rimanere a vita in questo team perché sarebbe bello dire con non ho mai cambiato team in MotoGP. Pochi piloti possono farlo”. Il campionato finirà sul circuito di Ricardo Tormo a Valencia anche quest'anno, e nel 2013 Lorenzo vinse la gara ma perse il titolo per soli quattro punti da Marc Marquez. Pensando a quella gara ha commentato: “Non si può dire che sia stato un brutto ricordo, essere il vicecampione di MotoGP è un traguardo importante. Però è ovvio che se vinci un titolo e ne vinci un secondo, vuoi vincere anche il terzo. Ma se ciò non accade non è un dramma, certo non è il top, ma se penso alla stagione che abbiamo fatto dopo 2 cadute, 2 infortuni e la rottura della clavicola, riuscire a vincere 8 gare e arrivare a soli 4 punti da Marc è stato incredibile. È vero che quello che conta è la matematica e i punti per assegnare un Mondiale, ma è altrettanto importante come si gareggia e come si lotta e non abbiamo nulla per cui rammaricarci”.
La nuova rubrica di Sky “I Signori della MotoGP” ha mandato in onda una lunga intervista a Jorge Lorenzo. Il maiorchino, che è tornato a fare coppia fissa con Valentino Rossi in Yamaha dal 2013, ha parlato del loro rapporto che migliorato rispetto a quello che avevano negli anni 2009 e 2010: “Ho sempre pensato che siamo lì per fare risultati e per vincere. Non è un “Grande fratello” dove vince chi ha più relazioni con gli altri, non credo che abbiamo tempo per avere una vita sociale e cercare amici nel paddock. Nel paddock si viene per correre, per cercare di migliorarsi per vincere. Però è anche importante comportarsi bene con i piloti che sono della tua stessa squadra e che dividono con te la moto, perché una buona relazione e un buon dialogo ti permette di crescere e migliorare, e qualche volta ti permette di confrontare le tue sensazioni con quelle del tuo compagno. Penso che io e Vale formiamo un grande team non solo per talento e per come corriamo in pista, ma anche per l’esperienza che ci permette di dire alla Yamaha dove migliorare per fare una moto migliore”. Guardando alla sua carriera in MotoGP gli avversari più forti che ha avuto in pista sono stati Pedrosa, Stoner, Marquez e Valentino, e ha commentato: “Tutti e quattro sono molto forti, ma sicuramente i più difficili da battere sono Vale e Marquez perché non danno mai nulla per perso e tutte le gare provano sempre a vincere, anche se non sono ben posizionati e la pista non è la loro favorita. Pedrosa e Stoner, che sono estremamente veloci, se hanno difficoltà durante il weekend o durante la gara, preferiscono rimanere secondi o terzi per prendere punti. Mentre Marquez e Vale sono molto bravi a superare, non mollano mai e cercano sempre di vincere la gara. Sono piloti differenti ma in una gara, quando lotti uno contro uno, i più difficili da battere rimangono sempre Vale e Marc”. Finora Lorenzo può vantare quattro titoli mondiali, due nella categoria 250 e due nella MotoGP, di questi due sono speciali: “Tutti sono importanti ma credo che i primi lo siano di più. Quindi quelli del 2006 con la 250cc, e del 2010 con la MotoGp sono molto più significativi perché così ne avevo già uno: sei campione del mondo per la prima volta in tutte le classi, in 250cc e poi in MotoGp. Poi i secondi Mondiali vinti in entrambe le categorie sono la conferma del tuo valore, ma i primi sono i più importanti per me. Specialmente quello vinto nel 2010 in MotoGp, che è la massima delle categorie, è stato il campionato più desiderato degli altri”. Nella top class Jorge ha sempre guidato una Yamaha, e forse sarà anche l'unica moto che guiderà: “Credo che sia normale per qualsiasi pilota avere la curiosità di provare altre moto, specialmente se queste sono più veloci e competitive della tua. Però, nella vita, credo molto nella fiducia e quando ti dimostrano fiducia anche nei momenti difficili tu devi ricambiare. Ho avuto la possibilità di cambiare moto sia nel 2009 che nel 2012, ma alla fine ho deciso di rimanere: per la fiducia in me stesso, per l’offerta economica e per la moto molto competitiva, che è la cosa più importante perché tutti siamo qui per vincere, sia io che la Yamaha. Oltre a questi aspetti, c’è anche quello umano, quindi trovarsi bene con il team, e questa fiducia di cui parlavamo prima è stata molto importante e mi ha fatto scegliere sempre la Yamaha. Spero di rimanere a vita in questo team perché sarebbe bello dire con non ho mai cambiato team in MotoGP. Pochi piloti possono farlo”. Il campionato finirà sul circuito di Ricardo Tormo a Valencia anche quest'anno, e nel 2013 Lorenzo vinse la gara ma perse il titolo per soli quattro punti da Marc Marquez. Pensando a quella gara ha commentato: “Non si può dire che sia stato un brutto ricordo, essere il vicecampione di MotoGP è un traguardo importante. Però è ovvio che se vinci un titolo e ne vinci un secondo, vuoi vincere anche il terzo. Ma se ciò non accade non è un dramma, certo non è il top, ma se penso alla stagione che abbiamo fatto dopo 2 cadute, 2 infortuni e la rottura della clavicola, riuscire a vincere 8 gare e arrivare a soli 4 punti da Marc è stato incredibile. È vero che quello che conta è la matematica e i punti per assegnare un Mondiale, ma è altrettanto importante come si gareggia e come si lotta e non abbiamo nulla per cui rammaricarci”.
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