MotoGP 2014, intervista esclusiva a Andrea Doviziso: “Mi piace l'approccio di Gigi Dall'Igna in Ducati”
MotoGP news – Almeno fino al 2016 vedremo il pilota forlivese vestito di rosso sulla "rossa" italiana per eccellenza. In questa intervista esclusiva a inSella.it, Andrea Dovizioso parla dei nuovi progetti di casa Ducati, del direttore di Ducati Corse Gigi Dall'Igna, del suo futuro compagno di squadra Andrea Iannone e di come ha vissuto il WDW, un'esperienza davvero emozionante
Image
News
Il Dovi ci crede
Dopo aver vissuto un biennio non proprio positivo in Ducati, Andrea Dovizioso, 28 anni, ex campione di 125, ha deciso di rinnovare il rapporto con la casa di Borgo Panigale. Il forlivese è un ottimo sviluppatore, una dote che conoscono bene gli "addetti ai lavori" più esperti, e lancia segnali rassicuranti: apprezza e ha grande fiducia nel lavoro dell'ingegner Gigi Dall'Igna, quindi spera di ottenere grandi risultati in sella alla Desmosedici GP15, anche se potrà conoscerla solo a febbraio del prossimo anno.
Sarai pilota Ducati per altri due anni, cosa ti aspetti dal futuro?
Mi aspetto di fare quello che speravo di fare in questi due anni e non è stato possibile. C'è un lavoro lungo e importante da fare e lo stiamo facendo. Non voglio fare troppi pronostici perché finché non provo la moto, cioè nei test di febbraio, non posso assolutamente sapere come potrà andare la stagione. Posso solo fare valutazioni in base a quello che abbiamo fatto fino ad adesso, e sono valutazioni positive: quello che siamo riusciti a migliorare quest'anno, mantenendo la stessa base e cambiando solo alcuni aspetti, mi ha sorpreso parecchio. Guardando le ultime gare e i tempi che facciamo, sembra che non siamo così lontani, ma lo siamo ancora e la conferma ce la danno le gare. In prova siamo sempre lì, ma ci sono delle motivazioni tecniche ben precise del perché non riusciamo ad essere così vicini e a combattere là davanti. Credo e spero che il progetto nuovo ci permetta di partire già davanti.
Com'è cambiato il lavoro da quando è arrivato Gigi Dall'Igna?
Questa è una delle motivazioni del perché ho deciso di continuare a credere in questo progetto. Mi piace l'approccio che ha con tutto, è molto logico. Non ha la bacchetta magica: con lui si lavora, si valuta, si studia e si arriva ai risultati. Non è arrivato in Ducati dicendo “la moto bisogna farla così”: la dimostrazione è proprio il fatto che il progetto arriva il prossimo anno, con un certo ritardo. Ma lui ha voluto vedere tutto quello che poteva recuperare nella prima metà di stagione, per poi iniziare a intervenire ma soprattutto per fare un progetto in cui mettere l'esperienza che ha, le sue idee e anche tutto quello che ha visto di buono in Ducati.
Ti ha promesso qualcosa per il 2015?
Gigi non promette mai niente, è una delle persone più abbottonate, addirittura più di me. Non credevo che esistesse! (ride)
Quanto sei stato realmente vicino a Suzuki?
Sono stato vicino perché anche loro hanno dimostrato di volermi nel progetto come pilota di punta e anche dal punto di vista dello sviluppo. Sia Ducati che Suzuki hanno bisogno di questo, perché il prossimo anno nessuno delle due partirà con una moto competitiva come Yamaha e Honda. Ovviamente mi ha fatto piacere.
Dal prossimo anno arriva Andrea Iannone come compagno di squadra, lo conosci?
Lo conosco da quando facevamo le mini moto, ma non siamo mai stati nella stessa categoria perché ci sono tre, quattro anni di differenza. Lo conosco di vista e per aver guardato le gare che ha fatto, a livello di guida è fortissimo sicuramente. Poi non siamo molto uguali di carattere e non viviamo nello stesso posto da fare le stesse cose.
Come hai vissuto il World Ducati Week?
È stato impressionante. Me ne avevano parlato di un evento esagerato, ma non avrei mai pensato ad una cosa così grande, con così tanta gente, e così tanto appassionata, veramente impressionante!
Quanto ti manca Casey Stoner in pista?
Casey in pista era fastidioso perché andava troppo forte (ride). Gli vedevi fare delle cose da fuoriclasse. Però è sempre bello vedere fare cose speciali che gli altri non sono in grado di fare, da quel punto di vista l'ho sempre stimato molto.
Quali sono stati i momenti più emozionanti e deludenti della tua carriera?
Il più emozionante è stata la seconda posizione al Mugello (nel 2011, ndr), ero il primo italiano, primo pilota Honda perché avevo passato Stoner all'ultimo giro e sono arrivato in volata con Lorenzo. Quando sono salito sul podio, avere tutto il Mugello che è “per Valentino”, tifare me, mi ha commosso. È una soddisfazione personale riuscire a fare emozionare così tanta gente ed averli tutti lì sotto al podio. Di deludente non c'è stato un momento, direi l'anno 2006, la mia seconda stagione in 250. È stato quello peggiore a livello di sensazioni, anche se sono arrivato secondo in campionato. Sentivo però di non tirare fuori il mio 100% e quando corri così non è bello.
Dopo aver vissuto un biennio non proprio positivo in Ducati, Andrea Dovizioso, 28 anni, ex campione di 125, ha deciso di rinnovare il rapporto con la casa di Borgo Panigale. Il forlivese è un ottimo sviluppatore, una dote che conoscono bene gli "addetti ai lavori" più esperti, e lancia segnali rassicuranti: apprezza e ha grande fiducia nel lavoro dell'ingegner Gigi Dall'Igna, quindi spera di ottenere grandi risultati in sella alla Desmosedici GP15, anche se potrà conoscerla solo a febbraio del prossimo anno.
Sarai pilota Ducati per altri due anni, cosa ti aspetti dal futuro?
Mi aspetto di fare quello che speravo di fare in questi due anni e non è stato possibile. C'è un lavoro lungo e importante da fare e lo stiamo facendo. Non voglio fare troppi pronostici perché finché non provo la moto, cioè nei test di febbraio, non posso assolutamente sapere come potrà andare la stagione. Posso solo fare valutazioni in base a quello che abbiamo fatto fino ad adesso, e sono valutazioni positive: quello che siamo riusciti a migliorare quest'anno, mantenendo la stessa base e cambiando solo alcuni aspetti, mi ha sorpreso parecchio. Guardando le ultime gare e i tempi che facciamo, sembra che non siamo così lontani, ma lo siamo ancora e la conferma ce la danno le gare. In prova siamo sempre lì, ma ci sono delle motivazioni tecniche ben precise del perché non riusciamo ad essere così vicini e a combattere là davanti. Credo e spero che il progetto nuovo ci permetta di partire già davanti.
Com'è cambiato il lavoro da quando è arrivato Gigi Dall'Igna?
Questa è una delle motivazioni del perché ho deciso di continuare a credere in questo progetto. Mi piace l'approccio che ha con tutto, è molto logico. Non ha la bacchetta magica: con lui si lavora, si valuta, si studia e si arriva ai risultati. Non è arrivato in Ducati dicendo “la moto bisogna farla così”: la dimostrazione è proprio il fatto che il progetto arriva il prossimo anno, con un certo ritardo. Ma lui ha voluto vedere tutto quello che poteva recuperare nella prima metà di stagione, per poi iniziare a intervenire ma soprattutto per fare un progetto in cui mettere l'esperienza che ha, le sue idee e anche tutto quello che ha visto di buono in Ducati.
Ti ha promesso qualcosa per il 2015?
Gigi non promette mai niente, è una delle persone più abbottonate, addirittura più di me. Non credevo che esistesse! (ride)
Quanto sei stato realmente vicino a Suzuki?
Sono stato vicino perché anche loro hanno dimostrato di volermi nel progetto come pilota di punta e anche dal punto di vista dello sviluppo. Sia Ducati che Suzuki hanno bisogno di questo, perché il prossimo anno nessuno delle due partirà con una moto competitiva come Yamaha e Honda. Ovviamente mi ha fatto piacere.
Dal prossimo anno arriva Andrea Iannone come compagno di squadra, lo conosci?
Lo conosco da quando facevamo le mini moto, ma non siamo mai stati nella stessa categoria perché ci sono tre, quattro anni di differenza. Lo conosco di vista e per aver guardato le gare che ha fatto, a livello di guida è fortissimo sicuramente. Poi non siamo molto uguali di carattere e non viviamo nello stesso posto da fare le stesse cose.
Come hai vissuto il World Ducati Week?
È stato impressionante. Me ne avevano parlato di un evento esagerato, ma non avrei mai pensato ad una cosa così grande, con così tanta gente, e così tanto appassionata, veramente impressionante!
Quanto ti manca Casey Stoner in pista?
Casey in pista era fastidioso perché andava troppo forte (ride). Gli vedevi fare delle cose da fuoriclasse. Però è sempre bello vedere fare cose speciali che gli altri non sono in grado di fare, da quel punto di vista l'ho sempre stimato molto.
Quali sono stati i momenti più emozionanti e deludenti della tua carriera?
Il più emozionante è stata la seconda posizione al Mugello (nel 2011, ndr), ero il primo italiano, primo pilota Honda perché avevo passato Stoner all'ultimo giro e sono arrivato in volata con Lorenzo. Quando sono salito sul podio, avere tutto il Mugello che è “per Valentino”, tifare me, mi ha commosso. È una soddisfazione personale riuscire a fare emozionare così tanta gente ed averli tutti lì sotto al podio. Di deludente non c'è stato un momento, direi l'anno 2006, la mia seconda stagione in 250. È stato quello peggiore a livello di sensazioni, anche se sono arrivato secondo in campionato. Sentivo però di non tirare fuori il mio 100% e quando corri così non è bello.
Foto e immagini
Aggiungi un commento