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Moto & Cinema, tutto in un libro

Il volume intitolato “Ribelli on the Road” è un'analisi e un racconto sul rapporto tra moto e cinema lungo quasi 65 anni. Da Il Selvaggio a Easy Rider e via via fino alle più modaiole produzioni moderne

Per gli appassionati

Chi è appassionato di moto di cinema non può fare a meno di  “Ribelli on the Road – Moto e Bikers del cinema”, scritto da Alberto Morsiani per Gremese Editore. Il libro racconta tramite alcuni episodi curiosi il rapporto tra le  moto e il cinema, un legame che ha attraversato i generi e che è cambiato rispecchiando ciò che i biker e le moto, nel corso degli anni, hanno rappresentato per la società civile. Si parte dalla ribellione degli anni 50-60, quando i motociclisti erano visti come “teppisti” appartenenti a bande (o, al massimo, degli eroi solitari), fino ai giorni nostri, quando il cinema (Hollywood soprattutto), ha preferito soffermarsi di più sull'oggetto moto, scegliendo di utilizzare per le sue produzioni modelli di moda ed esclusivi (Ducati su tutti).

La bella Trinity (alias Carrie-Anne Moss) in sella a una Ducati 996 verde scuro è solo uno degli esempi in cui il marchio italiano (molto amato negli Usa) ha prestato i suoi modelli ai colossal americani


Le curiosità sui grandi attori

Il libro è farcito di tantissimi aneddoti che svelano alcuni “retroscena” di molti film. Ovviamente Steve McQueen la fa da padrone, gli episodi “sull'attore-pilota” (lui si definiva più pilota che attore) sono molti, a partire dall'episodio celebre de “La Grande Fuga”, quando Mc Queen provò in prima persona a girare la scena del famoso "salto delle recinzioni" ma, dopo un tentativo terminato con una caduta venne costretto a lasciare spazio a una controfigura. Di McQueen si racconta anche un episodio della sua gioventù, quando, impiegato in un'officina per pagarsi gli studi si ritrovò ad aggiustare “il ferro” di un'altra leggenda del cinema, James Dean.


Steve McQueen in una scena de "La Grande Fuga"


Ma ne “Il Selvaggio”...

Il Selvaggio”, con protagonista un giovane Marlon Brando (foto in alto) in sella a una Triumph (in realtà avrebbe dovuto cavalcare un'Harley, ma l'attore era troppo basso per le pedane avanzate della casa americana...) si può considerare il capostipite del genere. La pellicola prende spunto da un episodio realmente accaduto nel 1947, quando una banda di motociclisti “invase” la città di Hollister spaventando la popolazione. Si racconta che qualche anno dopo, quando il film uscì nelle sale, molti dei motociclisti protagonisti dell'episodio di Hollister andarono a vedere il film rimanendone soddisfatti. Ecco ciò che raccontò uno di loro e che, per la sua importanza, è stato utilizzato dall'autore come incipit del volume: “Al Fox Theatre eravamo almeno una cinquantina, con delle bocce di vino e i giubbotti neri di pelle: ci sedemmo in balconata a fumare sigari, bere e a fare il tifo. Eravamo proprio noi quelli che vedevamo sullo schermo, tutti eravamo Marlon Brando. Mi sa che me lo sono visto quattro o cinque volte”. 

Easy Rider è uno dei film "monumento" per tutti i veri biker: protagonisti due "chopperoni", Dennis Hopper e Peter Fonda. Nella foto compare anche Jack Nicholson (seduto dietro a Fonda, e candidato all'Oscar come Attore non Protagonista) che, nel film, interpreta un fantastico avvocato alcolizzato

Scheda del libro
Titolo: Ribelli on the road. Moto e bikers del cinema
Autore: Alberto Morsiani
Editore: Gremese Editore
Collana: Gli album
ISBN: 8884407273
ISBN-13: 9788884407276
Pagine: 160
Prezzo: 19,50 euro
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