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Morte Kevin Ferrari, il papà: "Gli piacevano il casino e la compagnia"

"Il mio Kevin era proprio come Sic: una sua fotocopia. Ha avuto una vita breve, ma intensa". Così Marcello Ferrari ricorda il figlio, raccontandone il carattere allegro e la passione per la moto e per i salti: "Gli è sempre piaciuto volare, fin da piccolo: sua madre gli aveva cucito un mantello da Batman, lui lo indossava e si buttava dalle sedie"
"Ciao Campione!"
A pochi giorni dalla scomparsa di Kevin Ferrari, avvenuta durante le prove di un’esibizione a Montecarlo, (il funerale è stato domenica scorsa) il padre Marcello ne ha raccontato la passione e il carattere in un’intervista pubblicata da il Resto del Carlino.
Una passione, quella delle due ruote, che Kevin ha respirato in famiglia: “Sia io che mia moglie Ines, infatti, siamo motociclisti” - racconta il padre - "mia moglie ha usato una Guzzi Lario 650 fino a 23 anni, finché non ha avuto il primo figlio. Io ho comprato la mia prima moto appena ho potuto permettermela, a 24 anni, poi ne ho sempre avuto una. Caricavamo i figli in moto con piccoli caschi su misura per loro e poi partivamo. Kevin ha cominciato con le minimoto, poi anche suo fratello Efrem ha preso la moto da cross e anche Kevin si è appassionato".
Il padre racconta anche che, prima di dedicarsi totalmente al freestyle, Kevin faceva l’idraulico, ma, notato da Max Bianconcini, decise, all’età di diciotto anni, di mollare il lavoro ed allenarsi a tempo pieno: “Se non salto, la mia vita non sa di niente”, diceva Kevin. "Ha studiato per un anno, ma non era la sua strada. Ha fatto il pizzaiolo e poi l’idraulico all’Idraulica 88 di Campogalliano di Lorenzo Foroni. Ha poi cominciato con il freestyle. Gli è sempre piaciuto volare, fin da piccolo: sua madre gli aveva cucito un mantello da Batman, lui lo indossava e si buttava dalle sedie e dai tavoli. Max Bianconcini gli disse che aveva le capacità per migliorare e gli suggerì di prendersi un anno o due per provarci, lasciando il lavoro. Aveva diciott’anni: cominciò ad allenarsi a tempo pieno". Ed è proprio la consapevolezza di “Averlo sempre assecondato nella sua passione”, a consolare i genitori, che ricordano il carattere allegro e solare del figlio: “Kevin voleva il bene di tutti. E poi era estroverso: gli piacevano il casino e la compagnia. Il mio Kevin era proprio come Sic - dice il padre -  una sua fotocopia. Ha avuto una vita breve ma intensa.”
Marcello ringrazia anche la principessa Stéphanie di Monaco: “Ci ha abbracciati e si è adoperata in ogni modo per sbrigare le procedure e ha offerto ospitalità in albergo a tutta la mia famiglia” e gli amici di Kevin: “Tanti giovani hanno scritto messaggi bellissimi: voglio ringraziarli di cuore”.
 
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