Sicurezza, parcheggi, soluzioni: ecco la situazione della moto in città
Bike e scooter sharing, sicurezza, disponibilità parcheggi e piste ciclabili: ecco cosa ci racconta Focus 2 Ruote, il rapporto dell’Osservatorio promosso da ANCMA e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia. Una fotografia con luci e ombre delle politiche locali in favore di ciclisti e motociclisti
Dal numero di veicoli a due ruote circolanti sulle nostre strade, a quello delle piste ciclabili, passando per disponibilità di parcheggi e sicurezza stradale. L’ottavo rapporto dell’Osservatorio promosso da ANCMA e Legambiente fotografa con precisione lo stato attuale della mobilità urbana. “Il report – ha sottolineato il presidente di ANCMA Paolo Magri – ci offre l’occasione di accendere un riflettore importante sulle buone pratiche messe in campo dai Comuni e, soprattutto, di monitorarne annualmente l’evoluzione, ma al contempo ci consente di illuminare le tante zone d’ombra che contraddistinguono ancora la pianificazione della mobilità urbana. Anche alla luce della sempre maggiore diffusione e del successo che le due ruote continuano a riscuotere, ci preoccupa molto che proprio l’aspetto della regolamentazione sia troppo spesso terreno di uno scontro ideologico: oggi le città rappresentano invece un banco di prova e un’occasione propizia per trovare soluzioni politiche condivise che tengano conto di interessi complessi e che rispondano alle nuove esigenze di mobilità, di sicurezza e sostenibilità. La revisione del Codice della Strada in atto rappresenta sicuramente una circostanza concreta per lavorare in questa direzione”.
L’indagine rappresenta la più completa e aggiornata panoramica delle politiche attuate dalle amministrazioni cittadine dedicate a ciclisti urbani e motociclisti ed è frutto di uno specifico questionario inviato nel 2022 a 106 Comuni capoluogo di provincia ed elaborati nel corso del 2023. Vediamo i numeri più nel dettaglio.
Quante due ruote in circolazione?
Complessivamente, si assiste alla crescita degli spostamenti privati sulle due ruote a pedale e a motore, in particolare quelli con i motocicli, che passano dal 2,6% del 2019 al 4,1%. Più nel dettaglio, nel corso del 2022 hanno circolato in media nei capoluoghi italiani oggetto della rilevazione 14,42 motociclette ogni 100 abitanti (erano 13,53 nel 2021,13,38 nel 2015). Per densità di moto e scooter spiccano le province liguri di Imperia e Savona con circa 30 motocicli ogni 100 abitanti, seguono poi con più di 20 motocicli Pesaro, Rimini, Trieste, Agrigento e La Spezia.
Corsie riservate e parcheggi moto
Purtroppo, la possibilità per i veicoli a due ruote di accedere alle corsie riservate ai mezzi pubblici è ancora limitata. Il transito non è infatti permesso nell’88,2% delle città, benchè sia migliorata la disponibilità di parcheggi dedicati. Nel corso del 2022, specifica il rapporto, sono infatti 10 i comuni che hanno deliberato la realizzazione di nuovi stalli per i veicoli motorizzati a due ruote, che porterebbero a oltre 480 i nuovi posti disponibili. In questo ambito Firenze si conferma la città con la maggiore disponibilità pro capite (96 stalli ogni 1.000 abitanti) seguita da Imperia e Savona, ma ben 34 città non raggiungono ancora 5 stalli ogni 1.000 abitanti e solo in quattro casi il valore è superiore a 40.
Moto e scooter in sharing
Stando ai numeri forniti dal report, lo sviluppo dello scooter sharing appare in Italia ancora in ritardo rispetto alla crescita di quello dedicato alle biciclette, anche se nel 2022 lo sharing di moto/scooter elettrici è disponibile in 13 comuni, 5 in più rispetto al 2020 e 10 in più rispetto al 2015. A questo si aggiunge che nel corso dell’anno 17 comuni hanno deliberato o previsto nuovi bandi per la condivisione dei veicoli, sia per rinnovare servizi esistenti che per individuare nuovi operatori.
Sicurezza
Nota purtroppo dolente: il miglioramento della sicurezza delle due ruote nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana - evidenzia il rapporto - non è considerata ancora una priorità dal 42% dei comuni a cui si aggiunge un 21% che la indica come priorità bassa. La tendenza complessiva è tuttavia in leggero miglioramento rispetto al 2021: lo scorso anno solo l’8% dei comuni indicava priorità molto alta, mentre quest’anno il dato è salito all’10%. Meglio che niente ma ancora lontani dalla sufficienza.