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Milano Tattoo Convention 2017 - Per conoscere meglio il mondo del tatuaggio

Oggi è cominciata la 22esima edizione della Milano Tatto Convention. Per saperne di più di questo mondo affascinante (strettamente legato a quello delle due ruote) ecco una bella infarinatura circa la storia e gli stili di questa antichissima forma d'arte
Una storia secolare
Ne è passato d’inchiostro sulla pelle dell’umanità da quando la pratica del tatuaggio si è radicata nella società moderna. Quando? Premesso che già 5000 anni fa, come testimoniano alcuni rinvenimenti di corpi mummificati, l’uomo usava istoriare il proprio corpo, è nel 1769 che l’esploratore inglese James Cook, di ritorno da un viaggio ad Haiti, racconta di come fosse usanza, tra gli aborigeni, tatuarsi. Lo facevano picchiettando l’inchiostro attraverso corpi acuminati legati a bacchette di legno il cui rumore, “tau tau”, venne tradotto in “tattoo”.  Ma è solo nel 1891 che il tatuatore newyorkese Samuel O’Reilly brevetta la prima macchinetta elettrica (una rotativa), cambiando radicalmente il modo di tatuare, ora più veloce e preciso di un tempo. Diciamo quindi che dai primi del Novecento possiamo parlare di “tatuaggio moderno”. Che a fasi alterne è stato amato e odiato. Prima appannaggio della nobiltà, per imprimere indelebilmente lo stemma di famiglia, si trasforma poi in simbolo di degrado riservato a prostitute e carcerati. Amato da marinai e soldati, per ricordare gli affetti ed esorcizzare le paure, negli Anni sessanta e settanta diventa simbolo di ribellione per le sottoculture punk, rock e biker. Da sempre visto di cattivo occhio dalla società perbenista, a partire dai primi Anni 90 ha segnato un’inversione di tendenza, guadagnandosi il giusto spazio e il meritato rispetto. Questo grazie all’impegno dei tatuatori moderni che, alzando via via la qualità dei propri lavori, sono riusciti a traferire su pelle vere e proprie opere d’arte portando così l’opinione pubblica a rivalutare il concetto di tattoo.
Perché un conto è vedere un pessimo disegno o una scritta oscena (in termini di esecuzione e di contenuto) un altro ammirare un “pezzo” giapponese che veste il corpo con grazia e armonia o un ritratto iperrealista che pare una fotografia su pelle.
Eppure, nonostante questo e la buona informazione operata dagli organi di settore (a cui è facile accedere anche grazie al web), la maggioranza di chi si avvicina a questo mondo pare priva di un’adeguata cultura in materia: da come curare il proprio tattoo alla scelta del soggetto che li accompagnerà per tutta la vita. Molto spesso si vuole emulare il cantante o l’attore preferito. Tutto diventa una questione legata alla moda del momento: c’è stata l’epoca in cui, non sapendo bene cosa tatuarsi, ci si orientava sul tribale. Quindi è stata la volta del simbolo dell’infinito e via dicendo. Tatuarsi significa esprimere se stessi, i propri sentimenti. Esorcizzare paure, ricordare un momento della propria vita, un viaggio, esternare la propria passione. Queste dovrebbero essere le motivazioni che spingono una persona a tatuarsi. E in base a ciò che si intende comunicare è importante scegliere il giusto stile, quello che più rispecchia la propria personalità.

Per capirne di più, per vedere i tatuatori all’opera, per scoprire questo mondo e le diversità di stili, quale migliore occasione dunque della XXII Tattoo Convention? Riuniti sotto lo stesso tetto i migliori esponenti del panorama mondiale e a spezzare il ritmo dell’incessante ronzare delle macchinette show ed esibizioni di varia natura, che vi invitiamo a scoprire accedendo al sito ufficiale.

Cliccando sulle varie nazionalità uscirà l’elenco degli artisti presenti, per ciascuno una breve panoramica fotografica per comprenderne le peculiarità. Di seguito una sintetica descrizione degli stili per iniziare a orientarsi e per tutto il resto… non vi rimane che fare un salto in fiera, incontrare i tatuatori, guardare, chiedere e naturalmente tatuarsi!

GLI STILI

Traditional (tradizionale)
Il più vicino alla nostra cultura (occidentale), figurativo, basato su disegni semplici dalle linee pulite e scritte. Quello, per intenderci, che si vedeva sulle braccia di marinai e soldati. Aquile, serpenti, cuori, immagini religiose e temi marinari sono tra i soggetti più gettonati.



Old school (vecchia scuola)
Tatuaggi “alla vecchia maniera”, quelli di Sailor Jerry – per citare uno dei più famosi esponenti di questa corrente – eseguiti con le linee spesse, sfumature pesanti e colori piatti. Il gusto del tatuaggio tradizionale con un accento più internazionale.



New school (nuova scuola)
Particolarmente in voga Oltreoceano, riprende gli stilemi della vecchia scuola rendendoli più plastici, in stile cartoon, con colori forti, accesi e maggiormente sfumati. Linee esterne spesse si alternano a linee interne più fini. Vi è qui una maggiore cura per il dettaglio e i disegni sono molto più elaborati.



Japanese (giapponese)
Uno degli stili più antichi e più belli che nel corso dei decenni ha saputo mantenere intatto il suo fascino. Solitamente chi sceglie questo stile si tatua almeno un braccio intero o la schiena. I più convinti un full body. I soggetti (carpa, drago, samurai, geisha, hannya, fiori di loto, fiori di ciliegio, foglie d’acero…) seguono armonicamente le forme del corpo e si fondono tra loro legati da onde, nuvole e vortici d’aria. Ogni soggetto ha un significato preciso e si deve integrare con gli altri seguendone la logica. Per esempio, la carpa risale la corrente in autunno, quindi andrebbe abbinata con le foglie d’acero. Una volta terminato il proprio percorso essa  si trasforma in drago, portatore di pioggia e di fertilità; siamo in primavera e il giusto abbinamento sono i fiori di ciliegio.



Realistic (realistici)
Il nome rende perfettamente l’idea: sono trasposizioni fedeli alla realtà, con resa fotografica del soggetto scelto. Solitamente chi sceglie questo stile chiede al tatuatore il ritratto di un proprio caro o di un animale. Molto frequente anche chi opta per ritratti di personaggi famosi. Abbastanza gettonate le opere di grandi artisti rinascimentali, pittori e scultori.



Tribal (tribali)
Marchesiano: ricco di geometrie e simboli, complesso nella struttura, sfrutta molti tipi di pesci, animali, simboli protettivi e portafortuna. L’attore Dwaine Johnson (The rock) sfoggia sul petto e sulla spalla proprio un marchesiano (anche se contaminato con la presenza di altri stili).
Maori: i Moko, le linee che ripercorrono i tratti somatici del volto, sono sacri per la popolazione Maori e si tramandano di generazione in generazione. Il kirituhi è uno stile simile ma dal puro valore estetico. Chi chiede un tribale, oggi, semplicisticamente chiede un maori anche se in realtà questo stile non presenta riempimenti di nero pesante, ma linee parallele e incrociate. Lo stile più vicino a questo gusto sarebbe il marchesiano, che da noi solitamente viene fuso con gli altri stili e dunque reinterpretato in chiave puramente estetica.
Samoano: differente dal marchesiano e dal maori è composto da numerose fasce che corrono parallele tra loro, ricche di decorazioni geometriche, la cui ripetizione crea trame di forte  impatto visivo. Come vuole la tradizione gli uomini si tatuano dalle anche fino alle ginocchia (pe'a).



Lettering (scritte)
Lettere, iniziali, scritte, poesie, testi di canzoni… tutto ciò che è scrittura rientra in questa categoria. Tra gli esempi più belli di calligrafia ricordiamo le scritte in stile “cholo” che solitamente riempiono il petto o gli avambracci.



Chicano

Immagini di forte impatto visivo, rigorosamente in bianco e nero, linee fini. Nato dalla cultura ispanica insediata negli States, sviluppatosi nelle carceri e nelle gang, racconta dure storie di vita. Il clown, le due maschere, soldi, donne, armi e simboli del gioco d’azzardo sono tra i temi più ricorrenti, insieme alle scritte. Senza dimenticare crocifissi e altre icone religiose. Nea famiglia rientrano anche simboli precolombiani e creature mitologiche della civiltà azteca.



Watercolor (acquarello)
I colori vengono stesi sulla pelle in maniera velata, proprio come quelli acquarellati su carta. Particolarmente ambiti dal pubblico femminile che chiede principalmente fiori, animali o comunque soggetti delicati.



Dot Work (puntinato)
Le sfumature cedono il campo ai puntini; più ravvicinati nelle zone d’ombra, più distaccati nelle zone chiare. Principalmente questa tecnica viene usata nelle realizzazioni di tipo geometrico. Oppure nella commistione tra decorativo e figurativo.




Qui sotto una bella gallery che mostra alcuni degli stili raccontati nell'articolo e alcune immagini della scorsa Milano Tattoo Convention.
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