Mariano Roman: "Le nuove Fantic saranno ancora più racing"
L'amministratore delegato del marchio veneto si felicita per i recenti successi nel motocross ma guarda già avanti. "Stiamo industrializzando la Rally, il nostro futuro al Dakar passerà attraverso un prodotto "clienti" altamente competitivo"
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Il 2022 di Fantic Motor è iniziato decisamente bene, con la positiva esperienza di Franco Picco al rally Dakar, più le vittorie di Cas Valk e Cornelius Tondel agli Internazionali d'Italia. Il clima in azienda è positivo, con Mariano Roman e i suoi al lavoro per un'altra stagione da incorniciare. Il momento felice ovviamente si scontra con una situazione internazionale che fa irruzione nel quotidiano e - prima di entrare nel vivo dell'intervista con il nostro Guido Sassi- un pensiero va alla guerra e alle sue conseguenze. "L'azienda non è toccata in alcun modo da quello che sta succedendo, ma mi vengono in mente i tempi in cui lavoravo in Aprilia - ricorda l'amministratore delegato-. Quando scoppiò la guerra in Jugoslavia, nel mio ufficio lavoravano persone di ogni provenienza. Alcuni provenivano da diverse aree dei Balcani. Era gente che aveva da sempre lavorato insieme senza alcun problema e che si è trovata divisa senza un motivo vero. Ecco la stupidità della guerra".
Un sogno realizzato
Tornando alle moto, è ancora fresca in memoria la bella esperienza al Dakar. "È stata una cosa che ci è piaciuta molto, perché la nostra idea era quella di partecipare con uno spirito di gioia, avventura e divertimento. Nel lavorare con Franco Picco e i ragazzi si è creato un ambiente che ci ha entusiasmato e vogliamo continuare in quella direzione. Il che significa industrializzare la XEF Rally, processo che è già in corso. Avremo una versione base da 16mila euro circa, con quella moto chiunque potrà partecipare a eventi adventouring o raid. Ma ci sarà anche un kit, per mettere in condizione chi volesse di essere ancora più competitivo. Ne faremo mille pezzi".
Fantic Motor crede nella XEF, che Roman mette già in cima alla lista delle sue moto preferite, sempre se escludiamo il Caballero. "Amo la Rally. Credo sia venuta bene, quando Picco l'ha provata sul circuito di test è andato più forte di 12” rispetto alle prove che aveva fatto l'anno prima (con una moto di un'altra casa, ndr), quindi la base è assolutamente competitiva". In corso d'opera il progetto ha avuto anche qualche input utile da Yamaha, che ora si è ritirata dal raid più famoso al mondo. Ma anche adesso, che la casa dei tre diapason ha detto basta, per Fantic non avrebbe senso prendere il suo posto. "È tutto un altro modo di correre, puntare al risultato assoluto richiede di strutturarsi di conseguenza, mentre noi vogliamo dare la possibilità ai privati di fare un'ottima figura. Stiamo lavorando al progetto dell'anno prossimo, ci saranno novità simpatiche".
Motocross da sballo
Roman non vuole entrare nel dettaglio delle novità per il futuro, ma rimanendo al mondo racing, ci sono altri temi da affrontare. Per esempio il doppio successo agli Internazionali d'Italia. "Abbiamo piloti molto competitivi. Abbiamo vinto qualcosa e vogliamo vincere ancora. Anche Osterhagen si è dimostrato velocissimo e con i Maddii facciamo una bella squadra. Dal punto di vista tecnico ci siamo fatti prendere da questa sfida, che effettivamente è un po' pazza: correre con il 250 contro il 450, per mostrare a tutti il nostro livello con il due tempi. Già oggi siamo abbastanza competitivi, ma credo che nella seconda parte di stagione potremo fare anche meglio. La moto ha una grande prontezza di risposta, una curva di coppia importante, è leggera e maneggevole. Credo che con una moto così si possano fare i tempi migliori non solo all'inizio di una manche, ma tenere un ritmo sostenuto dal principio alla fine".
Enduro piatto forte
Se nel cross Fantic si sta radicando, nell'enduro è una certezza. "Saremo in tutte le classi del mondiale, con l'obiettivo di andare a podio sempre e dappertutto. Abbiamo dieci piloti forti". Peccato solo che il mondo enduro sia poco percepito: un conto è la Sei Giorni, un conto tutto il resto. "A livello di comunicazione, tanto nel campionato nazionale che nel mondiale bisognerebbe rendere la cosa più visibile e andare incontro alle esigenze dello show. Senza esagerare, senza calpestare la tradizione, ma un po' di cinema ci vuole, via".
Il fiore all'occhiello
E per quanto riguarda il Caballero? Le novità non mancheranno. "Stiamo mettendo a punto un programma per portare la gente a fare delle esperienze in moto con il Caballero. Non qualcosa di legato alle gare, ma più a un concetto di viaggio e divertimento. È l'unico vero scrambler sotto i 150 chili, questo apre la prospettiva a tour su asfalto e sterrato sia in Italia che in Europa".
Il futuro di Fantic quale sarà, cosa bolle in pentola? "Noi viviamo di pensieri “malsani”. Vogliamo essere sempre di più racing oriented. Vogliamo moto che vadano bene, ma anche belle da vedere. In futuro cercheremo di allontanarci sempre più dal mondo cinese. Non tanto e non solo per il discorso della qualità, che pure è migliorata anche per loro in qualche occasione, ma soprattutto vogliamo evitare quel modo standardizzato di fare moto. Vogliamo moto che creino emozione".
Un sogno realizzato
Tornando alle moto, è ancora fresca in memoria la bella esperienza al Dakar. "È stata una cosa che ci è piaciuta molto, perché la nostra idea era quella di partecipare con uno spirito di gioia, avventura e divertimento. Nel lavorare con Franco Picco e i ragazzi si è creato un ambiente che ci ha entusiasmato e vogliamo continuare in quella direzione. Il che significa industrializzare la XEF Rally, processo che è già in corso. Avremo una versione base da 16mila euro circa, con quella moto chiunque potrà partecipare a eventi adventouring o raid. Ma ci sarà anche un kit, per mettere in condizione chi volesse di essere ancora più competitivo. Ne faremo mille pezzi".
Fantic Motor crede nella XEF, che Roman mette già in cima alla lista delle sue moto preferite, sempre se escludiamo il Caballero. "Amo la Rally. Credo sia venuta bene, quando Picco l'ha provata sul circuito di test è andato più forte di 12” rispetto alle prove che aveva fatto l'anno prima (con una moto di un'altra casa, ndr), quindi la base è assolutamente competitiva". In corso d'opera il progetto ha avuto anche qualche input utile da Yamaha, che ora si è ritirata dal raid più famoso al mondo. Ma anche adesso, che la casa dei tre diapason ha detto basta, per Fantic non avrebbe senso prendere il suo posto. "È tutto un altro modo di correre, puntare al risultato assoluto richiede di strutturarsi di conseguenza, mentre noi vogliamo dare la possibilità ai privati di fare un'ottima figura. Stiamo lavorando al progetto dell'anno prossimo, ci saranno novità simpatiche".
Motocross da sballo
Roman non vuole entrare nel dettaglio delle novità per il futuro, ma rimanendo al mondo racing, ci sono altri temi da affrontare. Per esempio il doppio successo agli Internazionali d'Italia. "Abbiamo piloti molto competitivi. Abbiamo vinto qualcosa e vogliamo vincere ancora. Anche Osterhagen si è dimostrato velocissimo e con i Maddii facciamo una bella squadra. Dal punto di vista tecnico ci siamo fatti prendere da questa sfida, che effettivamente è un po' pazza: correre con il 250 contro il 450, per mostrare a tutti il nostro livello con il due tempi. Già oggi siamo abbastanza competitivi, ma credo che nella seconda parte di stagione potremo fare anche meglio. La moto ha una grande prontezza di risposta, una curva di coppia importante, è leggera e maneggevole. Credo che con una moto così si possano fare i tempi migliori non solo all'inizio di una manche, ma tenere un ritmo sostenuto dal principio alla fine".
Enduro piatto forte
Se nel cross Fantic si sta radicando, nell'enduro è una certezza. "Saremo in tutte le classi del mondiale, con l'obiettivo di andare a podio sempre e dappertutto. Abbiamo dieci piloti forti". Peccato solo che il mondo enduro sia poco percepito: un conto è la Sei Giorni, un conto tutto il resto. "A livello di comunicazione, tanto nel campionato nazionale che nel mondiale bisognerebbe rendere la cosa più visibile e andare incontro alle esigenze dello show. Senza esagerare, senza calpestare la tradizione, ma un po' di cinema ci vuole, via".
Il fiore all'occhiello
E per quanto riguarda il Caballero? Le novità non mancheranno. "Stiamo mettendo a punto un programma per portare la gente a fare delle esperienze in moto con il Caballero. Non qualcosa di legato alle gare, ma più a un concetto di viaggio e divertimento. È l'unico vero scrambler sotto i 150 chili, questo apre la prospettiva a tour su asfalto e sterrato sia in Italia che in Europa".
Il futuro di Fantic quale sarà, cosa bolle in pentola? "Noi viviamo di pensieri “malsani”. Vogliamo essere sempre di più racing oriented. Vogliamo moto che vadano bene, ma anche belle da vedere. In futuro cercheremo di allontanarci sempre più dal mondo cinese. Non tanto e non solo per il discorso della qualità, che pure è migliorata anche per loro in qualche occasione, ma soprattutto vogliamo evitare quel modo standardizzato di fare moto. Vogliamo moto che creino emozione".
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