Marco Simoncelli: il vandalo del Sic è una vedova di 60 anni
Sorto spontaneamente ai piedi nella piazza di Coriano, la lapide che ricorda Marco Simoncelli era finita nel mirino di un vandalo che buttava nella spazzatura i fiori e i biglietti lasciati da fan e cittadini. La donna, una vedova di 60 anni con il pallino delle pulizie, è ora a processo per vandalismo

News
Per fare pulizia
Gettava nell’immondizia i fiori, i bigliettini, i disegni, le fotografie e i modellini che amici, fan e cittadini lasciavano sotto il monumento eretto in memoria di Marco Simoncelli posto nella piazza di Coriano. La donna, una vedova francese di 60 residente a Forlì è ora a processo per vandalismo.
Scomparso il 23 ottobre del 2011 dopo il tragico incidente di Sepang, il Sic ha lasciato un segno indelebile nel cuore di migliaia di persone che, quotidianamente, lasciavano sotto la lapide di vetro un fiore o un bigliettino in ricordo del campione romagnolo. Un angolo di memoria, sorto spontaneamente e germogliato dall’affetto di amici e tifosi che, in tutta Italia, hanno sempre dimostrato grande vicinanza alla fidanzata e alla famiglia di Marco. Per la donna, invece, quello spazio tanto importante non era nient’altro che un’area disordinata e sporca, un’ammasso di spazzatura da mettere in ordine: “siete degli sporcaccioni - aveva detto - qui fa fatta pulizia!”.
Dopo qualche settimana di “incursioni”, ad accusarla, trovandola - letteralmente - con le mani del sacco, sono stati i ragazzi dell’associazione “58 boys” che, pattugliando l’area, avevano visto la donna aggirarsi intorno all’altare con un sacco nero della spazzatura. Identificata sul posto dal maresciallo di Coriano, sarà processata per vandalismo. La prima udienza era fissata per il 5 ottobre ma la donna, difesa d’ufficio, non s’è presentata in aula: il processo (giudice onorario Manuela Liverani, pm onorario Paola Giombini) si concluderà nel mese di marzo 2019.
Scomparso il 23 ottobre del 2011 dopo il tragico incidente di Sepang, il Sic ha lasciato un segno indelebile nel cuore di migliaia di persone che, quotidianamente, lasciavano sotto la lapide di vetro un fiore o un bigliettino in ricordo del campione romagnolo. Un angolo di memoria, sorto spontaneamente e germogliato dall’affetto di amici e tifosi che, in tutta Italia, hanno sempre dimostrato grande vicinanza alla fidanzata e alla famiglia di Marco. Per la donna, invece, quello spazio tanto importante non era nient’altro che un’area disordinata e sporca, un’ammasso di spazzatura da mettere in ordine: “siete degli sporcaccioni - aveva detto - qui fa fatta pulizia!”.
Dopo qualche settimana di “incursioni”, ad accusarla, trovandola - letteralmente - con le mani del sacco, sono stati i ragazzi dell’associazione “58 boys” che, pattugliando l’area, avevano visto la donna aggirarsi intorno all’altare con un sacco nero della spazzatura. Identificata sul posto dal maresciallo di Coriano, sarà processata per vandalismo. La prima udienza era fissata per il 5 ottobre ma la donna, difesa d’ufficio, non s’è presentata in aula: il processo (giudice onorario Manuela Liverani, pm onorario Paola Giombini) si concluderà nel mese di marzo 2019.
Aggiungi un commento