Malanca ritornerà? C'è l'idea di produrre modelli in piccola serie
Al salone di Bologna, la casa ha allestito un grande stand con buona parte dei modelli storici e uno schizzo attualissimo che lascia intendere le sue intenzioni
Ritorna in attività Malanca? Il marchio bolognese ha fatto sognare generazioni di ragazzini degli anni ‘60, ‘70 e ‘80 prima con il suo sportivissimo cinquantino Testa Rossa e poi con la bicilindrica OB One 125, sogno di tutti i sedicenni. Al salone Auto & Moto d’Epoca dello scorso weekend era stato allestito un grande stand della Casa bolognese nel quale erano esposti buona parte dei modelli che ne hanno fatto la storia, compresi quelli schierati in gara, ma soprattutto era esposto uno schizzo attualissimo del popolare designer Oberdan Bezzi (qui sopra). Una monocilindrica a quattro tempi fortemente ispirata al glorioso Testa Rossa, reinterpretato in chiave moderna.
Ecco il mitico Malanca Testa Rossa, uno dei più veloci cinquantini della sua epoca
I programmi sono seri
È solo una provocazione per il momento, ma l’intenzione è riprendere l’attività producendo modelli molto particolari e molto raffinati in piccola serie. Il passo decisivo non è ancora stato compiuto ma l'idea c'è, lo dimostra il fatto stesso di essere usciti allo scoperto con un grande stand. Ad occuparsi di questo progetto è Mario Malanca, figlio di Marco Malanca e nipote del fondatore. L’azienda aveva chiuso l’attività nel 1986 ma la famiglia Malanca è ancora in possesso dei capannoni nei quali aveva sede la fabbrica a Pontecchio Marconi, alle porte di Bologna.
Vale la pena ricordare che il marchio si impegnò con notevoli risultati anche nelle gare a partire dal 1968, conquistando sei campionati italiani Marche, vincendo due Gran Premi nel Motomondiale 125 1973 con Otello Buscherini e centrando nel 1981 il Campionato Italiano Junior Nazionali TT4 con Stefano Caracchi, che nel 1985 partecipò al Mondiale con una Malanca 250. La sigla che identifica il modello più famoso della prolusione, OB One 125, sono proprio le iniziali di Otello Buscherini.
La Malanca Ob One nei primi anni Ottanta era uno dei sogni dei sedicenni