Lucchinelli: "i tifosi mi hanno amato perché ero come loro" - VIDEO
Il campione del mondo classe 500 del 1981 ripercorre gli anni mitici della sua carriera nella serata dedicata a Roberto Gallina: "Rischiavamo la vita a ogni gara e così il pubblico ci perdonava anche gli eccessi". "Erano moto difficili, senza aiuti di sorta emergevano i veri valori in campo"
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Indimenticabile Lucky
Marco Lucchinelli ha vinto "solo" un mondiale ed è consapevole di avere raccolto di meno rispetto a quanto avrebbe potuto. A distanza di 39 anni dal successo iridato però le gioie superano le amarezze, anche perché le affermazioni sue, di Ferrari e Uncini furono ottenute in una squadra speciale. Il team Gallina riusciva a mettere in campo moto di competitività assoluta, pur confrontandosi con marche ufficiali, con grosse case. La serata trascorsa a "Ciapa la moto" è passata così tra molti piacevoli ricordi, che il pilota spezzino confida a Luca Delli Carri: "La domanda che mi hanno fatto più spesso? Come hai fatto a buttare tanti mondiali. Ma cosa vuoi, al tempo si correva con tutti gli eccessi del caso. Erano piste pericolose, le moto si rompevano, e noi eravamo in giro per il mondo anche per divertirci. Però eravamo felici". Il confronto tra varie epoche è sempre difficile, perché da allora è cambiato davvero tutto. "Le nostre moto facevano i duecento dove ora fanno i trecento, ma non c'erano tutti gli aiuti elettronici che ci sono oggi". Nell'intervista a video potete rivivere tanti aspetti degli anni mitici di Lucky e dei suoi compagni d'avventura, che chiude ricordando il suo rapporto con i tifosi: "Mi hanno amato perché non ero solo un pilota, ma qualcuno con cui si potevano identificare".
Marco Lucchinelli ha vinto "solo" un mondiale ed è consapevole di avere raccolto di meno rispetto a quanto avrebbe potuto. A distanza di 39 anni dal successo iridato però le gioie superano le amarezze, anche perché le affermazioni sue, di Ferrari e Uncini furono ottenute in una squadra speciale. Il team Gallina riusciva a mettere in campo moto di competitività assoluta, pur confrontandosi con marche ufficiali, con grosse case. La serata trascorsa a "Ciapa la moto" è passata così tra molti piacevoli ricordi, che il pilota spezzino confida a Luca Delli Carri: "La domanda che mi hanno fatto più spesso? Come hai fatto a buttare tanti mondiali. Ma cosa vuoi, al tempo si correva con tutti gli eccessi del caso. Erano piste pericolose, le moto si rompevano, e noi eravamo in giro per il mondo anche per divertirci. Però eravamo felici". Il confronto tra varie epoche è sempre difficile, perché da allora è cambiato davvero tutto. "Le nostre moto facevano i duecento dove ora fanno i trecento, ma non c'erano tutti gli aiuti elettronici che ci sono oggi". Nell'intervista a video potete rivivere tanti aspetti degli anni mitici di Lucky e dei suoi compagni d'avventura, che chiude ricordando il suo rapporto con i tifosi: "Mi hanno amato perché non ero solo un pilota, ma qualcuno con cui si potevano identificare".
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