Le due ruote protagoniste delle “città felici”
Antonio Furlanetto di Skopìa ha illustrato durante la presentazione del Focus2R una visione delle città del futuro dove le persone si riappropriano delle strade e delle piazze, dove la mobilità non necessaria è scoraggiata e nel quale ci si sposta su due ruote con il piacere di “guidare con il manubrio” e di “riconoscersi”
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Green Planet
Per elevare qualità delle vita
Per la prima volta l’Osservatorio Focus2R di Confindustria Ancma e Legambiente non si limita a “fotografare” la realtà delle due ruote in Italia, ma propone anche possibili scenari futuri. A fornire una visione della mobilità urbana di domani è Antonio Furlanetto, amministratore delegato di Skopìa, una start up dell’Università di Trento attiva nella ricerca applicata basata sulle scienze dell’anticipazione. Un approccio che parte dall’analisi delle migliori esperienze presenti, dalle idee degli esperti e dalle esigenze future per prospettare nuovi modelli urbani. “Alla luce delle sfide ambientali e urbanistiche e dei cambi di paradigma in atto” ha sottolineato Furlanetto, “si delineano nuovi scenari che definiscono nuovi modi di concepire le nostre città, restituendo il tessuto urbanistico originale alla fruizione dei cittadini, intesi prima di tutto come pedoni e utenti di mobilità leggera”. Secondo Furlanetto, “possiamo permetterci di affermare che il futuro è molto più favorevole a “città felici” piuttosto che smart e a città dove si punta a minimizzare la mobilità necessaria prima ancora che renderla necessariamente sostenibile. Con questa premessa di novità e innovazione le due ruote diventano le soluzioni più immediate ed efficaci per avere città in cui la qualità della vita aumenta sensibilmente”.
Benessere personale e collettivo
L’analisi di Furlanetto parte dalle criticità delle attuali città, come il traffico, lo smog o l’inquinamento acustico, per individuare le trasformazioni necessarie per arrivare a una “città felice”. Una visione che va oltre le smart city dove la tecnologia dovrebbe fornire il presunto benessere alle persone, ma agglomerati dove i cittadini “stanno bene e abbiano vite soddisfacenti”. Concetti vaghi, ma definibili con affermazioni come l’essere sani, avere relazioni intense con diverse comunità o avere un'infanzia felice e una vecchiaia serena. Valori, per Furlanetto, che hanno come filo conduttore la mobilità, in particolare quella attiva, ossia a piedi o con la bici, che favorisce il benessere corporeo, gli incontri sociali e un ambiente più salubre dove vivere. Benefici che aumentano con l’adozione di zone pedonali e a traffico limitato, dove le strade tornano ad essere di tutti e non ad uso esclusivo delle auto. Approcci che semplificano la vita dei cittadini e aumentano la resilienza verso shock economici e ambientali. Si tratta di scelte politiche, più che tecnologiche, che dovrebbero essere orientate a favorire la diffusione di una mobilità sostenibile, intelligente e resiliente, nel quale si privilegia la mobilità necessaria, ossia per lavoro o per esigenze familiari, rendendo più onerosa e meno attrattiva quella non necessaria. Il tutto privilegiando gli spostamenti con mezzi elettrici privi di emissioni inquinanti e acustiche, soprattutto quelli a due ruote. Veicoli che, oltre a occupare meno spazi e ridurre la congestione, offrono “emozioni individuali e condivise” sconosciute alle quattro ruote, settore dove l’amato “piacere di guida” è destinato a scomparire con il progressivo arrivo dei veicoli automatizzati. Per contro, nel mondo delle due ruote rimane il gusto di “guidare con il manubrio, della pedalata competitiva, del riding vagabondo”, ma pure “il sano agonismo degli amatori, il riconoscersi e salutarsi sulle strade” che manterranno intatto nel tempo “il loro fascino, la loro carica ludica e il loro potere liberatorio, la loro forza di aggregazione”.
Per la prima volta l’Osservatorio Focus2R di Confindustria Ancma e Legambiente non si limita a “fotografare” la realtà delle due ruote in Italia, ma propone anche possibili scenari futuri. A fornire una visione della mobilità urbana di domani è Antonio Furlanetto, amministratore delegato di Skopìa, una start up dell’Università di Trento attiva nella ricerca applicata basata sulle scienze dell’anticipazione. Un approccio che parte dall’analisi delle migliori esperienze presenti, dalle idee degli esperti e dalle esigenze future per prospettare nuovi modelli urbani. “Alla luce delle sfide ambientali e urbanistiche e dei cambi di paradigma in atto” ha sottolineato Furlanetto, “si delineano nuovi scenari che definiscono nuovi modi di concepire le nostre città, restituendo il tessuto urbanistico originale alla fruizione dei cittadini, intesi prima di tutto come pedoni e utenti di mobilità leggera”. Secondo Furlanetto, “possiamo permetterci di affermare che il futuro è molto più favorevole a “città felici” piuttosto che smart e a città dove si punta a minimizzare la mobilità necessaria prima ancora che renderla necessariamente sostenibile. Con questa premessa di novità e innovazione le due ruote diventano le soluzioni più immediate ed efficaci per avere città in cui la qualità della vita aumenta sensibilmente”.
Benessere personale e collettivo
L’analisi di Furlanetto parte dalle criticità delle attuali città, come il traffico, lo smog o l’inquinamento acustico, per individuare le trasformazioni necessarie per arrivare a una “città felice”. Una visione che va oltre le smart city dove la tecnologia dovrebbe fornire il presunto benessere alle persone, ma agglomerati dove i cittadini “stanno bene e abbiano vite soddisfacenti”. Concetti vaghi, ma definibili con affermazioni come l’essere sani, avere relazioni intense con diverse comunità o avere un'infanzia felice e una vecchiaia serena. Valori, per Furlanetto, che hanno come filo conduttore la mobilità, in particolare quella attiva, ossia a piedi o con la bici, che favorisce il benessere corporeo, gli incontri sociali e un ambiente più salubre dove vivere. Benefici che aumentano con l’adozione di zone pedonali e a traffico limitato, dove le strade tornano ad essere di tutti e non ad uso esclusivo delle auto. Approcci che semplificano la vita dei cittadini e aumentano la resilienza verso shock economici e ambientali. Si tratta di scelte politiche, più che tecnologiche, che dovrebbero essere orientate a favorire la diffusione di una mobilità sostenibile, intelligente e resiliente, nel quale si privilegia la mobilità necessaria, ossia per lavoro o per esigenze familiari, rendendo più onerosa e meno attrattiva quella non necessaria. Il tutto privilegiando gli spostamenti con mezzi elettrici privi di emissioni inquinanti e acustiche, soprattutto quelli a due ruote. Veicoli che, oltre a occupare meno spazi e ridurre la congestione, offrono “emozioni individuali e condivise” sconosciute alle quattro ruote, settore dove l’amato “piacere di guida” è destinato a scomparire con il progressivo arrivo dei veicoli automatizzati. Per contro, nel mondo delle due ruote rimane il gusto di “guidare con il manubrio, della pedalata competitiva, del riding vagabondo”, ma pure “il sano agonismo degli amatori, il riconoscersi e salutarsi sulle strade” che manterranno intatto nel tempo “il loro fascino, la loro carica ludica e il loro potere liberatorio, la loro forza di aggregazione”.
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